The Dreamers – I sognatori (Film, 2003)
The Dreamers è il penultimo film di Bernardo Bertolucci, basato sul romanzo The Holy Innocents dello scrittore scozzese Gilbert Adair (naturalizzato parigino), che cura la sceneggiatura cinematografica. Per vedere di nuovo il regista all’opera si dovranno attendere nove anni, con Io e te (2012), liberamente tratto dal romanzo di Niccolò Ammaniti.
Febbraio 1968, siamo a Parigi, alla Cinémathèque, in piena contestazione studentesca, quando il giovane studente americano Matthews (Pitt) conosce Isabelle (Green) e il fratello Théo (Garrel) per dare vita a un triangolo intellettuale e sentimentale che supera i confini dell’amicizia. La storia si dipana seguendo tre direttrici: la cinefilia, il sesso e la politica, anche se l’ultima resta sullo sfondo, perché al regista interessa indagare la psicologia dei personaggi, approfondire i rapporti sentimentali e la relazione di amicizia più che l’analisi ideologica. Molte sequenze spinte pare che convinsero Leonardo Di Caprio a non accettare il ruolo del protagonista, in ogni caso ben interpretato da Michael Pitt. La leggenda narra che le parti erotiche fossero più estreme ma che molte scene siano state tagliate in sede di montaggio, anche se Bertolucci ha sempre negato tale ricostruzione.
Il film prende per mano lo spettatore e lo conduce per le stanze di una casa abitata da tre ragazzi, in assenza dei genitori, mostrando esperienze e iniziazioni sessuali sempre più intense, sullo sfondo di una contestazione studentesca che alla fine spinge i protagonisti a scendere in strada e a lottare. Bertolucci cita pellicole cinematografiche a piene mani, inserendo molte sue idee e tutto il suo amore per Godard, realizzando pregevoli raffronti tra le opere originali (in bianco e nero) e la riproduzione filmica. Impossibile citare tutti i film, l’elenco sarebbe lunghissimo perché Bertolucci fa sfoggio continuo di cinefilia, tra dialoghi e brevi sequenze. Ricordiamo la visita lampo al Louvre ripresa da Bande à part di Godard, il suicidio da Mouchette di Bresson, Freaks di Browning (Lo accettiamo è uno di noi!), Venere bionda di Von Sterberg con Marlene Dietrich, Scarface di Hawks.
La colonna sonora è stupenda, nostalgica e sognante, composta da brani pop non originali, molto noti, pezzi come La Mer di Trenet, C’est irreparable di Nino Ferrer, No, je ne regrette rien di Édith Piaf; solo un brano originale – eseguito da Michael Pitt insieme ai The Twins of Evil – è una cover di Hey Joe. Fotografia di Fabio Cianchetti, permeata di effetti patinati. Regia solida con movimenti di macchina da vero artista in un trionfo di piani sequenza e soggettive. I protagonisti sono ben calati nelle parti, sia Pitt che Garrel se la cavano molto bene, così come Green sfoggia sequenze di nudo integrale e interpreta rapporti sessuali senza alcun imbarazzo. Temi caldi ce ne sono fin troppi, si va dall’incesto (per alcuni gratuito), fino alla contestazione giovanile, passando per il comunismo maoista (immagini di Mao si vedono per tutto il film) e la scoperta della sessualità. Interpretano la parte di loro stessi Jean-Pierre Léaud e Jean-Pierre Kalfon.
Non è il miglior film di Bertolucci, a tratti indeciso su quale piega prendere, anche se abbiamo l’impressione che al regista interessi poco parlare di politica, mentre pare affascinato dai rapporti umani, dalle esperienze amorose tra giovani. Romanzo di formazione, scoperta della vita, amore per il cinema e per la cultura, passioni sconvolgenti e torbide esperienze sessuali. The Dreamers è tutto questo, un contenitore di sogni di cui si apprezza soprattutto la grande cura formale nella confezione. Budget 15 milioni di dollari, appena recuperati. Cinema puro. Da vedere.
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Regia: Bernardo Bertolucci. Soggetto e Sceneggiatura: Gilbert Adair. Fotografia: Fabio Cianchetti. Montaggio: Jacopo Quadri. Scenografia: Jean Rabasse. Produttore: Jeremy Thomas. Titolo originale: The Dreamers. Paesi di Produzione: Regno Unito, Francia, Italia. Durata: 109’. Genere: Drammatico. Interpreti: Michael Pitt (Matthew), Eva Green (Isabelle), Louis Garrel (Théo), Flòorian Cadiou (Patrick), Robin Renucci (padre), Anna Chancellor (madre), Jean-Pierre Kalfon (sé stesso), Jean-Pierre Léaud (sé stesso).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]