La rielezione di Mattarella

Se qualcuno ha letto la mia nota di sabato mattina, sa che avevo auspicato un accordo dei capi della maggioranza, per la rielezione al Quirinale di Sergio Mattarella. Quando l’ho scritta, speravo senza crederci molto. Ma talvolta anche i sogni si avverano.

Come ha commentato Mario Draghi, la rielezione di Mattarella è una splendida notizia per il Paese. Assicura infatti varie cose: la stabilità delle maggiori istituzioni, il proseguimento (speriamo) dell’opera del governo, fondata sulle qualità di Mario Draghi e sulla convergenza delle forze politiche maggiori, un saldo europeismo e atlantismo, che garantisce l’ancoraggio del nostro Paese all’Occidente, particolarmente necessaria in una fase di pericoli e di crisi.

Non sono per niente d’accordo con alcune critiche sentite nel corso della diretta da Montecitorio: la rielezione non è il segno del fallimento dei partiti o della politica in generale, ma il segno che, nei momenti peggiori, di fronte a certe realtà, prevale (persino in Salvini) il buon senso; assurdo poi è parlare di incoerenza di Mattarella. È chiaro che era sincero quando dichiarava di non voler essere rieletto ed è altrettanto chiaro che ha accettato di fronte alla richiesta quasi unanime dei partiti, per quel senso di alta responsabilità che lo ha sempre distinto. Rifiutarsi, nelle condizioni attuali, sarebbe stato un gesto di egoismo che è alieno dal carattere del Presidente.

Auguri, dunque, a Mattarella per un settennato proficuo, quello che ho più volte definito “Spirito santo laico” lo ispiri e lo protegga.

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