Italia delle Regioni

Il 6 luglio scorso le Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera hanno audito una delegazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome nell’ambito dell’esame dello Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante l’individuazione di ulteriori interventi infrastrutturali e dei commissari straordinari individuati per ciascuna opera. L’occasione ha consentito al coordinatore della Commissione infrastrutture della Conferenza delle Regioni, il vicepresidente della Campania, Fulvio Bonavitacola, di esprimere la necessità nella definizione del Dpcm di un puntuale e rigoroso rispetto dell’articolo 117 della Costituzione. Un presupposto necessario in una visione strategica che dia efficacia all’azione amministrativa e che quindi deve puntare al raccordo Stato-Regioni.

Purtroppo l’elaborazione dello schema di provvedimento non è stata preceduta da un’adeguata interlocuzione istituzionale. Tra i principi che suscitano maggiore perplessità, quello che ad ogni opera debba necessariamente corrispondere un commissario. Da qui l’appello al Parlamento e al Governo ad adoperarsi per il ripristino del principio della leale collaborazione, garantendo il massimo coinvolgimento delle Regioni anche nella scelta dei Commissari.

Lo stesso Ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, anch’egli intervenuto in una successiva  audizione nelle Commissione riunite Ambiente e Trasporti della Camera, riconosce di aver “ricevuto una lettera recentemente in cui è stata segnalata una certa insoddisfazione” da parte delle  regioni sui commissariamenti delle infrastrutture e ”a strettissimo  giro abbiamo risposto e quindi ci sarà un incontro a brevissimo”. Secondo il ministro “Il punto chiave è che i presidenti hanno in gran parte già dato la  loro assenso ai commissariamenti”, aggiunge. ”Siamo in rapporto  stretto con le regioni perché crediamo molto nel loro contributo”  sottolinea Giovannini. “Anche in queste ore stiamo interloquendo con  loro sui i criteri di distribuzione del fondo complementare, quindi i  rapporti con le regioni sono continui e attenti”.

E comunque sono ben “101 le opere per le quali sono stati attivati, o proposti, i poteri derogatori previsti dall’art 4 del decreto-legge 32/2019. L’incidenza territoriale complessiva dei 101 interventi è così articolata: al Nord 28 opere per 28,7 miliardi di euro, al Centro 29 opere per 27,1 miliardi, al Sud 44 opere per 40 miliardi. Il totale complessivo ammonta a circa 96 miliardi di euro”, ha sottolineato il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili.

“La maggior parte degli interventi – ha riconosciuto Giovannini – sono di rilevanza esclusivamente locale o regionale. In ragione di ciò si è proceduto ad avviare l’interlocuzione con i presidenti delle Regioni interessate per l’acquisizione delle relative intese. Finora sono state acquisite le intese di 12 Regioni su 15; si attendono le intese di Trentino Alto Adige, Emilia-Romagna e Puglia”. “Quanto ai commissari straordinari hanno tutti requisiti di alta professionalità tecnico e amministrativa”, ha precisato il Ministro Giovannini.

Da  segnalare il provvedimento della Regione Lazio che ha approvato la scorsa settimana lo standard minimo del percorso formativo per gli operatori di fattoria didattica, necessario per l’attivazione dei corsi da parte di Enti autorizzati e accreditati dalla Regione. Un lavoro di concerto delle due direzioni, agricoltura e formazione, che ha definito i moduli formativi necessari al rilascio dell’attestato: analisi del contesto di riferimento normativo, assicurativo, fiscale, sicurezza e norme igieniche (almeno 6 ore), elementi di conoscenza su ambiente, territorio, alimentazione e salute (almeno 6 ore), rapporto con il mondo della scuola e il progetto didattico (almeno 6 ore), laboratorio su percorso didattico e comunicazione (almeno 12 ore) per una durata complessiva di almeno 12 ore con verifica finale.

“È un passo importante – dichiara l’Assessore Enrica Onorati – nell’ambito delle molteplici opportunità che la diversificazione e la multifunzionalità dell’agricoltura offrono alle comunità e alle persone. L’agricoltura non è più, infatti, solo produzione di prodotto ma anche offerta di servizi, che molto spesso compensano l’assenza o la carenza di politiche sociali attive. Le fattorie didattiche svolgono un ruolo strategico nella diffusione della conoscenza del patrimonio rurale, del contesto agricolo e dei suoi prodotti, e di una educazione volta al consumo responsabile e consapevole – non solo verso la propria salute personale ma anche a tutela dell’ambiente, incentivando così la diffusione e il consumo di alimenti tipici e tradizionali e di buone pratiche ambientali. Oggi questa virtuosa pratica di diversificazione dell’attività agricola vede riconosciuto un percorso chiaro e sistematizzato per la formazione dell’operatore e operatrice di fattoria didattica e ringrazio davvero le due Direzioni, la nostra agricoltura e la formazione del collega Di Berardino, per aver lavorato di concerto su un testo che semplificherà le procedure di riconoscimento formativo”.

“Diamo il giusto riconoscimento – dichiara l’Assessore Claudio Di Berardino – al valore educativo e formativo delle fattorie didattiche. Questi contesti, particolarmente affascinanti per i più piccoli e non solo, sono in grado di esercitare un ruolo importante per l’apprendimento in diversi settori e è giusto che siano condotti da personale adeguatamente preparato”.

Gli imprenditori agricoli, se non già in possesso di altri titoli come laurea o diploma di perito agrario, dovranno sostenere un percorso formativo che attesti la loro preparazione in materia di progettazione, organizzazione e gestione delle varie attività, sulla salute e sicurezza degli ambienti, su conoscenze in campo alimentare e ambientale, nonché su aspetti legati strettamente alla didattica e alla comunicazione.

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