Le ripercussioni di Pegasus
L’inchiesta condotta dal Guardian sul sistema di spionaggio elettronico “Pegasus” creato dalla compagnia israeliana NSO sta avendo ripercussioni importanti in molti paesi che sono risultati oggetto dello spionaggio: in Francia, il Presidente Macron, il cui telefono era nella lista di quelli segnalati come “obiettivi”, ha avviato un riesame delle procedura di sicurezza (e intanto ha cambiato tutti i suoi numeri di telefono). A quanto pare, i telefono suo e di molti membri del suo governo erano spiati da un’Agenzia marocchina. In Inghilterra, è cominciato un dibattito parlamentare nella Camera dei Lords, essendo apparso che molti rappresentanti dell’establishment britannico erano spiati dagli Emirati Arabi Uniti. In Ungheria, l’opposizione accusa violentemente il Primo Ministro Orban di spiare avversari politici e giornalisti. Lo stesso in India. In Messico, la consorte del Presidente Lopez Obradot ha chiesto al Ministero della Giustizia di aprire un’indagine, essendo il suo telefono risultato controllato.
Sono alcuni esempi, che non esauriscono l’onda di preoccupazione sollevata dappertutto dalla scoperta del Guardian. Il problema si è posto naturalmente anche in Israele. Il Governo favorisce sempre gli exploit della scienza e della tecnologia israeliana, che sono uno strumento per la sicurezza nazionale, ma non vuole rischiare problemi diplomatici con Paesi come la Francia o la Gran Bretagna.
Dubito comunque che interverrà molto per chiudere o limitare seriamente l’esportazione dei prodotti della NSO, almeno finché in tutto il mondo lo scandalo non si faccia davvero tanto grande e serio da danneggiare l’immagine di Israele. Cosa non facile finché la battaglia sarà condotta solo, o principalmente, dal pur autorevole e diffuso Guardian.
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