Italia delle Regioni
Il ruolo dei Comuni nella governance dei sistemi sanitari e sociali: una stagione nuova in cui il valore emergente sia quello dell’alleanza istituzionale a tutela della salute dei cittadini. Con questo obiettivo si è svolto recentemente a Bari, nel corso dei lavori del Forum Mediterraneo Sanità, l’incontro “Pnrr visto da Sud. Salute – inclusione sociale: il ruolo dei Sindaci nella governance dei sistemi sanitari e sociali” organizzato in collaborazione con Anci e Federsanità. Ad introdurre i lavori il Presidente di Anci e Sindaco di Bari, Antonio Decaro, e la Presidente di Federsanità e Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera san Giovanni Addolorata di Roma Tiziana Frittelli.
“L’emergenza sanitaria – detto fra l’altro il presidente dell’associazione dei comuni italiani Decaro – ha fatto emergere la necessità di una sempre maggiore integrazione tra sociale e sanitario volta alla salvaguardia della salute e della qualità della vita delle nostre comunità. Questo rapporto deve essere ulteriormente potenziato e reso strutturale per rilanciare un’idea di welfare che veda nell’integrazione sociosanitaria il suo fulcro fondamentale, non solo nelle fasi critiche dell’emergenza ma anche in una fase post emergenziale. Proprio la pandemia ci ha dimostrato che per alleggerire le strutture ospedaliere e prevenire o ritardare l’istituzionalizzazione in struttura, è determinante l’efficienza e la capillarità di un sistema integrato territoriale di servizi sanitari, socio-sanitari e sociali di prossimità, con il necessario coinvolgimento dei Comuni e il loro coordinamento con le autorità sanitarie. Pertanto, dev’essere un obiettivo condiviso assicurare una governance multilivello tra Sindaci, Asl e Regioni potenziando il ruolo dei Sindaci all’interno della Conferenza dei Sindaci, la cui operatività deve essere garantita in tutto il territorio nazionale”.
“Le risorse e le misure previste nel PNRR – ha aggiunto il presidente dell’ANCI – sono senz’altro un’occasione straordinaria per effettuare riforme importanti che il nostro Paese attende da troppo tempo, in particolare per potenziare e qualificare il sistema dei servizi, soprattutto al Sud, nelle aree interne, nelle periferie, con il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità, nonché dei servizi sanitari di prossimità ma per rendere davvero operativi questi investimenti è importante che i territori siano messi nelle condizioni di utilizzare al meglio tali risorse, integrandole con altre già esistenti, anche con gli opportuni supporti burocratico-amministrativi. A ciò si aggiunga che per rendere tali riforme e misure strutturali e sostenibili nel tempo, una volta conclusa la realizzazione del Piano, saranno necessari finanziamenti adeguati nel bilancio dello Stato e una visione programmatoria strategica in grado di riconoscere l’interdipendenza dei vari ambiti e di costruire un solido sistema integrato e intersettoriale di interventi e servizi, adeguato in termini di risorse umane e materiali”.
“Il valore da preservare e rilanciare proprio tramite l’opportunità del PNRR è quello dell’alleanza tra professionisti e istituzioni, tra ospedale e territorio nell’ottica di una visione di salute one health – ha detto Tiziana Frittelli – in cui non si può prescindere da un dovere individuale, teso a preservare la salute della comunità con un senso di responsabilità imprescindibile soprattutto in questo momento storico. La vicenda del Covid ci ha insegnato che la salute pubblica va tutelata non solo nelle strutture governate dal Ssn, ma anche nelle strutture sociali gestite dai Comuni, come pure nelle strutture che si trovano su quei territori come le case di riposo. E’ il momento di monitorare integralmente questa rete e utilizzarla sia per la promozione di sani stili di vita, che per trovare intelligenti e integrali soluzioni di presa in carico”.
Nel corso dei lavori, coordinati da Enzo Bianco, Presidente del Consiglio nazionale Anci, e da Vito Montanaro, Direttore Dipartimento della Salute Regione Puglia, sono state presentate due importanti iniziative che vedranno Direttori generali di Asl e Ao e Sindaci sinergicamente impegnati nella costruzione di strumenti e azioni volte a migliorare le performance assistenziali e a creare valore rispetto alle indicazioni del PNRR.
OIS ovvero l’Osservatorio sulle buone pratiche di Integrazione Sociosanitaria, attivato da una Convenzione tra Agenas e Federsanità con la partecipazione di ANCI nel board nella persona di Enzo Bianco, nato con l’obiettivo di raccogliere le esperienze realizzate finora nell’integrazione sistemica tra sanitario e sociale, per metterle a disposizione dei decisori istituzionali e delle organizzazioni pubbliche e private che operano a questo scopo. “In questi quasi due anni di pandemia – ha spiegato Bianco – i sindaci e gli amministratori locali hanno dimostrato di essere il primo avamposto istituzionale dei cittadini anche in tema sanitario. Stringere alleanze e sinergie con chi quotidianamente si occupa della salute pubblica è una nostra priorità perché la salute della comunità è, oggi più che mai, diventata una priorità di tutti gli amministratori. Rilanciare la medicina del territorio, potenziare gli aspetti sociosanitari, rivedere le competenze e le attribuzioni – ha concluso il presidente del Consiglio nazionale Anci – è il compito impegnativo che ci attende”.
Open Salute Lazio, piattaforma della Regione integrata in via sperimentale con dati IFEL. “Intendiamo dare vita ad un sistema integrato dei dati sanitari con quelli economici, demografici e finanziari articolati per ogni singolo territorio comunale”, spiega il direttore generale di Ifel, Pierciro Galeone, illustrando Open Salute Lazio, piattaforma della Regione integrata in via sperimentale con dati Ifel. “È uno prototipo – ha aggiunto – che se esteso a livello nazionale offrirà una base dati solida per il governo integrato dei servizi sociosanitari.
Le regioni italiane puntano sul potenziamento e la riqualificazione della medicina territoriale, anche alla luce dell’esperienza nella gestione della pandemia da Covid-19 sono stati i temi toccati dall’assessore dell’Emilia-Romagna, Raffaele Donini, coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome nel corso di un’audizione informale della 12a Commissione (Igiene e sanità) del Senato tenutasi recentemente.
L’occasione ha consentito anche alcune riflessioni su quale debba essere il ruolo delle RSA e sull’esigenza di superare la frammentazione fra il sistema socio-sanitario da un lato e il welfare e le politiche sociali dall’altro.Ma soprattutto nel corso dell’audizione Donini si è soffermato sugli strumenti per rafforzare la medicina territoriale alla luce delle indicazioni del Pnrr. In questo ambito giocheranno un ruolo fondamentale le “case comunità” e la loro relazione con gli ospedali di comunità che saranno strategici anche in una logica di ricovero breve con una funzione intermedia la le cure domiciliari e il ricovero ospedaliero.
E’ chiaro che una riqualificazione della medicina territoriale passa poi per un rafforzamento dell’assistenza domiciliare nell’ottica di portare la cura a casa del cittadino. Sotto questo profilo preziosa si rivela l’esperienza delle Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) nella gestione dell’emergenza pandemica.
Nel futuro della medicina territoriale un ruolo centrale dovrà essere svolto dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta. Così come sarà importante l’infermiere di comunità.
Nel delineare una moderna medicina territoriale occorrerà considerare tre aspetti. L’aspetto strumentale: occorrerà investire molto in moderne tecnologie, soprattutto digitali (es. telemedicina). Poi l’esperienza dell’emergenza Covid-19 ci pone davanti al tema dell’Igiene pubblica legato all’esigenza di indagini epidemiche e del contact tracing. Da ultimo gli aspetti di prevenzione in cui possono essere coinvolte le case di comunità, si pensi ad esempio alla prevenzione cardiovascolare, agli screening.
Infine Donini per conto delle regioni ha ricordato le farmacie che nel presidio territoriale sanitario hanno assunto ormai il ruolo di “farmacia dei servizi”.
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