Mercato digitale e Big data nella UE
Il Parlamento Europeo ha votato il programma Europa digitale in occasione della plenaria di aprile 2021; si parla di 7,5 miliardi di euro che saranno investiti in cinque diverse aree: supercalcolo (2,2 miliardi di euro), intelligenza artificiale (2 miliardi di euro), sicurezza informatica (1,6 miliardi di euro), conoscenze digitali avanzate (577 milioni di euro) e per assicurare un ampio utilizzo di tecnologie digitali nell’economia e nella società (1 miliardo di euro). Anche i programmi di investimento come Orizzonte Europa per l’innovazione e Fondo per collegare l’Europa per l’infrastruttura investono grandi somme per l’avanzamento del digitale. Il piano dell’UE per rilanciare l’economia chiede agli stati membri di investire almeno il 20% dei 672.500 milioni di euro del Dispositivo per la ripresa e la resilienza nel settore digitale.
Nel corso degli ultimi due decenni, le piattaforme digitali sono diventate parte integrante delle nostre vite, al punto che al giorno d’oggi è difficile immaginare di fare qualcosa online senza Amazon, Google o Facebook. A fronte dei vantaggi per i consumatori rispetto scelta e risparmio, è indubbio che questo comporti pericoli dal punto di vista monopolistico, potendo questi grandi players esercitare una funzione di controllo su imprese ed utenti su Internet (c.d. ‘gatekeeper’). Per affrontare questo squilibrio, l’UE è al lavoro sull’aggiornamento delle attuali regole che disciplinano i servizi digitali. Attraverso l’introduzione della Legge sui mercati digitali e della Legge sui servizi digitali verrà creato un unico quadro normativo, applicabile su tutto il territorio dell’Unione europea.
L’obiettivo della Legge sui mercati digitali, è quello di garantire condizioni di parità tra le aziende digitali, indipendentemente dalle loro dimensioni. Il nuovo regolamento fisserà regole chiare per le grandi piattaforme onde evitare l’imposizione di condizioni inique per imprese e consumatori. Saranno da proibite pratiche com il posizionamento più in alto nelle liste di ricerca, dei servizi e prodotti offerti dal gatekeeper stesso, rispetto a servizi o prodotti offerti da terzi sulla piattaforma del gatekeeper o ancora la pratica che non permette agli utenti la possibilità di disinstallare un software o una app preinstallata su un dispositivo nuovo. La Legge sui mercati digitali, definirà anche i criteri per qualificare una grande piattaforma online come gatekeeper e fornirà alla Commissione Europea il potere di svolgere indagini di mercato. All’occorrenza, questo consentirà altresì la revisione degli obblighi di aggiornamento per i gatekeeper e la possibilità di sanzionare i comportamenti scorretti.
La Legge sui servizi digitali, si concentra sulla creazione di uno spazio digitale più sicuro per utenti e aziende digitali, proteggendo i diritti fondamentali online. Fra le principali preoccupazioni affrontate da questa legge, vi sono il commercio e lo scambio online di beni, servizi e contenuti illegali, così come i sistemi algoritmici che amplificano la diffusione della disinformazione. La Legge sui servizi digitali fornirà un maggior controllo alle persone su ciò che apparirà loro online: gli utenti saranno in grado di decidere se prestare o meno il proprio consenso a una pubblicità mirata e avranno informazioni chiare sul motivo per cui è consigliato loro uno specifico contenuto. La normativa aiuterà anche ad affrontare il tema dei contenuti dannosi, come la disinformazione politica o quella relativa alla salute e ad introdurre regole migliori per la moderazione dei contenuti e per la protezione della libertà di espressione. Gli utenti verranno informati nel caso di rimozione dei propri contenuti da parte delle piattaforme e avranno la possibilità di contestare questa decisione.
I dati sono alla base della trasformazione digitale europea e sono necessari per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, presentando significative opportunità per l’innovazione, la ripresa dalla crisi COVID-19 e lo sviluppo, per esempio nel settore della salute e delle tecnologie verdi. All’interno dell’UE sono già presenti ingenti moli di dati di qualità, in particolare non personali – come quelli industriali, pubblici e commerciali. Gli eurodeputati si aspettano che tale legislazione aiuti a sfruttare questo potenziale e che renda i dati disponibili ai ricercatori e alle aziende europee, comprese le piccole e medie imprese. La Commissione prevede che l’economia dei dati nell’UE potrebbe crescere dai 301 miliardi di euro del 2018 fino agli 829 miliardi di euro nel 2025, comportando una crescita del numero dei professionisti che lavorano con i dati, dagli attuali 5,7 ai circa 10,9 milioni stimati. Gli eurodeputati mettono l’accento su come si renda necessario accelerare gli sviluppi tecnologici nell’UE, come quelli riguardanti le tecnologie della sicurezza informatica, la fibra ottica, il 5G e il 6G, e si sono espressi con favore rispetto alle proposte che promuovono il ruolo dell’Europa nel supercomputing e nel calcolo quantistico. Se da un lato il settore dei big data permette di sostenere le tecnologie verdi e di favorire l’obiettivo dell’UE di diventare climaticamente neutrale entro il 2050, dall’altro questo settore da solo è responsabile di oltre il 2% delle emissioni di gas serra a livello globale. Gli eurodeputati hanno perciò aggiunto che lo sviluppo dei big data deve concentrarsi sull’abbassamento dell’impronta del carbonio e sulla riduzione dei rifiuti elettronici prodotte dal settore.
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