Cina e sovranisti
I “sovranisti” europei – Salvini, la Meloni, la Le Pen e l’ungherese Orban – hanno stretto un patto di alleanza, in vista della formazione di un gruppo unificato al Parlamento Europeo. Accantonata l’uscita dall’euro e altre stranezze, i “sovranisti” vogliono agire contro l’Europa dei tecnocrati di Bruxelles e dell’austerity.
Niente di male in sé, se non fosse ovvio e legittimo il dubbio che questa gente vuole in realtà minare alle radici l’integrazione europea, per recuperare piena libertà d’azione ciascuno nel proprio Paese. Berlusconi, che vuole il partito unico della Destra in Italia, e il cui partito è membro del gruppo dei Popolari a Strasburgo, come la mette? Ma Berlusconi ormai gioca per sé e solo per sé: ha ormai annunciato ufficialmente che punta al Quirinale e dice di aver più di 400 grandi elettori con lui (presumibilmente, i parlamentari di Destra). Quindi di coerenza ed europeismo gli importa poco e trovarsi nella stessa sponda di un Orban non lo turba affatto.
Mentre queste cose meschine avvengono da noi, andiamo all’opposto del mondo, in Cina, e leggiamoci il discorso che il Presidente Xi ha pronunciato in occasione del centesimo anniversario del Partito Comunista: un discorso molto duro, quasi provocatorio, nel quale ha sfidato praticamente il mondo e minacciato chiunque cerchi di frapporsi all’irresistibile ascesa della potenza cinese.
In altre parole: mentre Pechino fa la voce sempre più grossa, in Europa un certo numero di sconsiderati gioca con il fuoco tentando di distruggere quell’unità europea che è la sola nostra garanzia di resistere, assieme agli Stati Uniti, all’espansionismo cinese, non solo economico ma ora anche militare.
Che non lo capiscano personaggi come Salvini e la Meloni, protofascisti attardati a una visione del mondo che economia globale e strumenti militari nuovi hanno completamente obliterata, non deve stupire: sono politicanti che guardano all’immediato e cavalcano come possono sentimenti e risentimenti irrazionali. Ma che questo possa essere avallato da Berlusconi, che ha governato molti anni e il mondo lo conosce, si spiega solo ammettendo che la voglia di Quirinale, per improbabile che appaia, sta accecando il caro vecchietto.
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