I progetti di Bolsonaro
I sondaggi indicano che, attualmente, il 60% degli elettori brasiliani voterebbe contro la rielezione di Jair Bolsonaro (il piccolo Trump latinoamericano), soprattutto per la gestione negazionista e disastrosa della pandemia.
Sono però in molti a pensare che Bolsonaro stenterebbe ad accettare di lasciare il potere dopo un solo mandato. Una lettera aperta firmata da decine di personaggi della sinistra sudamericana ed europea, con in testa l’ex Premier spagnolo Zapatero, ha perciò denunciato l’intenzione del Presidente e dei suoi generali di attuare un colpo di stato. La denuncia si fonda sulle manifestazioni e sfilate indette da Bolsonaro, che fanno pensare alla “marcia sul Congresso” organizzata nello scorso gennaio dai seguaci di Trump e ispirata da quest’ultimo. La lettera invita perciò il Parlamento, la Magistratura e tutto il popolo brasiliano a mantenersi in allerta e far fallire ogni tentativo di sopraffazione antidemocratica.
Il Brasile, come altri paesi sudamericani, ha conosciuto in passato periodi di dittatura militari. Erano però altri tempi, la Guerra Fredda faceva premio su tutto e gli Stati Uniti appoggiavano i regimi anticomunisti, anche se autoritari o dittatoriali. Difficile sapere quali sono i reali progetti di Bolsonaro e fino a che punto essi sarebbero appoggiati dalla casta militare.
Ma da decenni il paese vive in democrazia, anche se in mezzo a scandali e contrasti ed è da presumere – o da sperare – che sia vaccinato contro avventure militari oggi prerogativa solo di qualche paese africano.
E certamente gli Stati Uniti di Biden non incoraggerebbero il ritorno a situazioni che, almeno in Occidente, dovrebbero essere superate.
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