Cronache dai Palazzi
In arrivo i primi fondi del Recovery fund: 24,9 miliardi per 106 progetti a loro volta distribuiti in 6 missioni costituenti il Piano nazionale di ripresa e resilienza approvato dalla Commissione europea che ha, di conseguenza, concesso l’anticipo delle risorse pari al 13 per cento del totale. Almeno 15,7 miliardi dell’anticipo destinato all’Italia dovranno essere spesi entro il 2021, motivo per cui molte delle risorse serviranno per portare a termine progetti in corso favorendone la realizzazione e sostituendo stanziamenti nazionali. L’anticipo di 24,9 miliardi (8,9 miliardi a fondo perduto e 16 in prestiti) servirà anche per coprire circa 1,6 miliardi di spese fatte nel 2020.
“L’Italia e` uno dei primi Paesi a ricevere tale prefinanziamento” del Recovery. “Questo deve incoraggiarci a proseguire sul percorso di riforme tracciato e approvato dal Parlamento quattro mesi fa a larga maggioranza”, ha affermato il premier Mario Draghi. “Nei primi sei mesi di governo il Parlamento ha approvato la governance del Piano, le riforme della Pubblica amministrazione e degli appalti e importanti semplificazioni normative. Il Governo presenterà, in coerenza con il Piano, la riforma della Concorrenza e la delega per la riforma del Fisco”, ha spiegato Draghi.
Il Piano prevede, nello specifico, investimenti per beni materiali e immateriali: ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, rivoluzione verde e digitale, design e formazione. Rientrano nella missione 1 la Transizione 4.0 (1,7 miliardi) e il Fondo Simest per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. Per la trasformazione digitale si prevede un investimento di 40,3 miliardi dei 191,5 stanziati in totale e la transizione 4.0 assorbirà in particolare 24 miliardi. La missione 2, dedicata alla rivoluzione verde (59,4 miliardi), comprende anche 1,6 miliardi per la “valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei comuni” nel biennio 2020-2021 e 468 milioni per il potenziamento del Superbonus. Fa parte della missione 3 (infrastrutture) un ampio pacchetto di progetti ferroviari: la tratta Liguria-Alpi (930 milioni); la Brescia-Verona-Padova (493 milioni); la Napoli-Bari (110 milioni); la Palermo-Catania (47 milioni); la Salerno-Reggio Calabria (20 milioni). Nel Piano approvato dalla Commissione si prevede anche il rafforzamento delle linee ferroviarie metropolitane (361 milioni) e l’elettrificazione della rete nel Sud (188 milioni). Gli investimenti si estenderanno fino al 2026, saranno finanziati annualmente dall’Ue e lo stato dei lavori dovrà essere accuratamente rendicontato. La missione 4 dedicata all’istruzione comprende 650 milioni per gli asili nido, 700 per la messa in sicurezza degli edifici scolastici e 400 per la “riduzione dei divari territoriali nella scuola secondaria”. L’inclusione e` il tema della missione 5 che affronta le politiche attive del lavoro (i primi 400 milioni) e il potenziamento dei centri per l’impiego (200 milioni). La missione 6, infine, rappresenta l’investimento maggiore con 795 milioni per ammodernare le strutture ospedaliere.
“Vogliamo una ripresa duratura, equa e sostenibile: dobbiamo perciò spendere in maniera efficiente e onesta”, ha ammonito il presidente del Consiglio in occasione dell’arrivo della prima tranche di fondi europei. “L’Italia beneficia maggiormente dei fondi del programma Next Generation Eu. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è stato approvato dalla Commissione europea il 22 giugno” ed ora arrivano i primi aiuti. “L’assegnazione di queste ingenti risorse richiama tutti noi al senso di responsabilità nei confronti degli impegni presi verso noi stessi, verso il nostro futuro e verso l’Europa”, ha sottolineato il premier Draghi.
Sul fronte Covid la campagna vaccinale procede spedita, secondo i piani stabiliti, con 73 milioni di dosi somministrate in Italia e più del 70 per cento dei “cittadini vaccinabili” che ha ricevuto almeno la prima dose. “E` un risultato molto incoraggiante. Dobbiamo continuare su questa strada perché i vaccini sono lo strumento migliore per aprire una stagione diversa”, ha affermato in un tweet il ministro della Salute, Roberto Speranza.
Soddisfazione anche per il commissario per l’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, di fronte al 65 per cento degli over 12 che ha completato il ciclo vaccinale. Si tratta di “un grande risultato che si deve anche ai giovani nella fascia 12-19 anni, da soli hanno richiesto negli ultimi giorni oltre il 20% delle dosi”, ha spiegato Figliuolo. Occorre stare all’erta anche perché la variante Delta continua a seminare contagi in maniera molto veloce e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha lanciato l’allarme “zona rossa” per ben cinque Regioni italiane (Calabria, Sardegna, Sicilia, Marche e Toscana). Per i parametri italiani tali Regioni rimangono in zona bianca ma si attende comunque la fine della stagione estiva e dopo il 20 agosto le Regioni più colpite dai contagi potrebbero diventare almeno “zona gialla”. La Sicilia risulta la Regione più colpita con un tasso di positività pari al 6,8 % e un numero non trascurabile di decessi. Aumentano anche i ricoveri e i posti occupati in terapia intensiva.
Per il ritorno a scuola non e` stata ancora approvata la somministrazione del vaccino per i bambini di eta` inferiore ai 12 anni che sarà l’ultima fascia di età ad essere vaccinata. L’Accademia statunitense di Pediatria, leader del settore, ha invitato gli enti regolatori a “fare presto perché la variante Delta e` in piena espansione” e anche i più giovani possono ammalarsi in maniera piuttosto seria. Per quanto riguarda la vaccinazione dei più piccoli i pareri sono comunque diversi: c’e` chi come Franco Locatelli – coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts), ematologo al Bambin Gesù – dice che “la paura e` immotivata” in quanto “abbiamo evidenze che la vaccinazione con preparati a Rna messaggero (come Pfizer e Moderna) siano sicuri, non provoca effetti collaterali rilevanti e protegge dal rischio di complicanze fatali dell’infezione”. Mentre altri medici si dimostrano piu` prudenti, come il direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, che pur ribadendo di essere pro vax ha dichiarato: “Trovo che la bilancia rischio-beneficio penda dalla parte del primo. I casi di malattia e di eventi gravi tra i bambini sono statisticamente irrilevanti mentre di questo inoculo sappiamo ben poco”. Per di più “la popolazione pediatrica italiana è in buona salute. Inoltre c’è una valutazione sociale. I bimbi non fanno la vita dei ragazzi. Si muovono poco e stanno con i genitori”. Negli Stati Uniti i morti per Covid tra i minorenni sono stati circa 350 dall’inizio della pandemia mentre in Italia stati registrati 12 decessi tra 0 e 9 anni e altri 16 tra 10 e 18 anni, numeri esigui ma che meritano pur sempre rispetto.
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