La sfida delle mogli (Film, 2019)

La sfida delle mogli è grande cinema britannico – diretto da quel Peter Cattaneo che non ha mai dimenticato il successo planetario di Full Monty – dispensa sorrisi e sentimento, dramma e leggerezza, passione e vita quotidiana, guerra e disperazione, il tutto diretto con mano salda, montaggio rapido e stupenda fotografia della campagna inglese.

L’azione si svolge in una base militare alla periferia di Londra dove sono di stanza soldati impiegati a rotazione nella guerra in Afghanistan che vivono insieme alle famiglie. Ogni volta che una spedizione parte per il fronte le mogli restano sole con la loro dose quotidiana di ansia, alcune già colpite da lutti, altre che temono la spada di Damocle che incombe sul futuro. Le donne della base, per non pensare a possibili tragedie e per tenersi occupate, decidono di mettere su un coro, che – dopo le prime delusioni – ottiene successo ed è invitato a partecipare al concerto per la Festa della Memoria, che si celebra alla Royal Albert Hall di Londra, trasmesso in diretta televisiva.

Perfette le protagoniste Kristin Scott Thomas (Il paziente inglese) – madre coraggio in cerca di motivi per vivere dopo la morte del figlio in battaglia – e Sharon Horgan, che non riesce a trovare un dialogo con la figlia ribelle. Il film è basato sulla loro rivalità e sulla diversità caratteriale (la prima metodica, la seconda improvvisatrice), sul modo in cui vorrebbero impostare le cose, anche se alla fine – dopo un litigio epocale – le due donne capiscono di essere entrambe importanti per la causa comune.

Tra i punti più toccanti della pellicola, la morte in battaglia di un giovane soldato, con la moglie che decide di continuare a far parte del coro per onorare la memoria del marito. Pare che tutto sia ispirato alla vera storia del primo coro femminile composto da mogli di soldati, dal quale ne sono nati altri, noto per una canzone di successo che è stata per lungo tempo in testa alle classifiche di vendita. Il coro delle mogli si esibisce in uno struggente finale cantando una composizione basata su stralci di lettere spedite dai mariti alle famiglie dalle zone di guerra. Tutto molto bello. Importante la parte musicale, gestita con cura nell’ambito di un’opera sempre in bilico tra commedia e dramma.

Per Fabio Canessa (Il Tirreno, 12/05/21) le protagoniste sono il fulcro della storia e lo sceneggiatore si concentra sui loro opposti caratteri, sullo scontro al femminile, per condurci verso un finale di riconciliazione. A nostro parere Military Wives (titolo originale) è un grande film corale dove ogni attore (soprattutto al femminile) riveste una parte importante, guidato con esperienza da un Peter Cattaneo (pochi film in carriera, nonostante l’Oscar mancato con Full Monty) mai così in forma. Visto al Cinema Metropolitan di Piombino, in una benemerita sala FICE di provincia. Da recuperare.

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Regia: Peter Cattaneo. Soggetto e Sceneggiatura: Rachel Tuynnard, Rosanne Flynn. Fotografia: Hubert Taczanowski. Montaggio: Anne Sopel, Lesley Walker. Musiche: Lorne Balfe. Scenografia: John Beard, Alexandra Toomey, Kate Guyan. Paese di Produzione: Regno Unito, 2019. Durata: 112’. Genere: Drammatico, Commedia. Titolo Originale: Military Waves. Interpreti: Kristin Scott Thomas (Kate), Sharon Horgan (Lisa), Jason Flemyng (Crooks), Greg Wise (Richard), Emma Lowndes (Annie), Gaby French (Jess), Lara Rossi (Ruby), Amy James-Kelly (Sarah), India Ria Armatteifio (Frankie), Laura Checkley (Maz), Sophie Dix (Beatrice), Beverly Longhurst (Hilary).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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