Cronache dai Palazzi
Green pass è la parola d’ordine di questi giorni. Dal 6 agosto certificazione verde obbligatoria per ristoranti al chiuso, parchi tematici, centri termali ed ancora per partecipare ad eventi, congressi e concorsi pubblici, per entrare allo stadio, al cinema, a teatro, ma anche per andare in palestra o in piscina.
L’idea di Confindustria è rendere inoltre obbligatorio il green pass anche per accedere al luogo di lavoro, un’ipotesi che è circolata all’interno delle direzioni regionali ma che non è stata ben accolta dai sindacati. Si ipotizza nello specifico “l’estensione dell’utilizzo delle certificazioni verdi per accedere ai contesti aziendali-lavoristici, avviando interlocuzioni con il governo ai fini di una soluzione normativa in tal senso”. In pratica esibire il green pass “dovrebbe rientrare tra gli obblighi di diligenza, correttezza e buona fede su cui poggia il rapporto di lavoro”, di conseguenza “il datore, ove possibile, potrebbe attribuire al lavoratore mansioni diverse da quelle normalmente esercitate, erogando la relativa retribuzione”. Nel caso in cui il lavoratore dipendente non fosse in possesso della certificazione “il datore dovrebbe poter non ammettere il soggetto al lavoro, con sospensione della retribuzione in caso di allontanamento dell’azienda”. La proposta, come spiega la direttrice generale di viale dell’Astronomia, Francesca Mariotti, “costituisce, insieme alla disponibilità alla vaccinazione nei luoghi di lavoro, un ulteriore contributo delle imprese per la tutela della salute pubblica”.
Lo spettro di una nuova ondata di contagi, soprattutto dopo l’estate con la ripresa della stagione autunnale, spaventa il settore aziendale: “La sicurezza sul lavoro è una priorità assoluta e Confindustria ha l’obiettivo di fare il possibile per evitare focolai costringendo le aziende al blocco della produzione che ha costi altissimi”, ha ammonito il presidente di Unioncamere Veneto Mario Pozza condividendo la proposta dell’associazione degli industriali.
Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando esclude comunque “proposte unilaterali”, auspicando “un confronto costante” come è avvenuto per le vaccinazioni all’interno delle aziende. Orlando rassicura: “Vedremo come potremo calare suoi luoghi di lavoro la normativa che verrà a determinarsi per il contesto generale, questo è il metodo che dobbiamo seguire e mi sembra che fin qui abbia funzionato, bisogna andare avanti così”.
I sindacati contestano l’ipotesi al vaglio di Confindustria: Fiom-Cgil la definisce “vergognosa” accusando l’associazione degli industriali che “non considera i lavoratori dei cittadini ma solo fattori di produzione”. La Cisl ricorda di “rispettare il protocollo del 6 aprile sulle vaccinazioni in azienda” – un protocollo straordinario sulla sicurezza nei luoghi di lavoro siglato dalla stessa Confindustria con Cgil, Cisl, Uil – e comunque “porre dei vincoli di accesso ai luoghi di lavoro tramite il green pass non rientra nel perimetro del protocollo: è una modalità discriminatoria che non può essere imposta con una circolare alle aziende”. Di fatto Confindustria mira a demansionare o tenere a casa coloro che rifiutano il vaccino e il tampone, con l’obiettivo di garantire la sicurezza dei luoghi di lavoro anche in virtù dell’articolo 2087 del Codice civile.
A proposito di obbligatorietà il presidente della Camera, Roberto Fico, parla di “forzatura” e di “idea sui generis” affermando: “Se non si è arrivati alla obbligatorietà e c’è un obbligo indiretto determinato dall’obbligo di green pass per fare determinate cose, allora il dibattito deve essere chiaro all’interno del governo e del Parlamento”.
L’alto livello di contagiosità della variante Delta ha già rallentato il ciclo dell’economia che nell’ultimo periodo aveva registrato una flebile ma significativa risalita. Nell’ultimo mese in Italia e in tutta la zona euro il rendimento dei titoli di Stato ha accusato un calo di circa 20 punti (0,20%) quasi a temere un nuovo crollo dei consumi e degli investimenti. L’Italia e tutta l’Europa non possono di certo permettersi una nuova ondata di recessione a causa della pandemia, da qui l’introduzione del green pass anche nei luoghi di lavoro per estendere la sicurezza del sistema Paese e per incoraggiare gli italiani a vaccinarsi: “Gli italiani si vaccinino, devono proteggere se stessi e le loro famiglie”, ha ammonito il premier Draghi.
Non a caso l’annuncio dell’introduzione del green pass obbligatorio in molti luoghi dal 6 agosto, attraverso un decreto di Palazzo Chigi, ha incrementato in maniera esponenziale le prenotazioni per potersi vaccinare: “Abbiamo registrato un incremento delle prenotazioni che va da un +15% a +200% a seconda delle Regioni. In Friuli Venezia Giulia abbiamo registrato un +6000%”, ha dichiarato il generale Figliuolo.
Per ora la polemica a proposito di green pass è riservata ai luoghi del tempo libero, mentre per quanto riguarda gli ambienti di lavoro le condizioni sono ancora tutte da definire. La situazione potrebbe essere molto simile a quella già registrata per il personale medico-sanitario per il quale il decreto legge n.44/2021 già dispone l’obbligo di vaccinazione prevedendo per i renitenti la possibilità di essere spostati a mansioni che non comportino il contatto con altri dipendenti o pazienti, oppure la sospensione dalla retribuzione o addirittura dal lavoro. In ballo anche la negoziazione di un limite di addetti in base al quale l’accesso alle imprese piccole o molto piccole non sia soggetto alla certificazione verde. Già dalla prossima settimana, inoltre, il ministro del Lavoro Orlando dovrebbe firmare, in accordo con le parti sociali, un documento contenente le linee guida della riforma degli ammortizzatori sociali, tra cui la cassa integrazione estesa anche al piccolo commercio ed eventuali modifiche agli assegni di disoccupazione. Il costo delle misure resta comunque tutto da valutare anche in accordo con il ministro dell’Economia Franco.
In questo frangente per il governo l’obiettivo principale è proseguire a pieno ritmo con la campagna vaccinale cercando di fronteggiare un certo rilassamento da parte dei cittadini, in particolar modo di fronte ad una variante molto contagiosa come la Delta. Per ora scuola, lavoro e trasporto pubblico sono settori rimasti fuori dall’ultimo decreto che dovrebbe entrare in vigore dal 6 agosto mentre si fa strada l’idea di vaccinare la maggior parte degli insegnanti e del personale scolastico: “Faremo ogni sforzo perché tutti siano tra i banchi in presenza dal primo giorno”. Lo stato di emergenza è prorogato fino alla fine del 2021.
Per viaggiare su treni, aerei e navi non sarà necessario essere muniti di certificazione verde ma rimangono in vigore le regole che impongono il distanziamento per chi non è convivente. Obbligatorio anche indossare la mascherina per tutto il corso del viaggio. Sui treni si viaggia con una capienza al 50% mentre per quanto riguarda il trasporto pubblico – autobus, tram e metropolitane – la capienza è ridotta all’80%. Eventuali nuove regole per i trasporti saranno introdotte già dalla prossima settimana con un nuovo decreto che dovrebbe mettere a punto anche eventuali obblighi vaccinali per il personale scolastico e i lavoratori dipendenti.
Può ottenere il green pass, che avrà una validità di 9 mesi, ogni cittadino che ha ricevuto la prima dose di vaccino (e si appresterà a ricevere la seconda), coloro che sono in possesso di un certificato di guarigione nei precedenti sei mesi, oppure chi ha effettuato un test molecolare antigenico o salivare nelle 48 ore precedenti e ha avuto esito negativo. Per poter scaricare la certificazione verde occorrerà aver ricevuto un sms con il codice authcode che dovrà essere inserito sulla pagina Internet dgc.gov.it oppure sull’app Immuni o anche sull’app IO. Il decreto stabilisce che “possono essere utilizzate le certificazioni rilasciate in formato cartaceo” e prevede inoltre agevolazioni economiche per effettuare i tamponi, nello specifico l’articolo 5 del provvedimento specifica che “il Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure contro il Covid-19 definisce d’intesa con il ministro della Salute un protocollo d’intesa con le farmacie e con le altre strutture sanitarie al fine di assicurare fino al 30 settembre 2021 la somministrazione di test antigenici rapidi a prezzi contenuti che tengano conto dei costi di acquisto”.
In definitiva è chiaro che dal 6 agosto, per decreto, sarà necessario esibire il green pass oltre che per andare al ristorante al chiuso o sedendosi al tavolo di bar, pasticcerie e gelaterie anche per accedere a piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere e altre strutture ricettive. Ed ancora per musei, istituti e luoghi della cultura, mostre, sagre e fiere, convegni e congressi, centri termali, parchi tematici e di divertimento, centri culturali, centri sociali e ricreativi per quanto riguarda attività al chiuso, sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò. Nel contempo è obbligatorio indossare la mascherina e mantenere il distanziamento. Rimangono chiuse le discoteche: nonostante il protocollo del Cts per l’apertura delle sale da ballo al 50% con il green pass, il governo ha optato per la linea dura inserendo nel decreto una norma che stabilisce la “sospensione delle attività che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche e locali assimilati”. Il provvedimento specifica che in questo contesto “sarà istituito un fondo ristori”, un comparto che conta circa 3.000 aziende e oltre 100.000 lavoratori. Nel frattempo il Viminale ha intensificato i controlli anche nelle località di vacanza in cui sono state emesse numerose ordinanze di divieto a fronte di discoteche abusive all’aperto e al chiuso.
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