Italia delle Regioni
“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel settore dei servizi pubblici locali è per l’Italia e per il Mezzogiorno, in particolare, un’occasione straordinaria e irripetibile sia per il potenziamento che per l’ammodernamento delle infrastrutture dei servizi a rilevanza economica. Ma prima di discutere delle grandi opportunità che si apriranno con questi fondi occorre affrontare due problemi specifici: le liberalizzazioni delle aziende e la mancata attuazione dell’articolo 177 del Codice degli appalti che obbliga alla cessione dell’80% dei contratti di lavori, servizi e forniture relativi alle concessioni” ha sottolineato Antonio Decaro intervenuto al convegno in qualità di presidente dell’Associazione dei Comuni Italiani Anci.
“Le liberalizzazioni che riguardano le aziende comunali a capitale pubblico o misto non sono decollate e pongono molte incertezze dal punto di vista normativo e in un contesto economico che rende difficile la competitività sul mercato” ha spiegato Decaro. Quanto invece alle cessioni obbligatorie previste dall’articolo 177 del codice appalti, il presidente ha ricordato come “Anci sia riuscita ad ottenere varie proroghe rispetto alla scadenza originaria. Ma se guardiamo al 31 dicembre 2021, tanto più dopo l’emergenza Covid, non è tecnicamente possibile predisporre gli atti per le esternalizzazioni, a rischio di provocare gravi ritardi nella gestione dei servizi. Mi auguro – ha proseguito – che con il Governo si trovi lo spazio per una soluzione, partendo dal principio inserito nell’ultimo decreto approvato dal Cdm, per cui possono essere bypassate tutte quelle norme che vanno oltre le richieste del legislatore comunitario. L’Unione europea, infatti, sostiene che non si possono affidare servizi senza concorrenza, non che non si possa affidare gli stessi servizi in house tanto più se è previsto il controllo del proprietario dell’azienda”.
Venendo ai contenuti specifici del Pnrr, il presidente Anci si è detto soddisfatto dell’attenzione dedicata al Mezzogiorno con il 40% delle risorse destinate: “Su queste risorse Anci ha individuato alcune linee di intervento, a partire dal rinnovo delle flotte degli autobus, con oltre 3,5 miliardi entro il 2026 per l’acquisto di 3360 bus a bassa emissione, ma allo stesso tempo ha richiamato la necessità per i Comuni di avere un ruolo chiave nella governance del PNRR almeno per quanto riguarda i progetti di cui saranno diretti attuatori: “I sindaci possono essere attori protagonisti del Pnrr, lo dice la nostra storia, quella del nostro Paese che si è sempre affidato ai Comuni nei momenti di difficoltà e lo dicono i dati: nel 2019 i municipi hanno investito il 25% di tutte le risorse per opere pubbliche nazionali”.
Ma secondo il sindaco di Bari Decaro, rimangono due i nodi da sciogliere: “Come sindaci vorremmo evitare la logica dei decreti interministeriali con assegnazioni alle Regioni che a loro volta devono istruire procedure di bando per i comuni. Si segua, invece, il modello già adottato con il provvedimento sui centri estivi: si stabiliscano delle linee guida assegnando le risorse direttamente ai Comuni”. E dall’altro “serve un piano organico straordinario di assunzione di personale anche se a tempo determinato. Va bene il primo passo con la possibilità di avere 2800 nuove unità nelle amministrazioni del Sud ma ora si proceda con interventi più mirati per l’attuazione del Pnrr con personale specializzato da assumere almeno fino al 2026”.
E’stata recentemente raggiunta l’intesa nella Conferenza Unificata sul Decreto di riparto delle risorse aggiuntive del fondo per le politiche della famiglia, per il finanziamento delle iniziative dei Comuni da attuare nel periodo 1° giugno-31 dicembre 2021. Si tratta di 135 milioni per il potenziamento dei centri estivi, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa destinati alle attività dei minori.
La Conferenza delle Regioni ha però presentato alcune raccomandazioni segnalando la necessità di tener conto delle singole programmazioni regionali e l’opportunità, considerando il ritardo con cui vengono trasferite le risorse di dar possibilità ai Comuni di utilizzare le eventuali risorse residue rinvenienti da economie dell’anno precedente.
I fondi vengono assegnati direttamente ai Comuni per iniziative di potenziamento dei centri estivi, i servizi socioeducativi territoriali e i centri con funzione educativa e ricreativa destinati ai minori (0/17 anni) nel periodo 1 giugno/31 dicembre 2021. Le risorse sono ripartite tra le regioni in base alle percentuali già fissate per il fondo politiche della famiglia e successivamente erogate a tutti i Comuni dal Dipartimento della Famiglia, tenuto conto dei dati relativi alla popolazione minorenne residente sulla base dei dati ISTAT relativi all’ultimo censimento.
Anche quest’anno l’ANCI ha collaborato con il Dipartimento della Famiglia per velocizzare e garantire ai Comuni le risorse per l’organizzazione dei centri estivi e fornire ai cittadini un servizio capillare e puntuale.
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