The Censor (Film, 2021)
Guerrilla Metropolitana gira il suo primo lungometraggio in maniera ancor più sperimentale dei precedenti lavori. Un film deliberatamente grezzo che fonde il cinema d’inchiesta a quello avant-garde di tipo underground, con inquadrature a mano, girate dalle prospettive dei due personaggi, insieme a immagini animate, foto di statue antiche, spezzoni di documentari, per narrare certi aspetti della storia, senza scadere nel trash, mostrando il mostrabile e facendo intuire con l’immaginazione.
Un film ricco di riferimenti storici e contemporanei internazionali: Bush annuncia la Guerra del Golfo, vediamo Julian Assange, i tagli alla spesa pubblica inglese, la povertà, le guerre in Medio Oriente, l’arresto di Saddam Hussein, la frase del presidente Trump sulle proteste in America per l’uccisione di George Floyd (We need to dominate the streets), il lancio dell’Apollo nella missione lunare, la bomba atomica, persino l’inno nazione inglese God save the Queen, come sfondo di alcune sequenze.
The Censor- A British horror tale of Real politics and social-moral code è un’opera provocatoria e al tempo stesso agghiacciante, un horror sociale, montato con ritmo da Peter Frank, ben fotografato, ricco di elementi visivi e sonori, uniti come fotogrammi, alterando i colori con toni accesi, quasi fumettistici, modificando la velocità di alcune scene per esasperare il senso surreale del film. Il regista – anche soggettista e sceneggiatore – non divide il mondo in buoni e cattivi, non vuol dare risposte o soluzioni, vuol solo mostrare il rapporto di forza tra il potere e chi lo subisce. Tutto questo è messo in scena in forma metaforica, ricorrendo a simboli, con stile rapido e sincopato, fotografia coloratissima e struttura frammentaria.
Il film, diviso in brevi capitoli, ambientato in una notte (si nota lo scandire delle ore), narra la storia di un vecchio aristocratico – Sir Philip Reginald Tangen III – presidente dell’Associazione Nazionale della censura, noto per le posizioni tradizionaliste sulla morale e sull’identità culturale nazionale, tanto da essere soprannominato Il Censore. Il protagonista ha deciso di bandire un lungo elenco di film e di cartoni animati considerati nocivi per i giovani, per far questo si serve di amicizie influenti e vorrebbe proporre una legge rigorosa. La storia ci conduce lungo i meandri d’una fredda notte londinese, dove il protagonista, anziano e malato di cuore, esce per comprare delle pillole, incontra un ragazzo ribelle che vaga in skateboard in una squallida periferia alle porte di Londra. Inizia un vero e proprio girone dantesco infernale, dove gli estremi si toccano, in un incubo senza precedenti.
Guerrilla Metropolitana usa un’inquietante colonna sonora composta da musica sacra, una sorta di requiem, mixata con musiche della sua ex band Monoxide, mai usate prima e ne aggiunge altre separate elettronicamente, dando al film un ulteriore tocco di follia sonora e psichedelica, rendendolo un vero incubo di 45 minuti.
E’ un film che porta il genere horror su un piano completamente diverso, possiamo dire che il carattere sociale e politico sono i veri elementi terrificanti. Il sangue è una simbologia di quello che è il vero peccato originale – si vedano le immagini ricorrenti di una mela – parte di un quadro infinitamente più agghiacciante da cui non esiste alcuna via di uscita, dove l’alba non è altro che la continuazione di qualcosa. Il regista ricerca la follia pura a livello visivo, vorrebbe quasi eliminare la storia, come se fosse un inutile orpello, cercando la pura immagine che sconvolge. Il cinema di Guerrilla Metropolitana è anarchico e amorale, un mix di sperma e sangue, di violenza e immagini disturbanti, niente a che vedere con il puro genere o con le pellicole d’intrattenimento. Uno stile ben definito e riconoscibile si mette al servizio di un discorso sociale e politico, contro la censura e il potere che annulla la volontà umana e il suo spirito di autodeterminazione. Il maggior pregio di The Censor è la grande originalità narrativa fatta di immagini e colore, di flash narrativi e sequenze montate in rapida successione, il suo difetto (perdonabile) un’eccessiva lunghezza per le cose che deve dire. Da vedere, senza pregiudizi.
Per vedere il film serve la maggiore età, quindi è necessario autenticarsi su YouTube.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]