Come cadono le foglie (Film, 2021)
Vincenzo Totaro gira e monta una storia breve, su idea originale di Antonio Del Nobile, un lavoro che se fosse narrativa avrebbe il respiro di un racconto, un dramma intenso che si consuma a ritmi compassati tra i colori autunnali di un bosco e la musica suadente di un piano in sottofondo.
Anna (Teresa La Scala), malata terminale, chiede aiuto al compagno (Antonio Del Nobile) per mettere in pratica una scelta sofferta, a lungo meditata. L’uomo accetta con molte riserve, ma nel finale accade l’imprevisto: “Vigliacco, lo sapevo che non ci saresti riuscito …”, dice il messaggio al cellulare. Una collana che rappresenta l’amore gettato nel vuoto, due mani che si ricongiungono. Non anticipo altro a livello di trama. Da un punto di vista tecnico, lo stile di Totaro – già apprezzato ne La casa del padre – dimostra piena maturità, perfettamente a suo agio con soggetti drammatici, che chiedono analisi introspettiva dei personaggi, realizzata anche senza dialoghi e con poche parole, ma ricorrendo a inquadrature incisive e primi piani intensi.
Il cortometraggio è un contenitore di poetiche dissolvenze, realizzando una poesia del ricordo soffusa di nostalgia e resa più palpabile da una straordinaria colonna sonora composta da Simone Piraino, eseguita al piano dal bravo Alberto Maniaci, dai colori giallo ocra di un autunno incipiente e dal cadere delle foglie morte. Il musicista Simone Piraino è un valore aggiunto per il film, perché il ruolo della musica è determinante nell’economia della breve storia, non è centrata sulla morte, quindi sulla fine, quanto sul rapporto tra i due protagonisti, sull’aspetto crepuscolare del racconto. La colonna sonora è un’opera musicale compiuta che ha già un editore e che potremo ascoltare presto in altre occasioni.
Il breve film rappresenta il doppio punto di vista, la donna che attende l’esito di una promessa strappata a malincuore, l’uomo in fuga dalle sue responsabilità che si autoaccusa. Fotogrammi intermittenti, flashback intrisi di nostalgia e di rimorsi, una storia d’amore che potrebbe finire per volontà del destino, per una terribile malattia. La sceneggiatura è ispirata al film Paddleton che narra una storia abbastanza vicina a quella di Come cadono le foglie. Lo stile risente – per ammissione dello stesso Totaro – della visione del cortometraggio di David Fratini, Tante care cose, premiato dal regista al Festival Corto e Cultura di Anna Rita Caracciolo, dove era in giuria.
Abbiamo avvicinato il regista, che ci ha parlato della genesi del progetto. “Stavamo lavorando a un cortometraggio intitolato Autunno, che doveva essere parte di un film legato alle stagioni e ai sentimenti, purtroppo gli eventi si sono accaniti contro di noi. Prima la mancanza dell’attrice principale (Annarita Granatiero) ci ha costretti a posticipare più volte le riprese, poi, dieci giorni prima di girare, il protagonista maschile (Adriano Santoro) ha dovuto mettersi in isolamento fiduciario per contatti con malati Covid. E così abbiamo cambiato progetto virando su un trattamento di Antonio Del Nobile, un argomento che aveva trattato più volte in soggetti non ancora realizzati. Abbiamo girato in zona arancione, muniti di permessi specifici per le location (Foresta Umbra). Abbiamo dovuto rinunciare a due terzi del cast tecnico che di solito accompagna le nostre produzioni. Abbiamo sperimentato la produzione a distanza: Antonio Universi girava le sequenze, me le mandava in visione a fine giornata, mentre noi eravamo impegnati nelle riprese in foresta. Solo per il concept dei titoli – opera di Annarita Calvano – sono servite due settimane di progettazione, un giorno di riprese, diverse prove di editing video per i titoli. Antonio Calvano e Luisa Totaro si sono occupati rispettivamente di fotografia e riprese, come spesso mi capita, da diverse produzioni a questa parte, fatti salvi i documentari, non tocco la macchina da presa”.
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Regia e Montaggio: Vincenzo Totaro. Soggetto e Sceneggiatura: Antonio Del Nobile. Fotografia: Antonio Calvano. Regia e Fotografia seconda unità: Antonio Universi. Operatore di ripresa: Luisa Totaro. Assistente alla regia, Graphic design e titoli: Annarita Calvano. Fotografo di scena: Angela Totaro. Suono: Richard Gremillon. Musiche: Simone Piraino. Pianoforte: Alberto Maniaci. Brano musicale originale: Craving for love di Simone Piraino Edizioni Musicali Wicky, Milano, 2020. registrato presso lo Zeit Studio, Palermo. Produzione: Silentium Film, Cinema71, Lux et Umbra, Bee Creative, Blue Siutcase. Origine: Italia 2021. Durata: 15 minuti, colore. Genere. Drammatico. Luoghi delle riprese: Bellinzona (Ticino- dicembre 2020), Foresta Umbra (FG, dicembre 2020), Isole Tremiti (FG – ottobre 2008). Interpreti: Teresa La Scala, Antonio Del Nobile.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]