Cronache dai Palazzi

Per entrare a scuola green pass per tutti, insegnanti, personale amministrativo e anche i genitori che entreranno negli istituti per accompagnare o riprendere i figli dovranno essere muniti di certificazione verde. In definitiva, quindi, green pass obbligatorio per tutti coloro che lavorano in scuole università e ospedali.

L’ultimo decreto legge approvato in Consiglio dei ministri il 9 settembre sancisce inoltre il dovere di vaccinarsi anche per coloro che lavorano nelle residenze per anziani. Come narra l’articolo due del nuovo decreto, dal prossimo 10 ottobre e fino al 31 dicembre “tutti i soggetti anche esterni che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa” nelle residenze per anziani devono essere vaccinati altrimenti rischiano il posto di lavoro. “Abbiamo pagato un prezzo altissimo in vite umane tra le persone anziane. Per questo ci è sembrato giusto equiparare i lavoratori delle Rsa ai medici e agli infermieri”, ha sottolineato il ministro della Salute, Roberto Speranza, illustrando il decreto. Nel frattempo l’Aifa ha autorizzato la terza dose non solo per i più fragili ma anche per gli anziani delle Rsa.

Il premier Draghi assicura che “la tabella di marcia” verrà rispettata in primo luogo per quanto riguarda la campagna vaccinale, in virtù della quale si mira a raggiungere l’80 per cento di immunizzati entro la fine di settembre e il 90 per cento entro fine ottobre. Molto probabilmente se si raggiungerà il traguardo dell’immunità di gregge niente vaccino obbligatorio. “Incroceremo i dati e verificheremo cosa sarà necessario, ma quel che è certo è che il governo non ha paura e procederà con determinazione per mettere in sicurezza il Paese”, ha assicurato il ministro Speranza, che in quest’ottica non esclude l’obbligo vaccinale, come consentito dall’art.32 della Costituzione.

La certificazione verde obbligatoria per certi settori “è un inizio”, ha affermato il premier Draghi annunciando, “a breve”, l’estensione dell’obbligo del green pass ad altre categorie di lavoratori. Dei 295 deputati presenti in Aula 259 hanno votato l’estensione della certificazione verde, due gli astenuti e tra i 34 contrari Fratelli d’Italia e altri deputati a titolo personale. Le nuove norme rimarranno in vigore fino al termine dello stato di emergenza (31 dicembre 2021).

Per il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, il green pass è “geniale, perché aumenta il costo psichico e monetario a carico degli opportunisti contrari al vaccino”. Brunetta sottolinea “green pass per tutti: lavoro pubblico, lavoro privato, servizi pubblici, servizi privati”.

La Lega alla fine si è allineata e ha votato a favore del green pass, “l’importante è salvare vite” ha affermato Salvini ma, a proposito del vaccino, “senza complicare la vita a chi non può farlo”. Il leader del Carroccio ha inoltre aggiunto: “Bisogna tenere un equilibrio tra salute e lavoro”. Per la scuola, invece, “l’importante che tutti i bambini possano essere in classe, nessuno escluso” mentre “per i lavoratori bisogna essere molto attenti e aspettiamo che ci portino delle proposte che per ora non ci sono”, ha affermato il leader della Lega. Sull’altro fronte di governo il segretario del Pd, Enrico Letta, esorta a sua volta l’esecutivo a non arretrare: “Il governo ascolti la grande maggioranza del Paese che vuole ripartire, estenda il green pass nel pubblico e nel privato”.

“Per estendere il green pass al lavoro pubblico e privato serve tempo”, ha affermato il presidente del Consiglio. “Sono questioni complesse, è necessario adottare un approccio graduale, ma di costante progresso nell’ampliamento del certificato verde”.

Per la prossima settimana è attesa l’estensione del green pass ai lavoratori della Pubblica amministrazione – dipendenti dello Stato e delle varie amministrazioni pubbliche, Comuni e Regioni compresi, inclusi anche gli autisti e i controllori di bus e metro – e a tutti i lavoratori di attività al chiuso: baristi, ristoratori, camerieri, istruttori di nuoto e delle palestre, personale del cinema e dei teatri. Per quanto riguarda la sanzione, dopo 5 giorni senza passaporto di immunità il dipendente verrà sospeso dallo stipendio come è già previsto per il personale scolastico.

A proposito di cinema e teatri il ministro della Cultura Franceschini preme per aumentare il pubblico nelle sale ma per ora la linea del governo rimane quella della massima prudenza, in particolare occorrerà attendere la riapertura delle scuole e verificarne l’impatto sulla curva epidemiologica. Per il momento non sembra possibile allentare le misure di restrizione.

In questo frangente il mondo del lavoro è sicuramente a dura prova e, passo dopo passo, sembra ci si avvicini all’obbligo vaccinale in tutti i settori. Il passo decisivo potrebbe essere un decreto unico indirizzato sia ai lavoratori pubblici sia ai lavoratori del privato (professionisti e autonomi compresi) e “tutti coloro che fruiscono del mondo del lavoro”, una misura unica e universalistica. “Se io vado dal commercialista e lui deve avere il green pass che senso ha che il cliente non lo abbia?”, osserva il ministro della Pa Brunetta. E rincalza il ministro della Salute, Roberto Speranza: “Non si può chiedere il green pass a chi va a mangiare al ristorante e non estenderlo a cuochi e camerieri. E lo stesso vale per gli altri settori. Questa anomalia va sanata”.

Anche il presidente Mattarella invita a non considerare il vaccino come una limitazione della nostra libertà, bensì il contrario. In sostanza invocare a non vaccinarsi equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui, e in qualche caso la vita altrui, costringendo tutti a limitare la propria libertà in quanto costretti a rinunciare ad una prospettiva di vita normale. Il presidente Mattarella “richiama alla responsabilità sociale e in questo periodo al dover morale e civico della vaccinazione”. Il vaccino, ha ribadito il capo dello Stato intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’Università di Pavia, “è lo strumento che in grande velocità la comunità scientifica ci ha consegnato per sconfiggere il virus e sta consentendo di superarne le conseguenze non solo di salute ma anche economiche e sociali”. In questo contesto “chi non vuole farlo” non deve “invocare la libertà, perché significa mettere a rischio salute e vita altrui”, ha ammonito il presidente della Repubblica.

Oggi la vera sfida è tornare ad essere liberi in maniera concreta e duratura senza l’incubo delle terapie intensive piene, dei decreti di chiusura e, per giunta, della costrizione della didattica a distanza che ha penalizzato la vita sociale di migliaia di bambini/e e ragazzi/e italiani.

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