Cronache dai Palazzi
Un fondo di circa 3,8 miliardi per fronteggiare il rincaro delle bollette. Oltre ai 2 miliardi stanziati da Palazzo Chigi con la legge di Bilancio, il governo prevede un potenziamento delle risorse per mitigare i rincari di luce e gas, raggiungendo quota 3,8 miliardi, quasi la metà degli 8 mila euro stanziati per ridurre le tasse.
I sindacati però non arretrano, Cgil e Uil confermano la protesta “garantendo che lo sciopero del 16 sarà effettuato nel pieno rispetto delle norme che regolamentano il diritto di sciopero nei servizi pubblici”. Sciopero generale contestato anche dal Garante della Commissione di garanzia sugli scioperi per il “mancato rispetto della regola della rarefazione” e “del periodo di franchigia”; viene quindi chiesto a Cgil e Uil di riformulare le coordinate dell’agitazione. Sotto accusa le proteste a carico dei servizi pubblici essenziali – trasporti, scuola, rifiuti – proclamate sul territorio, considerando inoltre il divieto di sciopero per i servizi ambientali dal 15 dicembre al 6 gennaio, e per le Poste la data del 16 dicembre coinciderebbe con la data di scadenza dell’ultima rata Imu.
Palazzo Chigi rimarca nel contempo la connotazione espansiva della manovra e intervenendo al Summit for Democracy il premier Mario Draghi sottolinea i benefici del Pnrr: “Abbiamo avviato il Next Generation Eu – un programma di riforme ed investimenti da 750 miliardi di euro. Nei prossimi cinque anni, l’Italia spenderà in totale più di 235 miliardi per raggiungere questi obiettivi. Intendiamo promuovere le energie rinnovabili, rinnovare il sistema dei trasporti, costruire servizi migliori per i cittadini italiani, dalla sanità alla scuola”. Impegni che anche il capo dello Stato ha voluto ricordare sottolineando che il Piano nazionale di ripresa e resilienza, in particolare “l’attuazione delle politiche di settore richiede una regia di sistema e una visione ampia a garanzia dell’efficacia delle misure per una ripartenza strutturale, solida e lungimirante attenta al benessere dell’uomo e del pianeta”.
Il Consiglio dei ministri ha inoltre approvato un decreto che prevede una serie di anticipi di spesa per il 2021 per un totale di 3,25 miliardi destinati a misure urgenti in materia finanziaria e fiscale, una quota di risorse disponibili per quest’anno, che permetterà quindi di liberarne delle altre per l’anno prossimo in particolare per fronteggiare l’aumento di luce e di gas. “Un altro miliardo per calmierare l’aumento delle bollette per cittadini e imprese: è dunque ancora più difficile comprendere le ragioni dello sciopero generale”, ha ammonito la ministra per gli Affari Regionali, Mariastella Gelmini.
Per il 2021 il decreto approvato da Palazzo Chigi prevede un incremento di spesa pari a 1,4 miliardi per il Rfi come copertura degli investimenti di rete e 1,85 miliardi in più per l’acquisto di vaccini e farmaci anti-Covid. Per consentire fino al 31 dicembre il servizio di Polizia e Forze Armate che operano a favore del contenimento del contagio da Covid-19 il Consiglio dei ministri ha inoltre autorizzato un’ulteriore voce di spesa di 49,1 milioni.
Al Sud spetterebbero invece circa 54 miliardi fino al 2027, una cifra che corrisponde all’80% dei fondi del Pnrr destinati all’Italia. Il Sud “deve essere una componente dinamica della ripresa” per cui “dobbiamo usare tutti gli strumenti di politica economica che abbiamo: ci dobbiamo assicurare che tutto il Paese partecipi”, ha sottolineato il ministro dell’Economia Daniele Franco.
Durante la due giorni “Uniamo l’Italia”, voluta dalla ministra per il Sud Mara Carfagna, sono state individuate le priorità sulle quali sviluppare il prossimo piano di programmazione del Fondo sociale di coesione. “Il Fondo –ha affermato Carfagna – spesso nel passato è stato saccheggiato e usato come un bancomat, ora deve integrare e massimizzare altri strumenti come il Pnrr e i fondi europei: deve collegare il Sud al resto d’Europa e unire l’Italia”.
Tutte le forze politiche di maggioranza nei vari emendamenti al disegno di legge di Bilancio chiedono inoltre di prorogare il Superbonus 110% anche per le unifamiliari per tutto il 2022 ed eliminare il tetto Isee di 25 mila euro. I pentastellati propongono ad esempio l’estensione del bonus basandosi su un avanzamento dei lavori al 30 giugno 2022, ma “senza limitazioni alla sola prima casa e senza richiamo a date di rilascio della Cila”, includendo inoltre le unifamiliari e equiparandole al meccanismo previsto per i condomini. Italia Viva ha invece avanzato la proposta di un tetto al di sotto del quale non sia applicato il decreto anti-frode. Servono comunque svariati miliardi di euro per mettere in pratica le varie richieste e il Mef è al lavoro per mediare le diverse posizioni.
L’obiettivo dei prossimi giorni è inoltre riaprire un dialogo con i sindacati, per cercare di trovare un’intesa sui contenuti della manovra con i leader di Cgil e Uil. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha messo in evidenza la volontà di mediazione di Mario Draghi constatando, però, che il premier è stato “brutalmente messo in minoranza dai partiti della sua maggioranza”. Esiste anche una spaccatura interna al settore sindacale per cui la Cisl rimprovera a Cgil e Uil la volontà di rottura e, nel frattempo, annuncia una manifestazione nazionale per sabato 18 dicembre ma nel rispetto delle relazioni industriali e sociali. “Se qualcuno ci dovesse chiamare siamo pronti ad andare per trovare una soluzione, ha affermato il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, specificando: “Al momento ci sono zero possibilità che si possa ritirare lo sciopero. Vediamo comunque su quali punti il governo intende modificare le sue proposte”.
Spaccature sono evidenti anche all’interno della squadra dell’esecutivo in cui la componente più riformista e progressista considera comunque lo sciopero dei lavoratori un diritto e, nel contempo, rileva alcuni limiti della manovra.
“Sul fisco è stata fatta un’operazione di razionalizzazione. Gli effetti redistributivi sono discutibili, io mi ero buttata per un intervento sul cuneo fiscale”, afferma la sottosegretaria all’Economia, Cecilia Guerra del Pd. “Io rappresento la parte di sinistra del governo – spiega Guerra – sono sensibile e preoccupata che si sia arrivati a una manifestazione così importante di dissenso e protesta, credo sia assolutamente legittima e che il sindacato debba svolgere il suo ruolo”. Anche il ministro per le Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, sottolinea che “Lo sciopero è un diritto. Ci sono alcuni temi che i sindacati pongono che sono condivisibili”, rimarca Patuanelli. In sostanza “è giusto mettere al centro il tema del precariato, delle pensioni, dei diritti dei lavoratori”.
Durante le prossime settimane si procederà con la verifica dei 731 emendamenti alla legge di Bilancio segnalati dalla commissione Bilancio del Senato. Sul tavolo, oltre alla rimozione del tetto Isee per il Superbonus, l’esenzione Iva alle associazioni del Terzo settore, il fondo da 150 milioni per l’ecobonus per l’acquisto di autoveicoli, ed ancora l’abbassamento dei requisiti di anzianità contributiva per gli operai edili.
Slitta infine alla prossima settimana la presentazione dell’emendamento del governo sul taglio delle tasse dal 2022 (7 miliardi di Irpef e uno di Irap) anche se gli effetti sulle diverse tipologie di contribuenti Irpef sono già evidenti – lavoratori dipendenti, pensionati, autonomi – ma piccoli aggiustamenti sono ancora possibili. Per le partite Iva individuali, ad esempio, scatterà l’abolizione dell’Irap sulle persone fisiche con poco più di 100 euro al mese di risparmio. Gli altri autonomi, a parte i ricavi fino a 65mila euro che beneficiano del regime della flat tax del 15%, la nuova curva dell’Irpef riserverebbe risparmi crescenti: da 52 euro per la fascia 20-25mila euro, fino a 692 euro per i redditi tra 60 e 65mila euro. Al di sopra dei 75mila euro di reddito il risparmio Irpef scenderebbe a 323 euro.
Per i lavoratori dipendenti, invece, secondo uno studio pubblicato dal Sole 24 Ore i redditi più bassi tra 17mila e 17.500 euro lordi dovrebbero registrare un guadagno netto annuo pari a 400 euro, per scendere gradualmente: 301 euro per 23mila euro lordi; 245 euro per i redditi fino a 26mila euro; 150 euro per le retribuzioni pari a 32mila euro. I sindacati si aspettano nello specifico dei correttivi affinché il risparmio possa essere compreso sempre fra i 300 e i 400 euro per i redditi fino a 30-35mila euro.
Prosegue la campagna di vaccinazione anti Covid e dal 16 dicembre si potranno vaccinare anche i bambini dai 5 agli 11 anni. In arrivo altri 2 milioni di dosi Pfizer e per il commissario straordinario Figliuolo le forniture consentiranno “di vaccinare 25 milioni di persone anche in vista dell’inizio dei bambini che comporterà un aumento della platea”. A proposito di minori, secondo un rapporto dell’Unicef “è la più grande crisi globale nei nostri 75 anni di storia”. Si stima che “100 milioni di bambini in più ora vivano in povertà multidimensionale”. Per quanto riguarda invece la tenuta della democrazia – anch’essa messa a dura prova dalla crisi pandemica – intervenendo in videoconferenza al Summit for Democracy, il premier Mario Draghi ha comunque sottolineato la tenuta del modello democratico. “Finora siamo stati all’altezza”, ha affermato il presidente del Consiglio aggiungendo: “Abbiamo scelto di rimanere uniti e di condividere in maniera collettiva i costi della ripresa. Abbiamo trasformato la pandemia in un’opportunità per colmare le disuguaglianze di lunga data, migliorare la sostenibilità e promuovere l’innovazione”.
“La pandemia ha rappresentato una grande sfida per le democrazie di tutto il mondo. Ci siamo trovati a dover bilanciare le libertà individuali con la sicurezza collettiva”, ha sottolineato Draghi. “E garantire la prosperità durante una forte recessione”. In definitiva però “le nostre istituzioni sono rimaste forti ed efficaci”, e soprattutto “abbiamo preservato lo Stato di diritto”. Allargando lo sguardo all’Europa, infine, “l’esperienza dell’Ue è un ottimo esempio della resilienza delle democrazie”. Per Draghi “come democrazie, abbiamo un dovere gli uni verso gli altri, e verso il mondo intero. Dobbiamo tenere fede al nostro impegno per la libertà, l’equità e la prosperità economica per tutti”.
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