Italia delle Regioni
I comuni italiani dell’Anci: “Dai decreti infrastrutture un sostegno concreto al sistema portuale italiano”. La Conferenza Unificata ha espresso il 4 agosto scorso l’intesa su due schemi di decreto del Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile (MIMS), relativi, rispettivamente, al programma di interventi infrastrutturali in ambito portuale sinergici e complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per un totale di 2,8 miliardi di euro, e al programma di interventi infrastrutturali in ambito portuale a valere, per un totale di 400 milioni di euro, sul programma complementare al PNRR e sulla strategia nazionale sulla Mobilità del MIMS (programma Italia Veloce). Lo rende noto il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, presidente della Commissione Città portuali di Anci nazionale, rappresentata in Conferenza dall’assessore al Porto Ida Simonella.
Si tratta in totale di 3,2 miliardi di euro, ripartiti in annualità, che consentiranno il miglioramento di numerose infrastrutture portuali strategiche italiane, agevoleranno la loro transizione ecologica e, quindi, la trasformazione “green” dei porti. “L’intesa di oggi riguarda due atti fondamentali per la portualità italiana – spiega Mancinelli – non solo per il rilancio e per la competitività degli scali, ma soprattutto perché daranno un impulso concreto e sostanziale alla svolta sostenibile, che è ormai imprescindibile per tutti gli scali del mondo, ma è importantissima soprattutto per i nostri porti. Il tema della convivenza porto-città è infatti una peculiarità tutta italiana poiché la maggior parte delle nostre città si è sviluppata storicamente attorno alle attività e agli spazi portuali. Avremo dunque, a partire da queste risorse, l’occasione concreta di ripensare in un’ottica più sostenibile le grandi zone produttive che, di fatto, si trovano all’interno delle nostre città”.
I decreti prevedono infatti, nel dettaglio, una serie di finanziamenti dedicati allo sviluppo delle infrastrutture (hub portuali, banchine, moli, casse di colmata, logistica commerciale e dei trasporti, dighe foranee), agli interventi sui fondali e ai dragaggi, ma creano anche importanti e significative opportunità di intervento e di investimento in termini di transizione energetica della mobilità marittima, di illuminazione sostenibile per la migliore fruibilità e la valorizzazione delle aree portuali e dei waterfront, di elettrificazione delle banchine, di cold ironing, al fine di abbassare i livelli di inquinamento consentendo alle navi traghetto ormeggiate di spegnere i motori e di continuare ad alimentarsi con energia elettrica fornita da terra.
L’Incremento del Fondo delle politiche giovanili e della parità genere, “un positivo segnale per due debolezze del Paese”. La crisi pandemica si è abbattuta su un Paese già fragile dal punto di vista economico, sociosanitario e ambientale. Ad essere particolarmente colpiti sono stati donne e giovani. L’Italia è il Paese dell’UE con il più̀ alto tasso di NEET, ragazzi tra i 15 e i 29 anni non impegnati nello studio, nel lavoro o nella formazione. Il tasso di partecipazione delle donne al lavoro è solo il 53,8 per cento, molto al di sotto del 67,3 per cento della media europea.
“In questo senso, sono proprio le scelte a favore dei giovani e delle donne a rappresentare un tratto distintivo che merita di essere valorizzato: oggi, infatti, abbiamo incrementato di 35 milioni il Fondo per le politiche giovanili, il cui riparto prevede il 22% in favore dei Comuni, che porterà a raddoppiare per il 2021 le risorse destinati ai Comuni e alle Città metropolitane per azioni di sostegno ai giovani. Ringrazio la Ministra Dadone per questo impegno e per la fattiva collaborazione”. Lo ribadisce il vicepresidente vicario di Anci e sindaco di Valdengo, Roberto Pella a margine della seduta della Conferenza Unificata in cui si è affrontato anche il tema della parità di genere.
Per la prima volta il nostro Paese si dota di una Strategia Nazionale della Parità di Genere, un documento condiviso, anche in sede di Commissione pari opportunità ANCI, volto a tracciare un sistema di azioni e politiche integrate con iniziative concrete e misurabili. Il testo si fonda su cinque priorità strategiche individuate nell’ambito di altrettanti assi portanti per la parità di genere: lavoro, reddito, competenze, tempo, potere.
“L’auspicio è – ha concluso Pella – che la Strategia possa prevedere ricadute dirette e coordinate sui territori, prevedendo ad esempio l’adozione di piani comunali per la parità di genere o di osservatori per il monitoraggio degli obiettivi. Non si tratta solo di un imperativo morale e sociale per riconoscere principi di uguaglianza e meritocrazia, bensì di una scelta prioritaria per la crescita economica dell’Italia intera.
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