Semestre UE, Presidenza alla Slovenia
Dopo il Portogallo arriva il turno per la Slovenia di assumere, dal 1 luglio 2021, la presidenza del Consiglio dell’Unione europea. Questa è la seconda volta che la Slovenia detiene la presidenza del Consiglio dell’UE, la prima volta fu nel 2008. A succedergli sarà la Francia dal 1 gennaio 2022. Gli obiettivi principali, durante i prossimi sei mesi di presidenza, sono quelli di facilitare la ripresa dell’UE e di renderla più resiliente. Il 6 luglio, il Primo Ministro Janez Janša ha discusso il programma di presidenza con gli eurodeputati a Strasburgo. Prima di allora, Janša e il Governo sloveno avevano già avuto occasione di presentare il proprio programma all’incontro del 26 maggio con il presidente del Parlamento europeo David Sassoli e con i leader dei gruppi politici. La Slovenia ha definito il suo programma semestrale di presidenza del Consiglio dell’Unione europea in quattro settori prioritari. Ispirandosi al motto “Insieme. Resiliente. Europa”, si impegnerà per una ripresa e una maggiore resilienza dell’UE, riflettendo sul futuro dell’Europa, per rafforzando lo Stato di diritto e i valori europei, nonché consolidare i partenariati nei paesi vicini e nel mondo.
La Presidenza slovena, con il sostegno dei lavori dell’Alto rappresentante dell’Unione per la politica estera e di sicurezza comune, intende fare il necessario per rafforzare le relazioni transatlantiche. Lavorare a stretto contatto con gli Stati Uniti e la NATO sulla base di principi, valori e interessi comuni è la migliore garanzia per rafforzare la posizione dell’UE nella comunità internazionale e per facilitare gli interessi comuni degli Stati membri. Si presterà particolare attenzione ai paesi dei Balcani occidentali, al loro futuro europeo e alla continuazione credibile del processo di allargamento dell’UE. Lavoreremo per la ripresa economica dei paesi della regione. Per garantire uno sviluppo sostenibile, vogliamo lavorare con loro per realizzare la transizione verde e digitale e migliorare la connettività all’interno della regione e con l’Unione europea. La Presidenza slovena intende concentrare i propri sforzi sul rafforzamento della resilienza della regione, anche nel campo della cibernetica. La linea guida di base dei nostri sforzi sarà quella di creare un futuro positivo per i giovani. A tal fine, in autunno si terrà in Slovenia un vertice UE-Balcani occidentali. Durante la sua presidenza, la Slovenia si concentrerà anche sul rafforzamento della sicurezza dell’UE. In questo contesto, il regime di Schengen è di fondamentale importanza. Ci sarà in primo piano la creazione di uno spazio Schengen più forte, solido e preparato alle sfide in modo da garantirne il pieno funzionamento. Al fine di assicurare una gestione più efficace delle pressioni migratorie, la Slovenia si adopererà per progredire nei negoziati su un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo e per rafforzare il ruolo dell’Unione europea nel campo della dimensione esterna della migrazione.
Durante il semestre, la Presidenza slovena vuole arrivare alla costruzione di un’unione europea della salute. Vogliamo anche rafforzare l’autonomia strategica dell’UE e aumentare la sua capacità di garantire la disponibilità di medicinali e dispositivi medici e di accelerarne la ricerca, lo sviluppo e la produzione. Siamo favorevoli a una proposta ambiziosa per istituire un nuovo organismo europeo per la risposta alle emergenze sanitarie – HERA. Al fine di mitigare le conseguenze sociali ed economiche, un’importante priorità della Slovenia sarà l’effettiva attuazione dello strumento Next Generation EU e del meccanismo per la ripresa e la resilienza, auspicando al riguardo la quanto mai rapida adozione di programmi nazionali di ripresa. Sulla base della relazione annuale della Commissione europea, la Presidenza slovena del Consiglio dell’UE condurrà un dialogo annuale sulle condizioni dello Stato di diritto nell’UE e nei singoli Stati membri.
Secondo il Presidente Sassoli “Questa mattina abbiamo avuto una discussione lunga e dettagliata con i leader dei gruppi politici del Parlamento sulle priorità della prossima presidenza slovena. Ci siamo concentrati su temi strategici importanti, ad esempio come aumentare la resilienza dell’Unione europea, come affrontare la crisi sanitaria ancora in corso, o la questione della sicurezza informatica e lo stato di diritto. È stata una discussione ad ampio raggio incentrata sulle priorità delineate dalla Presidenza. La presidenza slovena arriva in un momento cruciale per l’Europa, mentre cerchiamo di ricostruire la nostra Unione dopo la pandemia di COVID-19“.
Romana Tomc (EPP, SI) ha dichiarato: “La presidenza arriva in un momento strategicamente molto importante… l’Unione europea sta affrontando molte sfide, dalla ripresa dopo la crisi di Covid-19, alla una trasformazione verde e digitale dell’economia, tale da preservare il modello sociale europeo, così come i problemi di sicurezza. La nostra grande responsabilità, come Paese che assume la presidenza del Consiglio, è quella di partecipare attivamente a queste domande sul futuro dell’UE, questa è anche un’opportunità per far sentire la nostra voce e la nostra opinione“.
Tanja Fajon (S&D, SI) si auspica che “La presidenza slovena sostenga in primo luogo lo stato di diritto, in secondo luogo una prospettiva europea per i paesi dei Balcani occidentali e in terzo luogo un alto livello di consenso nell’adozione di misure per sostenere la ripresa economica e sociale dell’UE dopo la crisi sanitaria e la transizione verde. Spero che la presidenza prenda una direzione che riaffermi la posizione e la reputazione della Slovenia come alleato e forte sostenitore dell’UE unita e solidale”.
Klemen Grošelj (Renew, SI) ha criticato alcune recenti azioni dei governi UE, rinnovando l’auspicio che la presidenza slovena “Segua i valori e i principi su cui si basa l’UE. Vorrei che la Slovenia fosse come una volta, un difensore e un promotore dei principi e dei valori dello Stato di diritto, della libertà di stampa, dell’indipendenza della magistratura, nonché un Paese che si distingue per il dialogo democratico con i settori non-governativi e con la società civile“.
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