Alitalia, l’ultimo volo

Mercoledì scorso ALITALIA ha volato per l’ultima volta (da Roma a Cagliari) prima di sciogliersi definitivamente. Sarà sentimentalismo, ma non posso nascondere una certa tristezza. Solo chi ha vissuto a lungo fuori d’Italia sa cosa voleva dire per lui la aerolinea di bandiera. Vedere, in aeroporti lontani, gli snelli aerei allineati lungo le piste, con i loro vividi tre colori e il nome “Italia” dava una sorta di orgoglioso conforto. Quando ero giovane, i diplomatici italiani venivano incoraggiati a viaggiare sempre, quando possibile, con ALITALIA, che del resto ci concedeva uno scontro sulle tariffe oggi impraticabile. Con il tempo, il servizio era peggiorato, soprattutto nella puntualità degli orari, ma in fondo non importava.

Quando ero in Africa, e salivo su un aereo della nostra compagnia per un viaggio a Roma, ritrovarmi nell’atmosfera condizionata e nella pulizia dell’ambiente, sentir parlare la nostra lingua e prepararmi a uno di quei pasti all’italiana in cui la compagnia eccelleva, era come ritrovarsi in anticipo sul suolo della Patria, lasciandomi alle spalle il buio, il caldo, gli odori e i rumori della sera tropicale.

Credo che per un italiano che vive in Patria, in fondo viaggiare su un aereo italiano, o delle Virgin Island è in fondo lo stesso, e il vantaggio economico fa, ovviamente (e giustamente) premio. Ma noi siamo un Paese con oltre quattro milioni di cittadini nel mondo, molti hanno praticamente dimenticato le origini e sono indifferenti al loro appello, ma tanti altri restano sentimentalmente legati ai simboli della Patria lontana e perduta, e tra questi c’era ALITALIA.

La nuova compagnia che la sostituisce si è scelto, per verità, un nome poco immaginativo e suggestivo. E’ bello però il disegno dei suoi aerei con tutto quell’azzurro e le tre discrete strisce tricolori sulla coda. Spero di tutto cuore che possa recuperare il prestigio e l’immagine della vecchia, discussa, ma alla fine gloriosa ALITALIA.

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