Italia delle Regioni
Nel Piano nazionale di ripresa e Resilienza destinati oltre 8 miliardi per la Sanità. Il via libera in Conferenza Stato-Regioni. Nella Conferenza Stato-Regioni del 12 gennaio e’ stata approvata la ripartizione di oltre 6,5 miliardi del PNRR e di circa 1,5 miliardi del Piano nazionale per gli investimenti complementari destinati alla sanità”, così si è espresso il Presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga.
Le Risorse stanziate saranno impegnate con la seguente ripartizione: case di comunità (2 miliardi); l’assistenza domiciliare e la telemedicina (204,5 milioni); ospedali di comunità e assistenza sanitaria intermedia (1 miliardo); ammodernamento tecnologico e digitale ospedaliero (più di 2,6 miliardi); sicurezza e sostenibilità ospedaliera (638,8 milioni). Altri investimenti riguarderanno l’infrastruttura tecnologica, l’analisi dati, la vigilanza dei livelli essenziali di assistenza, lo sviluppo delle competenze tecniche-professionali, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario.
“Proseguiamo il percorso della massima collaborazione istituzionale per l’attuazione del Recovery plan – ha affermato Fedriga – ma occorre puntare di più sul rapporto fra le Regioni ed il Governo, in un’ottica di leale collaborazione istituzionale che miri al rilancio del nostro Paese, razionalizzando le procedure e coinvolgendo di più i territori”.
In ambito Associazione dei Comuni Italiani è emersa la complessità della piena attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che si lega a una assoluta ristrettezza dei tempi e alla necessità di rispettarli in una fase nella quale abbiamo la necessità di far crescere e irrobustire la capacità amministrativa dei Comuni, dopo anni in cui la disponibilità di risorse, le norme su personale e le procedure erano tutt’altro rispetto a quanto abbiamo oggi, oltretutto con le difficoltà derivanti dalla pandemia”. Questa in sintesi la posizione espressa da Mauro Guerra, presidente di Anci Lombardia, intervenendo all’incontro organizzato da Anci e dal Ministero dell’Economia e Finanza, finalizzato a illustrare il PNRR e le sue principali linee d’intervento con la partecipazione di esperti e funzionari del dipartimento della Presidenza del Consiglio dei ministri e della Commissione Europea, Task Force Ripresa e Resilienza e Rappresentanza in Italia.
“Per questo è importante – ha aggiunto Guerra – il lavoro che sta svolgendo l’Anci per ricondurre a sistema alcuni elementi affinché non si perda questa unica e straordinaria occasione per far ripartire il Paese e, con esso, il sistema delle autonomie locali”. Come riportato da Aldo Musci nel resoconto pubblicato sul sito Anci: una prima questione è legata al fatto che viviamo in una fase in cui non ci sono solo le risorse del PNRR, ma nella quale si apre la nuova programmazione europea 2021/2027, ci sono le risorse che provengono dalle manovre nazionali e ci sono le risorse messe a disposizione dalle regioni. Prima di tutto dovremo quindi lavorare per costruire una grande forma di coordinamento tra le diverse misure a supporto dei Comuni, affinché si possano impiegare al meglio le risorse che derivano dalle diverse diversi fonti. Dobbiamo avere presente le provenienze delle risorse su cui potranno contare i Comuni – ha insistito Guerra per conto dei Comuni italiani, per costruire una programmazione il più equilibrata possibile, e per coordinare il lavoro verticale con una trama orizzontale sui territori, per evitare un disallineamento in alcuni campi.
Dovremo quindi riuscire a costruire una prospettiva di unitarietà dell’impatto delle politiche e degli investimenti pubblici su territori e comunità. È necessario inoltre – ha proseguito il presidente di Anci Lombardia – intervenire sulle diverse missioni affidate ai diversi Ministeri: c’è bisogno di uno sforzo per rendere il più omogenee possibile le modalità, i criteri e le procedure delle molteplici misure, perché più le renderemo omogenee e più saremo in grado di mettere i Comuni nella condizione di rispettare le tempistiche e approfittare delle opportunità.
Si dovrebbe fare uno sforzo affinché queste progettualità, che sono già state ammesse dentro alcune graduatorie, possano essere finanziate, perché potrebbero trasformarsi in cantieri operativi molto rapidamente, tra l’altro in un periodo nel quale si fa fatica a dare commesse perché siamo di fronte a un eccesso di commesse progettuali.
In merito alle misure già avviate Guerra ha citato rapidamente, come esempi, tre graduatorie da completare. Asili nido, scuole e poli per l’infanzia, graduatoria provvisoria di agosto 2021, non esaurita, conseguente a bando art. 1, co.59 e seguenti legge di bilancio 1 60/2019.Messa in sicurezza territorio ed edifici pubblici, bando ex art. 1, co.139 e seguenti legge 145/2018, graduatoria definita nel 2021 e non interamente finanziati i progetti ammessi.
Inoltre per la graduatoria relativa ai contributi per i progetti di rigenerazione urbana oltre a trovare risorse per finanziarla al completo, è indispensabile rivedere e modificare anche per il futuro un elemento che, se non corretto, porterebbe ad una situazione complessa e non sostenibile, ne accettabile per i comuni del Nord, poiché il combinato disposto di destinare il 40% delle risorse ai comuni del sud e di suddividere le restanti in base all’indice di vulnerabilità sociale e materiale, ha determinato una situazione per la quale i comuni del nord sono rimasti estremamente marginali nella distribuzione delle risorse. È giusto mantenere la riserva, ma si deve rivedere il meccanismo dei criteri ulteriori – ha avvertito Guerra – perché altrimenti ci troveremmo di fronte a una misura non sostenibile, ingiusta e del tutto irragionevole.
Vi è infatti la necessità d’irrobustire la macchina amministrativa e d’irrobustire le competenze dei Comuni per affrontare questa nuova stagione. Bene ha fatto Anci a porre il problema, ma ci si deve impegnare per coordinare le misure attivate su questo fronte.
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