Italia delle Regioni

“Governo e Regioni, in vista del varo del Decreto Sostegni bis, hanno raggiunto un accordo importante per settori fondamentali per la vita dei cittadini. Quella del 20 maggio scorso è davvero una pagina esemplare sul piano della leale collaborazione istituzionale”, lo dichiara il Presidente Massimiliano Fedriga al termine della  Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

“L’accordo –  ha illustrato  Fedriga – si articola in sette capisaldi. 1) Abbiamo condiviso l’esigenza di un’accelerazione della campagna vaccinale anti Covid-19 con il coinvolgimento degli erogatori privati accreditati. 2) Nell’accordo sono poi previste norme – prosegue Fedriga – che consentono di procedere in tempi rapidi al riparto del fondo sanitario nazionale per l’anno 2021. 3) Inoltre un punto dell’accordo consente un utilizzo flessibile delle risorse stanziate nel corso del 2020 dai vari decreti emergenziali. 4) Per far fronte al protrarsi dello stato di emergenza è poi consentito alle Regioni di poter utilizzare nel 2021 le quote accantonate e vincolate del risultato di amministrazione. 5) Sul fronte del trasporto pubblico locale – aggiunge il Presidente della Conferenza delle Regioni – è stato concordato di incrementare le risorse, nella misura di 500 milioni, di cui 450 per l’erogazione dei servizi aggiuntivi necessari per rispondere alle misure di contenimento dovute alla pandemia. 6) E’ prevista un’integrazione, rispetto alle risorse già stanziate, di ulteriori 100 milioni a sostegno di comuni a vocazione montana. 7) Infine è stato concordato – conclude Fedriga – il riparto delle risorse destinate alle Regioni a statuto speciale dovuto a causa delle minori entrate”.

“Per il NextGeneration Eu – il Recovery Fund – è fondamentale la partecipazione dei territori nella messa in campo del Pnrr. Solo coinvolgendo direttamente Regioni ed enti locali riusciremo a velocizzare le procedure di spesa per la realizzazione di ingentissimi investimenti, visti anche i ristrettissimi tempi previsti dalle regole Ue. Il massimo della sinergia nella programmazione dei fondi europei 2021 deve essere messa in campo. I fondi devono integrarsi, non sovrapporsi, e per questo il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali e’ fondamentale”. Lo ha detto Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e presidente del Friuli Venezia Giulia, audito dalla commissione parlamentare per gli Affari regionali. “Sul Pnrr noi abbiamo cercato di proporre al Governo questa soluzione: tavoli bilaterali tra ministero e commissione referente della Conferenza delle Regioni per andare, all’interno del Piano, a fissare quei paletti di azione all’interno dei quali tutti i territori devono muoversi. Dopodiché, dei tavoli bilaterali ministero-singola Regione per mettere sul campo gli interventi stessi, perché dal nostro punto di vista solo così riusciremo a mantenere le tempistiche, con coinvolgimento e responsabilizzazione”.

Affrontando poi alcuni aspetti dell’emergenza Covid, Fedriga ha ricordato che “La pandemia deve essere affrontata anche sul piano finanziario, e – per le Regioni – sono aumentate in modo importante le necessità sul fabbisogno finanziario per il triennio 2019-2021 per quanto riguarda il fabbisogno sanitario. Su questo e’ importante sottolineare la nostra necessità di una maggiore flessibilità per l’utilizzo delle risorse, che molto spesso sono finalizzate in modo molto specifico e, rispetto alle esigenze dei servizi sanitari regionali, non e’ possibile spenderle all’interno di quella griglia molto stringente. Per dare una risposta alla salute, io credo sia utile dare questa flessibilità”.

Sempre con rifermento alle conseguenze dell’emergenza, Fedriga ha ricordato che “Al fine di consentire l’erogazione dei servizi aggiuntivi di trasporto pubblico locale regionale, abbiamo chiesto – al Governo – di incrementare la dotazione del fondo per fronteggiare le esigenze trasportistiche conseguenti alle misure di contenimento derivanti dal protrarsi dello stato di emergenza. Le Regioni hanno utilizzato in modo quasi totale i fondi già stanziati per l’aumento dei servizi di trasporto. Inoltre, abbiamo chiesto di integrare di 100 milioni le risorse a sostegno dei Comuni a vocazione montana”.

Passando poi al rapporto fra lo Stato e le Regioni, Fedriga ha spiegato che “Un grande passo avanti fatto durante la pandemia è rappresentato dalla grande collaborazione tra le Regioni, e la Conferenza ne è stata la sintesi. Anche nei momenti difficili, e io ricordo la prima ondata, dove c”era carenza di strumentazioni e di Dpi, le Regioni si sono messe insieme e si sono date una mano reciprocamente, addirittura inviando strumentazioni o dispositivi a territori che ne avevano bisogno”.

“Sicuramente, nell’ambito delle Regioni, si sta rafforzando il ruolo istituzionale che la stessa Conferenza ha, e devo dire che anche la collaborazione con il Governo è stata proficua. Penso – sottolinea Fedriga – alle cabine di regia tra Regioni, Governo ed enti locali, penso alla presenza di tecnici regionali nel Comitato Tecnico Scientifico e questo ha permesso, in un momento di emergenza pandemica, di rafforzare il rapporto e di essere in grado, come Sistema Paese, di dare delle risposte in modo anche dinamico e in molti casi superando le rigide competenze costituzionali dei diversi enti, riuscendo a trovare una sintesi. Vi sono state anche delle discussioni, delle volte anche accese, pero’ penso che siano state mirate, da punti di vista diversi, a dare risposte al Paese”.

Non a caso “Noi abbiamo proposto l’istituzionalizzazione della Conferenza delle Regioni, e se questo passasse attraverso una riforma costituzionale non potremmo che esserne contenti” aggiunge Fedriga. “Se il Parlamento volesse andare in questa direzione troverebbe certamente l’appoggio della Conferenza. Credo che favorire un processo di questo tipo favorirebbe ancora di piu’ la collaborazione istituzionale”.

Rivendica il ruolo delle Regioni nella gestione dell’emergenza Covid-19 anche il presidente della Regione Puglia e vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Michele Emiliano Abbiamo messo in opera, come avviene anche quotidianamente, una macchina sanitaria senza precedenti nella storia della Repubblica che ha attuato azioni di tutti i tipi e che costituisce un valore fondamentale da custodire da parte del Parlamento”. Così , in audizione presso la Commissione parlamentare per le questioni regionali. “La lezione da imparare dalla pandemia e’ che serve un Sistema Sanitario di massa uguale per tutti e capace di reagire ad ogni tipo di emergenza o di ordinaria emergenza. Questa lezione – ha sottolineato – dice che della sanità pubblica non possiamo fare a meno, non possiamo fare a meno di avere una capacità strategica non solo di scrivere piani pandemici, ma deve trasformarsi in un potenziamento della medicina del territorio e dei dipartimenti di prevenzione”.

“Il Parlamento ha una occasione straordinaria, anche grazie al Recovery Fund, di ridisegnare il sistema sanitario scolastico italiano in termini di prevenzione non solo della pandemia”, una “opportunità, non un costo, perché intercettare a quell’età il bisogno di salute del cittadino significa prevenire moltissime situazioni che possono determinare un appesantimento dei costi e sofferenze inutili”. sottolinea Emiliano. Con la pandemia è stata “messa in moto una macchina sanitaria senza precedenti nella storia della Repubblica, segnalando che “è necessario un sistema sanitario di massa, uguale per tutti, poiché della sanità pubblica non possiamo fare a meno”.

Emiliano ha definito un “gravissimo errore” la scelta di “demolire il sistema sanità scolastico qualche decennio fa con l’intento di risparmiare”. Una assistenza di sanità scolastica è un “lavoro che le regioni possono fare, ma non a invarianza di budget”. L’ipotesi di Emiliano è “prevedere la figura di un medico scolastico con infermieri collegati ai dipartimenti di prevenzione che possano fare visite periodiche dei ragazzi anche solo per accertare obesità, problemi alimentari”, quando non problemi di “socializzazione anche con psicologi”.

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