UE, Global Gateway in risposta alla Cina
“Con il Global Gateway facciamo un passo in più per appoggiare investimenti e infrastrutture nel resto del mondo. I Paesi hanno bisogno di partner di fiducia per conseguire progetti sostenibili, segnati da trasparenza e da una governance competente. Vogliamo dimostrare come con un approccio democratico, fondato sui nostri valori, siamo in grado di affrontare le sfide globali. Il Global Gateway è una vera alternativa alla via della Seta, avrà un valore strategico e coinvolgerà il settore privato oltre ad attingere dai fondi comunitari. I finanziamenti saranno erogati entro il 2027.”, ha dichiarato, lo scorso 1° dicembre, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, successivamente all’ottavo vertice Forum sulla cooperazione Cina-Africa (FOCAC, Forum On China-Africa Cooperation) tenutosi a Dakar, in Senegal, tra il 28 e il 30 novembre. La differenza tra il Global Gateway europeo e la Belt and Road Initiative cinese è racchiuso nelle parole della commissaria ai Partenariati internazionali Jutta Urpilainen: “Tra il 2013 e il 2018 l’Unione europea è stato il primo fornitore di aiuti allo sviluppo nel mondo. Il nostro contributo allo sviluppo è pari a quello della Cina, ma le modalità sono diverse: Pechino presta, noi eroghiamo finanziamenti, oltre a promuovere gli investimenti privati”.
Come molti paesi si sono accorti a loro spese, i finanziamenti concessi da Pechino ai paesi attraversati dalla Nuova Via della Seta, sono prestiti. Con la crisi economica prima, la Grecia è stata la prima a trovarsi in difficoltà a onorare il debito con Pechino, e il covid poi (vedi il caso Montenegro), molti stati si sono trovati impossibilitati a restituire le rate concordate, trovandosi obbligati a cedere, a vario titolo, asset nazionali. La strategia europea Global Gateway mira a raggiungere connessioni sostenibili e affidabili per le persone e il pianeta. Contribuirà ad affrontare le sfide globali più urgenti, dalla lotta ai cambiamenti climatici al miglioramento dei sistemi sanitari e al rafforzamento della competitività e della sicurezza delle catene di approvvigionamento globali. L’UE sta ampliando l’offerta ai suoi partner con importanti investimenti nello sviluppo di infrastrutture in tutto il mondo. Tra il 2021 e il 2027 Team Europa, vale a dire le istituzioni dell’UE e gli Stati membri dell’UE, mobiliterà fino a 300 miliardi di euro di investimenti in: digitali, energia trasporti, salute, istruzione e ricerca. Il modello europeo di connettività affidabile nei paesi partner è a lungo termine ed è in linea con gli interessi e i valori dell’UE: Stato di diritto, diritti umani e norme e standard internazionali. Consiste in investimenti intelligenti, puliti e sicuri in infrastrutture di qualità, collegare in modo sostenibile beni, persone e servizi in tutto il mondo.
Per ora la Commissione europea non ha dato dettagli sui progetti che intende sostenere. Ha spiegato solo che in Africa intende finanziare in particolare la salute e le fonti di energia rinnovabile, nei Balcani e nel Mediterraneo punterà sui trasporti. Dei 300 miliardi, 135 giungeranno dal Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile, e altri 145 dalle istituzioni finanziarie europee, verrà quindi coinvolto tutto il Team Europe: l’Ue, gli Stati Membri e gli istituti di credito comunitari (Eib ed Ebrd). Questo pacchetto di investimenti si somma ai 9,6 miliardi di euro già spesi dall’Unione in progetti di connettività a livello mondiale tra il 2014 e il 2020; equivalente al 14% del budget dell’Ue per le relazioni esterne. “La nuova iniziativa comunitaria ha il potenziale di trasformare l’Unione europea in un attore geopolitico più efficace. Per molti paesi partner, l’offerta di una cooperazione paritaria, basata su regole e valori, sarà un’alternativa attraente all’iniziativa cinese Belt & Road”, ha commentato il rappresentante diplomatico tedesco presso l’Unione europea Michael Clauss.
Il Global Gateway ribalta la recente politica europea di avvicinamento alla Cina, culminata nell’accordo bilaterale Comprehensive Agreement on Investment (CAI), stipulato per rafforzare ed estendere la cooperazione economica tra UE e Repubblica Cinese. Ma va incontro al Build Back Better for the World (B3W) annunciato dal Presidente Biden, nella politica di riavvicinamento agli USA, fatto già visto in occasione del G7 di Glasgow e della COP26.
Il Global Gateway produrrà progetti sostenibili e di alta qualità, tenendo conto delle esigenze dei paesi partner e garantendo benefici duraturi per le comunità locali. Ciò consentirà ai partner dell’UE di sviluppare le loro società e le loro economie, ma creerà anche opportunità di investire e rimanere competitivo al settore privato degli Stati membri dell’UE, garantendo allo stesso tempo i più elevati standard ambientali e del lavoro, nonché una sana gestione finanziaria. Il Global Gateway è il contributo dell’UE alla riduzione del divario globale degli investimenti. È in linea con l’impegno assunto dai leader del G7 nel giugno 2021 di avviare un partenariato per le infrastrutture che sia trasparente, basato sui valori e di alto livello per soddisfare le esigenze di sviluppo globale nel settore. Il Global Gateway è inoltre pienamente in sintonia con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e i suoi obiettivi di sviluppo sostenibile e con l’accordo di Parigi. Ma tutto questo non sarà così facile da realizzare come appare, la Cina ha già 1.300 progetti avviati e sta aumentando ancora i finanziamenti, inoltre i partner africani cui è diretta l’iniziativa europea non sono stati interpellati, e quello dell’Africa è un mondo particolarmente complesso da capire e in cui entrare, come ha ricordato a Climate Home News, Ovigwe Eguegu, consigliere politico nigeriano della società di consulenza Development Reimagined: “Chi ascolta e comprende il contesto in cui operano i paesi africani sarà il miglior partner per lo sviluppo, l’Unione europea è quella che non ascolta, che solo ora si rende conto che l’Africa è seriamente intenzionata a costruire infrastrutture. In un certo senso, l’Ue che ora propone il Global Gateway sta riconoscendo che la Cina ha saputo vedere una prospettiva di sviluppo in Africa”.
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