Le ultime battute
Il coraggioso viaggio di Emmanuel Macron a Mosca e a Kiev non ha sbloccato la situazione. Meno ancora quello del Ministro degli Esteri britannico Liz Truss. Macron aveva scelto la strada della comprensione, Liz Truss quella del bullismo e delle minacce.
L’iniziativa francese non ha avuto successo perché i russi hanno detto chiaramente che considerano gli USA il solo vero interlocutore, le minacce di sanzioni inglesi erano già largamente scontate. Ora Biden avverte che un attacco all’Ucraina è imminente. Se è una tattica per allertare i russi, non credo che funzioni. Putin ha messo in gioco in questa partita una posta troppo importante e non fare certo marcia indietro per evitare che qualche oligarca o banca russi siano penalizzati in Occidente. Si fermerebbe forse solo di fronte al concreto rischio di una guerra, che speriamo sia solo ipotetico e Putin lo sa bene. Al di qua di essa, le sanzioni politiche ed economiche raramente hanno fermato un dittatore deciso (a suo tempo non hanno impedito l’annessione della Crimea).
La sola strada resta quella di un dialogo paziente e comprensivo, che tenga conto di quelle che sono reali esigenze di sicurezza russe, e non oltre. Come ho scritto ripetutamente, il primo passo sia escludere di fatto l’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Il secondo è smetterla di agire nella preoccupazione di evitare con la propria debolezza altre violazioni in altre parti del mondo. La Cina non è più una media potenza controllabile e Taiwan finirà col prendersela, come a suo tempo si è presa Hong Kong proprio ai tonitruanti inglesi, i quali dovrebbero sapere che si fa la voce grossa se si ha in mano un grosso, grossissimo bastone.
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