Carta Blu UE per attrarre lavoratori qualificati
I trattati dell’UE riservano agli Stati membri la decisione finale sull’ammissione dei migranti economici. Tuttavia, considerando l’invecchiamento della popolazione dell’UE e il divario di competenze in Europa, è essenziale sfruttare i potenziali benefici della migrazione legale. Nel 2009, l’UE ha adottato la cosiddetta Direttiva Carta blu, che regola le condizioni di ingresso e soggiorno dei lavoratori di paesi terzi altamente qualificati e stabilisce per loro un permesso a livello dell’UE. Il Regno Unito, l’Irlanda e la Danimarca non applicano la direttiva. Questo schema si è finora dimostrato insufficiente e poco attraente ed è sottoutilizzato. Il suo utilizzo è stato limitato a causa delle condizioni di ammissione restrittive e dell’esistenza di regimi nazionali paralleli. Il Parlamento europeo aveva chiesto una revisione “ambiziosa e mirata” della direttiva sulla Carta blu nella sua risoluzione del 2016 sulla situazione nel Mediterraneo e la necessità di un approccio realistico dell’UE alla migrazione. Sempre il PE aveva richiamato l’attenzione sui bisogni dei rifugiati nella sua risoluzione del 2016 sull’inclusione sociale e l’integrazione nel mercato del lavoro dei rifugiati. La proposta per la nuova direttiva sulla Carta blu è stata deferita alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE). Il 15 giugno 2017 la commissione ha adottato la relazione e ha votato per l’avvio dei negoziati interistituzionali.
Ora gli eurodeputati hanno ripreso i lavori sulla questione, dando il loro via libera alla riforma della Carta blu dell’UE con l’obiettivo di facilitare l’impiego di lavoratori altamente qualificati provenienti da paesi terzi. Il Parlamento ha approvato questa proposta, durante la sessione plenaria di settembre, ma già nel maggio del 2021, i negoziatori del Parlamento e del Consiglio avevano concordato una revisione della direttiva del 2009 sulla carta blu, per semplificare l’assunzione di persone provenienti dall’esterno dell’UE ai datori di lavoro. Inizialmente presentata dalla Commissione europea nel 2016, a livello europeo la riforma rappresenta l’unico cambiamento legislativo degli ultimi anni nel settore della migrazione legale. La riforma interviene sulle condizioni di ingresso e residenza, contemplando criteri più flessibili quali l’abbassamento della soglia di salario minimo, requisito necessario ai candidati per l’ottenimento della carta blu.
Il calo demografico e il progressivo invecchiamento della popolazione europea, con una media di età lavorativa destinata a scendere dai 333 milioni nel 2016 ai 292 milioni entro il 2070, le implicazioni in termini di forza lavoro si annunciano significative. L’approvazione della proposta consente ai lavoratori interessati di fare domanda per la carta blu presentando un contratto di lavoro di almeno sei mesi, invece dei 12 attualmente richiesti. Al tempo stesso la soglia salariale necessaria per i richiedenti è stata ridotta da 1 a 1,6 volte rispetto al salario medio annuo lordo del paese di impiego. La proposta estende inoltre i diritti dei beneficiari, conferendo loro sia una maggiore mobilità all’interno dell’UE, che procedure di ricongiungimento familiare più rapide.
Un ulteriore cambiamento è costituito dall’introduzione del diritto per i rifugiati e i richiedenti asilo nell’UE, di presentare domanda per la carta blu non solo nel paese in cui hanno ricevuto protezione, ma anche in altri Stati membri. Attraverso l’abbassamento dei criteri di ammissione e con il rafforzamento dei diritti per i titolari di carte blu e delle loro famiglie, il Parlamento punta ad aumentare l’attrattività della carta blu UE. Tuttavia, in caso di comprovata minaccia alla sicurezza pubblica, i paesi dell’UE avranno la possibilità di rifiutare le nuove richieste di carta blu, ritirare quelle esistenti o negarne il rinnovo. Infine, prima di emettere una nuova carta blu, gli Stati membri dovranno tenere conto delle condizioni del mercato nazionale del lavoro, quali ad esempio l’elevato tasso di disoccupazione. La Carta blu conferisce ai lavoratori altamente qualificati provenienti da paesi terzi, il diritto di vivere e lavorare in qualsiasi paese dell’UE, ad eccezione di Danimarca e Irlanda.
In Italia la materia è disciplinata dal D.lgs 286/98 art. 27- quater e D.lgs 108/2012 di recepimento della direttiva europea n.2009/50/CE, Circolare amministrativa n. 5209 3 agosto 2012 e Circolare amministrativa n.6385 26 luglio 2012. La “Carta blu Ue” può essere richiesta dai lavoratori extracomunitari altamente qualificati, come nuova categoria di lavoratori che possono fare ingresso in Italia al di fuori del regime delle “quote d’ingresso”. La richiesta della “Carta blu Ue” si estende anche ai lavoratori con qualifiche professionali tecniche. La normativa prevede inoltre la possibilità per gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia di presentare domanda di conversione del permesso di soggiorno in Carta Blu UE, qualora in possesso della documentazione richiesta per il riconoscimento dei titoli di qualifica professionale rilasciati dal loro Paese di origine. La richiesta del nulla osta al lavoro per i lavoratori stranieri altamente qualificati è presentata dal datore di lavoro allo Sportello Unico per l’Immigrazione presso la Prefettura-Ufficio Territoriale di Governo di competenza avvalendosi del sistema informatizzato del Ministero dell’interno indicando il proprio indirizzo di posta elettronica.
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