Cronache dai Palazzi
Il conflitto tra Russia e Ucraina diventa sempre più aspro e distruttivo. L’Italia e molti altri Paesi stanno accogliendo milioni di profughi in arrivo dalle zone di guerra. Nel contempo, data la gravità delle condizioni, occorre escogitare altre fonti energetiche a proposito di gas e non solo.
Nei prossimi giorni il governo italiano approverà, in accordo con le istituzioni europee, diverse misure che si potrebbero definire da economia di guerra, in particolare a sostegno di famiglie e imprese già profondamente provate dalla crisi economica causata dalla pandemia da Covid. “Le imprese e la gente ci dicono che non ce la fanno, che esiste un problema di sopravvivenza delle attività”, ha affermato il premier Draghi intervenendo a Montecitorio per il question time, in cui Draghi ha delineato quali saranno le prossime misure del governo anche a livello regolatorio.
Gli interventi progettati e attuati fino ad ora non sono sufficienti, i 16 miliardi di euro stanziati, l’Iva al 5% per le utenze del gas e i vari interventi avviati prima dello scoppio della guerra. In questo contesto il presidente del Consiglio ha preannunciato anche un pronto intervento nel settore agroalimentare e ha ribadito che il governo italiano si adopererà, e si sta adoperando, per una concreta diversificazione delle fonti di gas, come Mario Draghi ha affermato anche nel vertice di Versailles del 10 e dell’11 marzo a Parigi. Ma per rendere concreti tutti gli interventi occorre improntare una serie di regole nuove sia sul fronte nazionale sia sul fronte europeo. “Questo è un momento decisivo per l’Unione europea, è un test per la resilienza della nostra democrazia”, ha dichiarato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen a Versailles. Di fronte al conflitto tra Russia e Ucraina tutto l’Occidente risulta coeso, come ha sottolineato il presidente americano Joe Biden dalla Casa Bianca. Le democrazie occidentali sono decise a difendere e ad aiutare il popolo ucraino, e molti Paesi occidentali sono pronti ad accogliere i molti profughi costretti ad abbandonare il loro Paese.
L’Italia nello specifico avrebbe accolto già circa 24 mila rifugiati, soprattutto donne, adolescenti e bambini. “È una crisi umanitaria senza precedenti nel Dopoguerra in Europa – ha affermato il premier Draghi -. Per farvi fronte, l’Ue ha applicato per la prima volta la direttiva del 2001 sulla protezione temporanea in favore dei profughi ucraini. Questa decisione testimonia la solidarietà e la compattezza dell’Unione europea: un’unità di intenti che vede l’Italia in prima linea”.
Di fronte a così tanta strage, “la forza di un Paese – ha sottolineato Draghi – e di una democrazia si misura anche con la capacità di difendere i valori della dignità umana, della pacifica convivenza e dell’amicizia tra i popoli. In questo senso il mio pensiero va anche ai tanti cittadini russi che condividono questi valori”, ha affermato il premier.
“Quello che sta succedendo al popolo ucraino in queste ore dimostra che la scelta di non voltarsi dall’altra parte è stata giusta. Avremo contraccolpi negativi, ma andiamo avanti e saremo in grado di gestire una crisi umana senza precedenti”, ha affermato la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. Il nostro Paese ha messo a disposizione dei profughi circa trecento immobili. “Sono stati messi in campo tutti gli strumenti ordinari dell’accoglienza di cui dispone il Viminale che fanno perno sui prefetti e sui Comuni e che, grazie all’immediato potenziamento deciso dal governo, possono contare ora su 8 mila nuovi posti”, ha spiegato la ministra Lamorgese. Per favorire la volontà di accogliere e di aiutare dei cittadini italiani il Viminale ha inoltre messo a punto “una piattaforma informatica nella quale, viste le tante iniziative sul territorio, far confluire le offerte di disponibilità di privati e associazioni del Terzo settore per l’accoglienza dei profughi”. Una particolare attenzione è rivolta ad eventuali ricongiungimenti familiari: “Siamo impegnati per tutelare l’unità dei nuclei familiari, le persone più fragili e i tanti minori in arrivo. Stiamo garantendo ai profughi una rete di protezione che prevede anche alcuni servizi essenziali quali l’assistenza sanitaria, l’accesso a scuola per i bambini e i ragazzi, la mediazione linguistica e culturale. Per gli adulti è prevista anche la possibilità di lavorare regolarmente”, ha spiegato la ministra dell’Interno.
Oltre al tema di una comune difesa europea vanno riviste le regole del Patto di Stabilità, il quale Patto ha comunque già subito una rivisitazione a causa della crisi provocata dalla pandemia sanitaria. Occorre inoltre rivedere “gli aiuti di Stato, i regolamenti comunitari per il settore agricolo e altri ambiti”, ha sottolineato Draghi, aggiungendo: “Lo stiamo facendo a Roma con gli enti territoriali e in sede europea dove discutiamo, e c’è sicuramente un atteggiamento disponibile per questa emergenza, come è stato per il Covid”. In sostanza “faremo di tutto” ha assicurato Draghi di fronte al Parlamento italiano ma “senza andare in ordine sparso”, occorre comunque camminare parallelamente all’Europa. In definitiva, comunque, il governo attuale non è nato per stare fermo, ha ricordato Mario Draghi, quindi, essendo tra l’altro passati da un’emergenza all’altra, occorre agire e anche in maniera alquanto tempestiva.
Spazio anche per il nucleare, dovendo raggiungere un’autonomia energetica si pensa ad una eventuale reintroduzione anche nel nostro Paese. “L’impegno tecnico ed economico – ha detto il presidente del Consiglio – è concentrato sulla fusione a confinamento magnetico, che attualmente è l’unica via possibile per realizzare reattori commerciali in grado di fornire energia elettrica in modo economico e sostenibile”. Nello specifico il piano europeo per le energie a fusione “prevede l’entrata in funzione del primo prototipo di reattore a fusione nel 2025-2028”. Si tratta di una strategia ideata da Eurofusion, un consorzio che gestisce fondi Euratom, circa 500 milioni di euro per il periodo tra il 2021 e il 2025, con il quale consorzio collaborano diverse istituzioni italiane.
Occorre ovviamente insistere anche sulle rinnovabili, sulle quali il nostro governo prevede un intervento strutturato per far fruttare gli investimenti: “Dobbiamo superare” i problemi legati “ai procedimenti amministrativi: se non lo facciamo non andiamo da nessuna parte”. In sostanza le energie rinnovabili rappresentano “l’unica strategia fondamentale nel lungo periodo” per l’Italia.
A proposito delle sanzioni inflitte alla Russia e di eventuali ritorsioni sul nostro sistema economico il presidente del Consiglio ha specificato: “Non abbiamo nessuna intenzione di derogare alla nostra politica delle sanzioni, che sono condivise con tutti gli altri alleati. Allo stesso tempo dobbiamo fare di tutto per poterle rendere sostenibili al nostro interno”. In definitiva l’obiettivo è “tutelare il potere di acquisto delle famiglie e le imprese, e ridurre gli effetti della crisi energetica”. Il governo ha per l’appunto approvato un nuovo decreto contro il caro bollette superando l’azzeramento degli oneri di sistema.
Si è discusso di crisi energetica anche nel vertice di Versailles (10-11 marzo), in cui è stato affrontato il tema del caro energia e un eventuale ampliamento dei margini per gli aiuti di Stato. Ulteriori interventi per fronteggiare gli ingenti aumenti dei prezzi di luce e di gas devono essere vagliati dall’esecutivo e molto probabilmente saranno varati la prossima settimana. In questo contesto si dovrà tener conto anche delle valutazioni che emergeranno all’interno dell’Eurogruppo e nell’Ecofin lunedì e martedì a Bruxelles. All’interno del nostro esecutivo si dovrà inoltre valutare se ricorrere ad un nuovo “scostamento di bilancio” per fronteggiare la nuova emergenza. Un eventuale aumento del deficit sembra comunque inevitabile nel corso del 2022. Nel frattempo occorrerà anche considerare le decisioni che vengono adottate a livello europeo, verrà per l’appunto modificato il Temporary framework, il documento sulla base del quale gli Stati membri sono autorizzati ad adottare sostegni all’economia in deroga alla disciplina ordinaria sugli aiuti di Stato.
A questo punto della Storia, inoltre, non può più essere trascurata la questione di una difesa europea compatta e comune, di cui si è discusso a Versailles ma eventuali decisioni sono state rinviate al vertice di marzo. In generale sulla difesa la richiesta è incrementare in maniera sostanziale la spesa nazionale, consolidare progetti comuni e pianificare delle strategie. A proposito di autonomia energetica, invece, la Commissione ha proposto il piano denominato simbolicamente “RepowerEu” in virtù del quale si mira a ridurre di due terzi il consumo di gas importato da Mosca entro il 2022.
Massima allerta, infine, anche per quanto riguarda la cybersicurezza in quanto gli attacchi informatici sono destinati ad aumentare molto velocemente in Italia e in tutto il continente, anche come forma di ritorsione alle sanzioni. In un contesto di guerra e di crisi la velocità di condivisione delle informazioni su eventuali minacce e fonti di attacco informatico assume una rilevanza fondamentale ed è assicurata dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e dal Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture a rischio del ministero dell’Interno.
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