Cota, tra boxer e Mercedes
Uno scossone dopo l’altro. Roberto Cota, presidente della regione Piemonte, è stato rinviato a giudizio dalla procura di Torino per peculato, nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi ai gruppi consiliari. Un altro cataclisma dopo la pronuncia del Tar che ha, di fatto, annullato le elezioni regionali del 2010 accogliendo il ricorso della ex presidente Mercedes Bresso. “Prendo atto senza alcuna sorpresa della richiesta di rinvio a giudizio presentata dai pubblici ministeri”, ha detto Cota. “Non commento la circostanza della richiesta di archiviazioni dell’indagine di Mercedes Bresso e rinvio alla lettura delle disinvolte motivazioni del colpo di spugna”.
L’inchiesta di Rimborsopoli è quella che riguarda le spese sostenute con i fondi dei gruppi consiliari regionali. Iniziato nel 2012, il procedimento ha coinvolto 56 consiglieri per le ipotesi di peculato, truffa e finanziamento illecito ai partiti. Le indagini della Guardia di Finanza si sono concentrate su scontrini, fatture e tabulati telefonici. Con la trasmissione al tribunale degli atti d’indagine, la Procura ufficializzerà anche le richieste di archiviazione. “Registro che nessun esponente di una sola parte politica andrà a giudizio”, ha commentato il governatore piemontese. “Sarà un giudice a valutare la fondatezza di una linea interpretativa che vorrebbe scrivere delle regole del gioco nuove a partita finita e che addirittura ignora la legge”.
Di umore evidentemente opposto Mercedes Bresso che si è detta “contenta di essere riuscita a chiarire la posizione”, anche se “stiamo vivendo la pagina più brutta per l’istituzione regionale”. L’ex presidente ha poi affondato: “Una Regione umiliata da un presidente eletto illecitamente e ora rinviato a giudizio per spese personali a carico della collettività”.
Pochi giorni fa, infatti, il Tribunale regionale ha depositato le motivazioni con cui ha annullato la tornata elettorale del 2010. La colpa sarebbe della lista Pensionati per Cota che è stata “illegittimamente ammessa” con diciassette autentificazioni di firme false. Nello specifico, si legge che la presentazione della lista è stata viziata da una “nullità insanabile” che ha “invalidato e travolto tutto il procedimento elettorale”. La giustizia ha fatto il suo (lungo) corso e la sentenza di annullamento arriva dopo quattro anni, quando ne mancherebbe solo uno alla scadenza del mandato. Un caos che per Roberto Cota, intenzionato a presentare ricorso al Consiglio di Stato, testimonia un “sistema che è ormai fuori controllo”.
La macchina elettorale piemontese, ad ogni modo, si è rimessa in moto. In anticipo di un anno. Sergio Chiamparino, ex sindaco di Torino, ha annunciato le sue dimissioni irrevocabili da presidente della Compagnia San Paolo. Il primo passo per ufficializzare la sua candidatura per le nuove elezioni. E sul fronte centrodestra? “Cota non credo che voglia ricandidarsi dopo aver toccato con mano che le regole non valgono”, aveva detto qualche giorno fa Umberto Bossi. Per il segretario della Lega, Matteo Salvini, la Regione Piemonte “deve arrivare alla fine della legislatura, come hanno deciso i cittadini”.
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