The founder (Film, 2016)

Un film tipicamente statunitense questo The founder, che racconta la storia di un uomo che costruisce da solo la propria fortuna, facendosi venire un’idea vincente, usando metodi spregiudicati e agendo con determinazione assoluta.

Il regista John Lee Hancock gira una sceneggiatura di Robert D. Siegel, ispirata a una storia vera, mette in scena la biografia di Ray Kroc, piazzista di frullatori che un bel giorno intuisce come il piccolo chiosco gestito dai fratelli Mc Donald – servizio rapido, familiare e di qualità – possa diventare il futuro della ristorazione. Il chiosco diventa un’azienda di successo con molti negozi affiliati, il nuovo imprenditore – consigliato da un economista – modifica molte cose, inserisce il latte in polvere per fare il frappé e comincia  a comprare i terreni dove edificare i ristoranti. A un certo punto lascia la moglie, che non lo segue come vorrebbe nei progetti e imbastisce una nuova relazione con una collaboratrice dinamica e ambiziosa. Il destino dei fratelli Mc Donald è segnato, dopo una battaglia legale vengono liquidati con un contratto capestro, senza provvigioni sugli incassi futuri, persino privati del nome storico dell’azienda, che Kroc aveva sempre voluto.

Sceneggiatura che non fa una piega segue il mito del sogno americano, sulla base del quale ognuno è artefice della propria fortuna. Fotografia anticata color seppia che fa pendant con gli effetti speciali, il trucco, i costumi e un’accurata scenografia d’epoca. Montaggio consequenziale da classico film biografico con alcuni inserti dei veri protagonisti, soprattutto nel finale e sui titoli di coda. Colonna sonora in sintonia con l’epoca storica, ottimo accompagnamento sonoro della vicenda. Attori ben calati nelle interpretazioni, su tutti Michael Keaton, perfetto protagonista senza scrupoli, affarista capace di mettere alle corde ogni avversario pur dir realizzare il suo scopo. Bravi anche Nick Offerman e John Carroll Lynch, nei panni dei fratelli Mc Donald, troppo onesti e genuini in un mondo di squali e di imprenditori senza scrupoli. Laura Dern – in passato musa di David Linch – è una diligente moglie silenziosa, destinata a essere accantonata dal suo uomo.

Un film interessante e piacevole, senza particolari sussulti e vette poetiche, ma un buon prodotto di intrattenimento, godibile e ben confezionato. È cinema biografico nordamericano, bellezza!

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Paese di Produzione: Stati Uniti d’America, 2016. Durata: 115’. Genere: biografico, drammatico. Regia: John Lee Hancock. Soggetto e Sceneggiatura: Robert D. Siegel. Fotografia: John Schwartzman. Montaggio: Robert Frazen. Musiche: Carter Burwell. Effetti Speciali: Nathen Cavins, J.J. Madaris, Andi Sowers. Scenografia: Michael Corenblith. Costumi: Daniel Orlandi. Trucco: Dhyana Forte, Julie Hill-Parker, Sai Mack. Produttore: Don Handfield, Jeremy Renner, Aaron Ryder. Case di Produzione: Speedie Distribution, The Combine, Faliro House Productions. Distribuzione (Italia): Videa. Interpreti: Michael Keaton (Ray Kroc), Nick Offerman (Dick Mc Donald), John Carroll Lynch (Mac Mc Donald), Linda Cardellini (Joan Simith), Patrick Wilson (Rollie Simith), B. J. Novak (Harry J. Sonneborn), Laura Dern (Ethel Fleming), Justin Randell Brooke (Fred Turner), Kate Kneeland (June Martino).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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