Qui rido io (Film, 2021)
Mario Martone è uno dei pochi registi italiani a non tradire mai le aspettative, dal sorprendente debutto con Morte di un matematico napoletano (1992) a Il giovane favoloso (2014), passando per L’amore molesto (1995), fino al teatrale Il sindaco del Rione Sanità (2020). Regista d’impianto teatrale è perfetto per raccontare vita e decadenza artistica di Eduardo Scarpetta in un film che racconta la crisi di un commediografo popolare, portato a giudizio per plagio dal vate Gabriele D’Annuinzio, per aver osato mettere in parodia La figlia di Iorio. Non solo, Martone mette in scena la commedia tragica di un uomo che viene dal popolo e recita per tutti, con una vita sopra le righe, scandalosa, una moglie e tre amanti, figli messi al mondo, mantenuti ma non riconosciuti. Tre di questi figli naturali formeranno la famiglia De Filippo (Eduardo, Peppino e Titina) e saranno i suoi veri eredi letterari, portando avanti la tradizione della maschera di Felice Sciosciammocca, aggiungendo al teatro un pizzico di originale genialità.
Qui rido io è girato a Napoli, nel rione Santa Lucia – per le parti cinematografiche – e al Teatro Valle di Roma, per la notevole parte teatrale. Un film utile a riscoprire opere teatrali – usate in seguito con successo anche per il cinema, di cui Scarpetta diffidava non poco – come Miseria e nobiltà, Il figlio di Iorio, La geisha, Nu turco napoletano, Santarella. Il figlio Vincenzo diventerà capo comico, al suo ritiro, dopo il processo contro D’Annunzio (che lo vide vincitore, per sancire il diritto alla parodia), ma anche i fratelli Giuffré recitarono le sue opere e interpretarono i suoi personaggi. Per non parlare dei De Filippo – tratteggiati molto bene nel film nella loro crescita e formazione – che aggiunsero del loro a un’opera già importante.
È un film dal solido impianto teatrale, questo Qui rido io, che gode di una scenografia d’epoca sontuosa, di una sceneggiatura ammaliante e di una fotografia cinematografica crepuscolare e decadente. Toni Servillo è un eccellente Eduardo Scarpetta, forse l’unico attore italiano che avrebbe saputo interpretarlo così bene. Tutto ruota attorno al suo personaggio, ma da buon capo comico concede la possibilità a tutti di mostrare la propria arte, quindi nessun attore è fuori ruolo, ognuno assolve al suo compito con generosità e bravura. Un film d’arte che racconta la biografia di un grande commediografo, soprattutto la sua crisi interiore per colpa di uno sciagurato processo. Da vedere senza mezzi termini.
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Regia: Mario Martone. Fotografia: Renato Berta. Montaggio: Jacopo Quadri. Lingua: Italiano, Napoletano (con sottotitoli). Scenografia: Giancarlo Muselli, Carlo Rescigno. Costumi: Ursula Patzak. Trucco: Alessandro D’Anna. Casa di Produzione: Indigo Film, Rai Cinema, Tornasol. Distribuzione Italia: 01 Distribution. Paesi di Produzione: Italia, Spagna. Durata: 133’. Genere: Biografia, Drammatico. Soggetto e Sceneggiatura: Mario Martone, Ippolita Di Majo. Produttori: Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori. Produttori Esecutivi: Viola Prestieri, Giorgio Magliulo. Data di uscita: 9 settembre 2021 (Italia).Interpreti: Toni Servillo (Eduardo Scarpetta), Maria Nazionale (Rosa De Filippo), Cristiana Dell’Anna (Luisa DE Filippo), Antonina Truppo (Adelina De Renzis), Eduardo Scarpetta (Vincenzo Scarpetta), Roberto De Francesco (Salvatore Di Giacomo), Lino Musella (Benedetto Croce), Paolo Pierobon (Gabriele D’Annunzio), Giovanni Mauriello (Mirone), Chiara Baffi (Nennella De Filippo), Roberto Caccioippoli (Mimì Scarpetta), Lucrezia Guidone (Irma Gramatica), Elena Ghiaurov (Lyda Borelli), Gigio Morra (Presidente del Tribunale), Gianfelice Imparato (Gennaro Pantalena), Iaia Forte (Rosa Gagliardi), Greta Esposito (Maria Scarpetta), Alessandro Manna (Eduardo De Filippo), Marzia Onorato (Titina De Filippo), Salvatore Battista (Peppino De Filippo), Aldo Minei (Eduardello De Filippo), Paolo Aguzzi (Ernesto Murolo), Tommaso Bianco (zio Pasqualino), Benedetto Casillo (Luca), Francesco Di Leva (fotografo), Ivan Castiglione (giornalista), Giovanni Ludeno (Ferdinando Russo), Ciro Pauiciullo (giovane intellettuale), Biagio Musella (giovane intellettuale), Giuseppe Brunetti (Libero Bovio), Nello Mascia (giudice istruttore).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]