Infelici e contenti (Film, 1992)
Tra Le Comiche (parte 1 e 2) e uno dei tanti anonimi Fantozzi, il fiorentino Neri Parenti cala l’asso di una commedia originale come Infelici e contenti, basata sulla coppia Pozzetto-Greggio, insolita quanto si vuole ma affiatata e dotata dei giusti tempi comici. Molto del merito va a una sceneggiatura originale, persino d’autore, scritta dal grande Rodolfo Sonego, una tantum non al servizio di Sordi, basandosi su un soggetto di Vittorio Cecchi Gori. Erano i tempi dei grandi produttori e di un Berlusconi rampante che sapeva fare cinema e televisione, aiutando operazioni intelligenti e commerciali che andavano incontro ai gusti del pubblico senza cadere nel banale.
nfelici e contenti è una storia d’amore e d’amicizia, di tradimenti e incontri, di un legame che nasce dal niente e diventa importante, di un amico che cerca di fare il possibile per il compagno, per vederlo felice e poi scomparire. Aldo (Pozzetto) è rimasto paralizzato agli arti inferiori in seguito a un incidente automobilistico, la moglie Alessandra (Suma) decide di andare in ferie da sola, lascia prima il cane in una pensione per animali, poi il marito in un convitto religioso, dove incontra il cieco maneggione Vittorio (Greggio) e instaura con lui una vera amicizia. Il film diventa on the road con un viaggio rocambolesco insieme a due ragazze (che si riveleranno ladre) alla volta di Sanremo per piazzare una partita di Rolex falsi. Vittorio scopre per caso la moglie di Aldo nella villa del barone Petrilli – la persona che tre anni prima aveva investito Aldo – comprende che lei non tornerà più a casa e lascerà soli sia marito che cane. Il forte legame di amicizia che si è creato tra Vittorio e Aldo lo porterà a compiere un’azione piuttosto cruenta pur di non far perdere al compagno la sola persona importante della sua vita.
Una commedia intensa e divertente, sorretta da una sceneggiatura robusta, con pochi momenti stanchi, dotata di molto ritmo e di grandi tempi comici. Pozzetto limita la comicità surreale per un ruolo più ordinario che si amalgama bene all’umorismo inglese di Greggio, a base di battute ciniche e di trovate eclatanti. Marina Suma è al massimo della bellezza e nel momento migliore del suo cinema, mentre le due ragazze (Sciò e D’Aloja) sono molto spontanee. Neri Parenti si dimostra regista preciso e attento, buon direttore di attori, mai invadente con la sua macchina da presa, che limita a movimenti classici ma rispettosi della storia. Tormentone del film: Pozzetto che descrive a Greggio ogni cosa alla stessa maniera, che sia il duomo di Milano, Portofino, la sua casa o uno yacht. Temi importanti messi in primo piano come i problemi dei portatori di handicap, i pregiudizi, l’amore matrimoniale e l’amicizia.
Infelici e contenti è un film invecchiato benissimo che consiglio di recuperare, nonostante certa critica lo definisca “un maldestro tentativo di italianizzare Non guardarmi non ti sento, a base di volgarità, luoghi comuni e situazioni prevedibili” (Mereghetti). Paragonato a certe commedie che circolano oggi è un vero gioiello. Rivisto grazie a Cine 34, il canale del cinema di genere italiano.
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Regia: Neri Parenti. Soggetto: Vittorio Cecchi Gori, Rodolfo Sonego. Sceneggiatura: Rodolfo Sonego, Neri Parenti. Fotografia: Sandro D’Eva. Montaggio: Sergio Montanari. Musiche: Bruno Zambrini. Scenografia. Maria Stilde Ambruzzi. Costumi: Vera Cozzolino. Produzione: Mario e Vittorio Cecchi Gori per Penta Film, Raffaello Saragò per Alto Verbano, Berlusconi Productions. Distribuzione: Penta Film. Durata: 94’. Genere: Commedia. Interpreti: Renato Pozzetto (Aldo), Ezio Greggio (Vittorio), Marina Suma (Alessandra), Francesca D’Aloja (Ornella), Yvonne Sciò (Sara), Roberto Bisacco (Petrilli), Angelo Bernabucci (Romano), Carlo Colombo (inserviente supermercato), Renata Attivissimo, Antonio Protano, Maria Alice de Oliveira, Dino Emanuelli, Lila Faridda, Buana Kabongo, Lamberto Luberti, Fabiana del Carmen Medici, Zoe Molero, Giovanna Rotellini, James Sampson, Gudrun Schmeissner, Livia Venturini.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]