I soldi di Chavez
In una lunga deposizione davanti alla Giustizia spagnola, l’ex Capo dell’Intelligence venezuelana, Carvajal, ha testimoniato sui finanziamenti che Hugo Chavez ha elargito durante 15 anni a regimi e personalità considerati affini (ovviamente populisti). Si tratta di centinaia di milioni di dollari, letteralmente sottratti al popolo venezuelano. I beneficiari comprendono Lula da Silva in Brasile, i Kirchner in Argentina, e vari altri, in Nicaragua, Ecuador, Bolivia, Colombia, e non soltanto in America del Sud. Carvajal ha parlato di denaro inviato anche al Movimento Podemos in Spagna e ai 5 Stelle in Italia.
Ricevere denaro straniero non è una novità. Il vecchio PC era aiutato dall’URSS, la DC e altri partiti dagli USA, Sarkozy fu accusato di ricevere soldi per la sua campagna elettorale da Gheddafi e, due anni fa, la Lega fu sospettata di traffici con la Russia. Non credo si tratti di per sé di un reato: in certi Paesi, come gli Stati Uniti, è permesso ricevere contributi finanziari da enti stranieri, purché siano regolarmente dichiarati. Ricevere soldi da un governo straniero, tuttavia, pone seri problemi etici e, se il beneficiario è a sua volta al potere, solleva una chiara questione di compatibilità.
La Giustizia spagnola certamente indagherà a fondo e quella argentina ha già ufficialmente richiesto copia delle dichiarazioni di Carvajal. E intanto ha temporaneamente respinto la richiesta di estradizione avanzata dagli Stati Uniti dell’ex spia.
Per l’Italia, non credo che la Giustizia farà qualcosa. D’altra parte, se veramente i 5 Stelle hanno ricevuto finanziamenti dal Venezuela, si tratta di un’epoca il cui il Movimento era nella sua fase di giovanile protesta a tutto e ben lontano del potere, e il regime di Chavez poteva apparire meno inaccettabile. Resta il fatto che l’onesto Di Maio sin è fin qui mostrato molto restio ad associarsi alla condanna occidentale del grottesco regime di Maduro. Post hoc, ergo propter hoc?
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