Italia delle Regioni
Il presidente di Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro e il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando, con una lettera indirizzata a tutti i Comuni italiani, invitano le amministrazioni locali a partecipare alla prima indagine nazionale sulle condizioni abitative dei migranti che lavorano nel settore agro-alimentare. L’iniziativa rientra nell’ambito delle attività del progetto “InCas-Piano d’Azione a supporto degli enti locali nell’ambito dei processi di Inclusione dei cittadini stranieri e degli interventi di Contrasto allo Sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato” sostenuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e realizzato da Anci in collaborazione con la Fondazione Cittalia.
Obiettivo dell’indagine è quello di definire una mappatura di tutte le situazioni di precarietà e disagio abitativo presenti sul territorio nazionale utile per realizzare interventi e azioni concrete di contrasto agli insediamenti abusivi, terreno fertile per l’infiltrazione di gruppi criminali che favoriscono il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori agricoli. La mappatura rappresenta il riferimento informativo che condizionerà direttamente l’attivazione dei 200 milioni di finanziamenti previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) a sostegno dei Comuni e dei partner strategici attivi sui territori.
I Comuni sono invitati a partecipare alla rilevazione attraverso gli assessorati e gli uffici che dispongono delle informazioni e dei dati relativi alle condizioni abitative dei migranti che lavorano nel settore agricolo. Nei prossimi giorni sarà inviato a tutte le amministrazioni locali il link a cui collegarsi per compilare il questionario e le istruzioni da seguire. I Comuni avranno tempo fino al 15 ottobre per inviare il questionario correttamente compilato.
Le regioni italiane si sono occupate recentemente del Coordinamento del federalismo fiscale con il nuovo sistema fiscale che si va delineando sulla base del Recovery Plan”. Questa esigenza e’ stata prospettata dal presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga, nel suo intervento alla recente audizione in Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, sullo stato di attuazione e sulle prospettive del federalismo fiscale, anche con riferimento ai relativi contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Ringraziando i parlamentari della Commissione, il Presidente della Conferenza delle Regioni sottolinea l’esigenza di una ripresa dell’applicazione del federalismo fiscale: “basti considerare che sono trascorsi 20 anni dalla modifica del “Titolo V” della Costituzione che, all’articolo 119, riconosceva l’autonomia finanziaria di entrata e di spesa per gli enti territoriali. Sono passati 12 anni dall’approvazione della legge di attuazione del così detto “Federalismo Fiscale” (legge 42/2009) e 10 anni dal decreto attuativo n. 68/2011 finalizzato a ridisegnare la fiscalità delle regioni e il superamento della spesa storica a favore dei costi standard e della capacità fiscale, ma a tutt’oggi è ancora in discussione l’applicazione dell’autonomia finanziaria degli enti”.
“Eppure – prosegue il presidente della Conferenza delle Regioni – l’autonomia finanziaria degli enti è strettamente legata alla responsabilità anche finanziaria degli stessi e viceversa la responsabilità finanziaria non può che essere accompagnata dall’autonomia finanziaria soprattutto se si vuole dare maggiore efficacia all’operatività dell’ente. Si tratta di concetti che meritano di essere riportati al centro della discussione sull’attuazione del federalismo fiscale: l’autonomia finanziaria degli Enti da coniugare con la responsabilità di prelievo e di spesa è di fatto il cardine del federalismo fiscale”.
Così come va sottolineato come anche l’attuazione dell’articolo 116 della Costituzione con l’assegnazione alle Regioni di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia sia parte integrante del processo verso il federalismo fiscale. “La valorizzazione dell’autonomia, partita principalmente da territori del nord del Paese, oggi ritengo sia fondamentale anche per le regioni del Sud Italia. I rapporti con lo Stato centrale durante la pandemia – ha spiegato Fedriga – hanno fatto capire con chiarezza che valorizzare l’autonomia stessa di tutte le Regioni d’Italia possa portare a una migliore risposta ai cittadini e ad un miglior coordinamento degli enti della Repubblica. Del resto molte Regioni del Mezzogiorno hanno dimostrato la capacità amministrativa e di governo del territorio che, coordinata ovviamente dallo Stato centrale, può rappresentare un valore aggiunto per il nostro Paese”.
Nella sua relazione Davide Carlo Caparini, Assessore al Bilancio della Regione Lombardia e coordinatore della Commissione Affari Finanziari della Conferenza delle Regioni ha ricordato come “le Regioni abbiano dimostrato grande responsabilità nel seguire il dettato della legge Costituzionale 1/2012 che ha introdotto il pareggio di bilancio”, sottolineando “l’impegno costante nella riforma degli ordinamenti contabili pubblici per rendere i bilanci delle amministrazioni pubbliche omogenei confrontabili e aggregabili al fine di consentire il controllo dei conti pubblici nazionali anche in un’ottica di perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica definiti in ambito nazionale in coerenza con gli obiettivi comunitari”.
Quanto allo stato dell’attuazione del “federalismo fiscale”, il confronto con i Parlamentari ha permesso, partendo dagli elementi di novità della modifica titolo V della Costituzione ed in particolare dall’articolo 119 Costituzione, una riflessione sull’attuazione del Decreto legislativo 68/2011, sui lavori del tavolo tecnico per l’attuazione dello stesso provvedimento e della Commissione tecnica Fabbisogni standard, e sulle previsioni del PNRR per la riforma, oltre ad un cenno come parte integrante del processo verso il federalismo fiscale, anche all’attuazione dell’articolo 116 della Costituzione con l’assegnazione alle Regioni di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia.
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