Il mio nome è Bond
Caro James, ho bisogno di parlarti. Sono andata a vedere il tuo ultimo film. Bello come sempre. Mi piace tutto di te fin dalla prima volta quando mille anni fa ti vidi mirare all’interno di un mirino; portavi ancora il cappello allora.
Sono la tua fan ideale; mi piace tutto di te anche quando esci indenne e ti aggiusti i polsini dopo aver fatto saltare palazzi su palazzi. Ho pianto quando è morta M perché per una volta che finalmente c’era una donna a capo l’avete fatta morire anche se con onore. Ti ho perdonato amanti bellissime e pure qualche carogna con cui sei andato a letto tanto per fare ginnastica.
Io non vedevo i tuoi film, io li bevevo e mi facevano piacere anche alcune colonne sonore non proprio all’altezza. Mi bastavi tu. Mi piaceva il tuo modo di fare una strage senza nemmeno spettinarti o di farti torturare e dopo poco tornare in piedi come niente. Nessuno come te porta a spasso costole rotte con tanto garbo. E poi i cattivi. Brutti, tutti brutti anche quelli belli. Antipatici. Ma tu zac li facevi fuori tutti. E poi ti bevevi una dozzina di Martini mescolato (non shakerato) e stavi una favola.
Ma stavolta sono uscita dal cinema in gramaglie. E non mi sono ancora ripresa; ti perdono di aver trovato l’amore, insomma proprio amore della tua vita, proprio proprio, non direi. Ancora pensi a Vesper lo so. Ecco diciamo che la ragazza ti prende e tu che fai? L’abbandoni su un treno regionale senza nemmeno vidimare il biglietto? E poi nei “5 anni 5” in cui lei non c’è fai il piacione ai Caraibi? Ma non è meglio una città d’arte? Vabbè lasciamo stare. A questo punto della storia mi sono innervosita.
E all’improvviso chi ti viene a stanare? Una tipa che dice di essere 007. Intanto, come si permette quella di dire che è 007. Scriverò alla Regina che di 007 ci sei solo tu anche quando vai in pensione. Poi una donna. Non sì è mai vista una cosa così; io che vivo di pari opportunità sono disposta ad andare alla Corte di Strasburgo per segnalare questo abuso. 007 è uno solo. Ed è maschio. Punto.
Ma non è finita. Mi riprendo appena da queste notizie e tu che fai? Mi diventi padre e poi – ho le lacrime agli occhi (scrivo male) – e poi MUORI? Non mi riprenderò più. La tua fan numero uno è morta con te su quell’isola sperduta. Non fiori ma litri di Martini.
Per sempre tua, Elvira.
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