NATO, UE ed Ucraina

La reazione occidentale al barbaro, ingiustificato attacco russo all’Ucraina, è stata dura e decisa. Ma sin dall’inizio è apparsa chiara la linea: sanzioni economiche, politiche ed altre, sì, al massimo, intervento militare diretto, no. È quest’ultima posizione che spiega il rifiuto dei Paesi NATO a interdire lo spazio aereo sull’Ucraina. Boris Johnson l’ha spiegato nella sua conferenza stampa a Varsavia: questa misura comporterebbe che gli aerei della NATO dovrebbero abbattere aerei russi, provocando così un casus belli che condurrebbe alla guerra.

Non c’è che da approvare questa prudenza: per quanto importante sia l’Ucraina, una guerra, con i mezzi nucleari disponibili, è un’evenienza terrificante che nessun governo occidentale e democratico può contemplare. La NATO deve continuare sulla linea intrapresa: rafforzare il suo fianco est, riaffermare la garanzia dell’art. 5 ai suoi membri, specie quelli più esposti, coordinare la solidarietà transatlantica.

Per il resto, i Paesi occidentali devono continuare a rafforzare le sanzioni, e su questo terreno c’è ancora parecchio da fare, almeno per colpire gli oligarchi russi che hanno grandi interessi e proprietà in Europa, specie in Gran Bretagna e Spagna e per escludere l’intero sistema bancario russo (non solo alcune banche) dai circuiti finanziari internazionali.

Quanto all’Unione Europea, per una prima volta è apparsa compatta e attiva, fino a promettere di finanziare l’acquisto di armi all’Ucraina, fatto senza precedenti nella sua storia e certamente non privo di rischi. Ma non credo sia giusto e utile in questo momento pensare a una specie di adesione-lampo dell’Ucraina all’Unione. In questo momento non sappiamo quale sarà il prossimo assetto politico di quel Paese, e la sua entrata nell’UE non servirebbe a proteggerlo dall’aggressione di Putin, ma fornirebbe solo al dittatore di Mosca un nuovo pretesto per i suoi crimini.

La strada da percorrere è dunque: isolamento economico, politico e diplomatico della Russia, condanna da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU, condanna della Corte Internazionale sui Crimini di Guerra e contro l’Umanità. È una strada che può apparire (specie agli ucraini, com’è comprensibile) insufficiente. Ma ogni altra opzione sarebbe peggiore. Per la stessa Ucraina, che sarebbe la prima a essere distrutta da una guerra generale.

Non è detto che altre misure non saranno adottate. Abbiamo a che fare con un despota paranoico che non arretra di fronte a nessuna considerazione del diritto o umanitaria e non esita ad agitare lo spettro nucleare. Se perdesse completamente il senso della misura, forzerebbe gli occidentali a opporsi non più soltanto con la retorica e le sanzioni, ma con la forza. Speriamo e preghiamo (assieme al Papa) che il peggio sia scongiurato.

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