Cronache dai Palazzi

Cinque mesi di crescita consecutiva permettono all’indice della produzione industriale di tornare ai livelli precedenti la pandemia. Il balzo dell’1,8% registrato nel mese di aprile 2021 riporta la produzione industriale del nostro Paese al di sopra dei livelli di febbraio 2020.

“I dati economici stanno significando che il Paese è ripartito. La polemica sul blocco dei licenziamenti e la sua proroga credo che ormai abbia perso ogni fondamento”, ha affermato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. Nella pratica il blocco dei licenziamenti è tra le questioni più spinose di questi giorni e politica e sindacati mirano a raggiungere un accordo in vista del 30 giugno che potrebbe essere la data in cui gli imprenditori riprendano i tagli della forza lavoro.

Le forze politiche sono divise per quanto riguarda la data di proroga del blocco dei licenziamenti. Il Pd ha proposto ulteriori 13 settimane di cassa Covid aggiuntiva, dal primo luglio a fine settembre per le imprese in difficoltà. Il Movimento Cinque Stelle mira invece alla proroga del blocco fino al primo settembre, mentre Leu fini al 31 ottobre anche in attesa di una riforma degli ammortizzatori sociali che però vedrà la luce solo entro la fine di luglio, di concerto con il decreto Sostegni bis che è all’esame del Parlamento e la cui conversione in legge è prevista per i primi di luglio.

“È necessario ragionare in un’ottica trasversale tra i partiti di governo su uno sblocco graduale, superando posizioni ideologiche precostituite”, ha spiegato la sottosegretaria al Lavoro, Rossella Accoto che per la riforma degli ammortizzatori sociali, e ogni tipo di riforma, auspica “una maggioranza forte e coesa” per realizzare ogni cambiamento “in tempi brevi e contingentati”.

Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti (Lega) propone uno “sblocco selettivo” considerato però “inapplicabile” dai Cinque Stelle. Per il Pd di Enrico Letta la selettività può essere invece una strada da percorrere dato che “la ripresa è asimmetrica, quindi dobbiamo tutelare i lavoratori”, ha affermato il segretario dem. La Cisl insiste, a sua volta, sulla proroga del blocco dei licenziamenti al 30 ottobre e chiede a Palazzo Chigi di riaprire il confronto con il sindacato.

La strada sembra comunque in salita. Secondo l’Istat “tutti i principali settori di attività registrano incrementi su base mensile, tra cui spicca quello osservato per i beni strumentali. In termini tendenziali, l’indice registra fortissimi incrementi per quasi tutti i settori, dovuti ai livelli produttivi particolarmente bassi dell’aprile dello scorso anno”. I balzi in alto più evidenti sono: industria tessile e abbigliamento (+363,2%), fabbricazione di mezzi di trasporto (+327,3%); fabbricazione di articoli in gomma e plastiche (+149,3%) che, secondo l’Istituto nazionale di statistica, sono tali anche “in ragione del dato eccezionalmente basso di aprile 2020” a causa del lockdown. Ad aprile 2021 l’indice della produzione industriale ha registrato un +79,5% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. In pratica tutti i settori economici sono in ripresa tranne il settore farmaceutico che registra una flessione del 3,2%. Secondo l’Istat si registrano “aumenti congiunturali in tutti i raggruppamenti principali di industrie: variazioni positive caratterizzano i beni strumentali (+3,1%), l’energia (+2,4%), i beni intermedi (+1,1%) e i beni di consumo (+0,5%)”. Dati che confortano anche i sindacati per cui è lecito “sperare che l’industria italiana abbia iniziato il percorso di ripresa”.

Le aziende per molti versi più che licenziare faticano a trovare le competenze necessarie. “Mancano elettricisti, verniciatori, falegnami, tutte professionalità che non si trovano”, ha affermato il presidente di Confimi, Paolo Agnelli, che aggiunge: “l’89,5% delle imprese manifatturiere non licenzierà e un altro 35% sta cercando personale e questa catastrofe annunciata dopo lo sblocco non la vedono”. Secondo un’indagine Federmeccanica il 16% delle imprese prevede d’incrementare l’occupazione e solo l’8% una diminuzione. Sul fronte licenziamenti secondo uno studio dell’Ufficio parlamentare di bilancio sarebbero circa 70 mila i possibili licenziamenti in un futuro prossimo. Si prevede infine un incremento dei contratti a termine anche in vista dell’estate legata a contratti stagionali. Nel solo mese di aprile 2021 sono stati 96 mila le nuove posizioni lavorative a tempo determinato.

In questo frangente alla resilienza del manifatturiero si aggiunge la ripresa dei servizi in particolar modo del settore della ristorazione. I consumi legati alle famiglie sono comunque ancora deboli (in media spendono 250 euro al mese in meno rispetto al 2019) prediligendo il risparmio.

Dal G7 in Cornovaglia il premier Draghi ha ribadito l’essenzialità della “coesione sociale” che è “un dovere”. Per poter offrire lavoro occorre inoltre fare più investimenti. È necessario cavalcare l’onda della ripresa strutturandola, per poter recuperare un anno pesantemente improduttivo a causa della pandemia. “Questo è un buon periodo per l’economia mondiale. La ripresa ha avuto un forte picco e le politiche attuate durante la fase più acuta della pandemia si sono mostrate corrette”, ha affermato Mario Draghi al G7 nel corso del suo intervento sulla ripresa economica. Draghi ha introdotto una sessione dedicata alla ricostruzione post-Covid delle economie e dei sistemi sociali.

“Ci siamo concentrati su misure di sostegno rivolte alle imprese e alle persone. Ora ci stiamo orientando sempre di più sulla spesa per gli investimenti e meno su forme di sussidio”, ha spiegato il presidente del Consiglio sottolineando che “ci sono ottimi motivi per avere una politica di bilancio espansiva”, sia per rafforzare la crescita sia per proteggere i lavoratori in questa fase di profonda transizione dell’economia. La crescita economica è di certo il modo migliore per garantire la sostenibilità dei conti pubblici.

Il premier Draghi ha inoltre spiegato che “è necessario mantenere un quadro di politiche di bilancio prudente nel lungo periodo, per rassicurare gli investitori ed evitare politiche restrittive da parte delle banche centrali”.

Nessun confronto con il passato, questa fase di ripresa va gestita in maniera assolutamente diversa dalle precedenti: “In passato in occasione delle altre crisi, nei nostri Paesi ci siamo dimenticati la coesione sociale”. Oggi abbiamo il “dovere morale” di agire diversamente, ha puntualizzato Draghi rimarcando l’importanza delle politiche attive del lavoro per aiutare i più deboli, in particolar modo le donne e i giovani.

Un altro obiettivo fondamentale è la vaccinazione dei popoli più poveri, da qui l’annuncio degli Stati Uniti di Joe Biden che doneranno mezzo miliardo di vaccini Pzifer per aiutare i Paesi che ne hanno bisogno. “In questo momento i nostri valori ci dicono che dobbiamo fare tutto il possibile per vaccinare il mondo contro il Covid-19” ha twittato il presidente Biden.

Ambiente, vaccini, lavoro e coesione sociale sono i binari principali da percorrere per una ricostruzione post pandemia fondata su una politica economica “più verde”, espansiva e solidale. In quest’ottica sul piatto del G7 sono stati messi 100 miliardi di dollari all’anno per aiutare le economie dei Paesi più poveri. Il premier britannico Boris Johnson ha a sua volta suggerito la creazione di “un Radar Globale per le Pandemie”, per prevenire nuove catastrofi azionando dei “meccanismi di allerta precoce per le minacce future”, perché se un altro virus letale dovesse subentrare e scatenare un’altra grave pandemia a nulla saranno serviti gli sforzi e i sacrifci affrontati fino ad oggi a causa del Coronavirus.

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