Comedians (Film, 2021)
Gabriele Salvatores è un regista che ama mettersi in gioco, frequentando cinema di diverso genere, spazia dal fantastico (Il ragazzo invisibile, Nirvana), al noir intimista (Come Dio comanda), passando per il minimalista (Mediterraneo, Turné) e il letterario (Tutto il mio folle amore).
Comedians è un film comico, tratto dall’omonimo dramma di Trevor Griffiths, quasi un remake dell’opera seconda di Salvatores, Kamikazen-Ultima notte a Milano, basato sulla stessa pièce (interpretato da Riondino, Rossi, Bisio, Orlandi, Storti, Svampa). Salvatores riprende in mano un testo che l’aveva affascinato nel 1987 e lo mette di nuovo in scena, con un solido impianto teatrale, ambientando le poche parti cinematografiche in una città indefinita dove povere persone vivono ai margini, in una giornata di bufera, quasi da film horror. Una sorta di Sei personaggi in cerca d’autore, declinato a sei attori in cerca di scrittura, con il tono sospeso di Aspettando Godot (Natalino Balasso è l’attore giusto, il dramma di Beckett è un suo cavallo di battaglia), montato con grande suspense e dotato di ritmo, impreziosito da una fotografia anticata, suadente, notturna. Salvatores compie una profonda riflessione sul ruolo dell’arte e sul compito dell’artista, che può sia essere elemento di sprone per la società, una vera spina nel fianco, che un semplice spacciatore di intrattenimento, senza implicazioni sociali. Si scontrano sul palco della pièce due opposte scuole di pensiero: Barni (Balasso, grande attore di teatro) è il maestro che ha dedicato la vita al sogno del vero artista; Celli (De Sica, attore di cinema popolare) è l’esaminatore dei futuri comici che predica disimpegno. Gli attori in cerca di scrittura, preparati da Barni, una volta saputo il nome dell’esaminatore, si comportano diversamente, solo chi tradisce gli insegnamenti del maestro avrà una chance per entrare nel mondo dell’arte e due di loro decidono di farlo. Alcuni che seguono la lezione ricevuta vengono bocciati per troppo impegno ed esagerato realismo, altri cercano di modificare il progetto ma non riescono, infine il ragazzo più giovane e dotato – Zappa (Pranno) – mette in scena una parte da clown triste e incazzato con il mondo per far ricordare al maestro come recitava da giovane.
Un film introspettivo e intenso, che scava sulla psicologia dei personaggi, da un vecchio attore deluso dalla vita che si è rifugiato nell’insegnamento, al superficiale interprete di successo, per finire con i singoli aspiranti attori che covano tanti piccoli drammi interiori. Gabriele Salvatores non sbaglia un colpo, è capace di passare dal cinema di puro intrattenimento, fantastico e surreale, come Il ragazzo invisibile, a un’opera dal solido impianto teatrale sceneggiata alla perfezione per il cinema. Da vedere.
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Paese di Produzione: Italia, 2021. Regia: Gabriele Salvatores. Soggetto: Trevor Griffitths (pièce omonima). Sceneggiatura: Gabriele Salvatores. Fotografia: Italo Petriccione. Montaggio: Chiara Griziotti. Effetti Speciali: Pasquale Catalano, Fabio Traversari. Produzione: Marco Cohen, Fabrizio Donvito, Fernando Bonifazi, Daniel Campos Pavoncelli, Benedetto Habib. Genere: Commedia. Durata: 96’. Distribuzione: 01 Distribution. Interpreti: Ale (Alessandro Besentini), Franz (Francesco Villa), Filippo e Leo Marri, Natalino Balasso, (Eddie Barni), Christian De Sica (Bernardo Celli), Marco Bonadei (Samuele Verona), Aram Kian, Walter Leonardi (Gio Di Meo), Riccardo Maranzana, Giulio Pranno (Giulio Zappa), Demetra Bellina (la ragazza del cucito), Vincenzo Zampa (Michele Cacace).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]