Pseudoscienza come rivincita dei ciarlatani?

Il nome di Trofim Denisovic Lysenko probabilmente non è presente in molti manuali di storia ma dovrebbe trovarvi un adeguato spazio accanto a quello di altri personaggi che, con i loro comportamenti o per le loro idee hanno cagionato la morte di milioni di persone. Non era un feroce dittatore o il comandante di un esercito aggressore, bensì uno scienziato. Ma andiamo con ordine.

Nato da famiglia di origine contadina, Lysenko si laureò in agronomia nell’URSS nel 1925 per poi dedicarsi alla genetica ma i suoi studi, più che scientifici, avevano alla propria base forti connotazioni ideologiche al punto che le sue teorie divennero quelle di Stato, imposte con il classico sistema sovietico di rinchiudere nei gulag ogni voce dissenziente. Lysenko contribuì quindi a distruggere la scuola di genetica sovietica che negli anni Trenta aveva dato ottimi risultati ma anche a causare la carestia in Russia negli anni 50 a causa del suo metodo in base al quale gli agricoltori dovevano piantare i semi molto vicini tra loro poiché, secondo la sua “legge della vita delle specie”, piante della stessa “classe” non entrano mai in competizione tra loro.

Lo stesso sistema venne adottato anche da Mao in Cina e anche in quella occasione si registrarono milioni di morti per mancanza di cibo. Ovviamente, gli “studi” e le “teorie” di Lysenko per fortuna dell’umanità sono state riconosciute del tutto errate ma, grazie al potere che si era guadagnato presso Stalin, vennero imposte.

Quello delle pseudoscienze è argomento decisamente delicato e a cui la pandemia Covid ha dato un’importante occasione per ripresentarsi: un’occasione non soltanto per tutti di poter diventare esperti infettivologi, biologi e medici grazie alla “conoscenza” acquisita in internet, ma anche di diffondere il loro verbo online trovando adepti pronti a seguire la prima voce convincente o più facile da comprendere senza curarsi di andare alla fonte e verificarne la correttezza.

È in ogni caso solo la punta di un iceberg ben più pericoloso di diffusione di una profonda disinformazione scientifica con possibili gravi ripercussioni. Esempi? La cura per il cancro con clisteri di caffè o con bicarbonato di sodio non si è rivelata certo efficace per chi è deceduto mentre chi la proponeva è stato condannato per omicidio colposo. Anche una dieta vegana non ha dato certo i risultati magnificati dalla blogger che la seguiva, deceduta nel 2018.

Il metodo scientifico resta ancora quello l’unico valido, basato su osservazione, sperimentazione, controllo dei risultati. Ma oggi, forse la moda e, sicuramente, la voglia di protagonismo di molti, contribuiscono a far credere che metodi di cui è provata l’inefficacia, come l’omeopatia, potessero essere validi. In merito a quest’ultima pseudoscienza la Facoltà di Lille in Francia a chiuso il corso che teneva proprio per non avallare una dottrina che non portava risultati.

Oggi le teorie sbandierate da chiunque come scientifiche e comprovate trovano terreno fertile nel popolo della Rete, pronto a recepire messaggi semplici, immediati, convincenti e non a dedicarsi a studi approfonditi o, vade retro, ascoltare chi parla con competenza. Premesso che effettivamente è noioso ascoltare due ore di spiegazione con termini scientifici, oggi è più semplice per gli pseudo-divulgatori iniziare i loro monologhi con frasi ad effetto quali “la scienza è corrotta dal potere”, “ci vogliono nascondere la verità”, “sono tutti asserviti al profitto” e, non ultima, l’immancabile “è tutto un gran complotto”.

Oggi, il rischio di trovare un Lysenko dietro la porta di casa o come primo risultato di una ricerca su Google è alto solo perché, forse, quel video compreso da molti come vaneggiante viene condiviso dal pubblico della Vanna Marchi di turno come il Verbo da seguire. Come si spiega altrimenti la diffusione di fenomeni come il terrapiattismo e la rapida diffusione delle fakenews? Tempi duri per la verità?

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