Italia delle Regioni
Dalla loro nascita, gli Istituti tecnici Superiori hanno triplicato il numero studenti e studentesse coinvolti nel loro sistema. Questi sono in crescita costante rispetto al passato: dai 1.098 diplomati del 2013 ai 3.536 del 2018. La loro caratteristica è quella di catalizzare meglio e più rapidamente i cambiamenti del mercato del lavoro e di modellare percorsi formativi su un bisogno di competenze sempre attuali e quindi, meglio impiegabili nei sistemi produttivi, soprattutto territoriali.
Le Regioni, insieme con il ministero del Lavoro e delle politiche sociali hanno concordato l’apertura di un confronto per l’individuazione delle modalità attuative e di gestione per la realizzazione di interventi previsti dal programma duale. Nel corso degli incontri, Regioni e ministero sono giunti alla condivisione di importanti tasselli per impostare il programma, come l’individuazione di misure attuabili e del range di età dei destinatari delle misure, nonché’ gli aspetti necessari alla gestione amministrativa e l’ammissibilità della spesa e della rendicontazione, dando rilievo alle unità di costo standard delle diverse misure da attuare. In particolare, sono in fase di definizione, le linee guida per la programmazione e l’attuazione degli interventi, una proposta di convenzione tra il ministero le Regioni e lo schema di allegato tecnico alla convenzione che disciplina aspetti programmatori, organizzativi e del programma duale.
Il 2021 ha visto un forte impulso nella direzione del potenziamento delle politiche attive del mercato del lavoro e della formazione professionale mediante l’approvazione del programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol) e il Piano nazionale nuove competenze.
A partire dal mese di maggio 2021 le Regioni hanno ulteriormente confermato il loro grande impegno nella direzione del potenziamento del sistema Istituti Tecnici Superiori fornendo il nostro apporto nella definizione del testo finale della proposta di legge in discussione al Senato. Il lavoro emendativo alla Camera aveva permesso di valorizzare l’esperienza sul campo maturata in questi 10 anni sul tema evitando un eccessivo concentramento nazionale della materia che invece, per la sua crescita a sviluppo, deve essere fortemente ancorata ai territori”.
Sul tema del Programma di investimento duale, si tratta della misura che promuove l’acquisizione di nuove competenze da parte dei giovani favorendo l’incrocio tra formazione, istruzione e mercato del lavoro attraverso il potenziamento delle misure di alternanza e, segnatamente del contratto di apprendistato duale. L’obiettivo di questa linea di investimento prevede il rafforzamento del sistema duale nel suo complesso attraverso una dotazione finanziaria pari a 600 milioni per il periodo 2021-2025. A livello operativo il programma è volto al coinvolgimento in percorsi di apprendistato duale di 135mila persone in più rispetto allo scenario di riferimento che consta di 39mila persone. In questa cornice di riferimento, il primo step di attuazione del programma duale ha visto la definizione, con decreto del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dei criteri di riparto di una prima trance dei complessivi 600 milioni di euro.
Per la programmazione 2021-2027, la Commissione europea ha delineato un quadro complessivo di politiche di orientamento e strumenti specifici in cui si iscrivono gli interventi finanziati anche dal Fse Plus, utili a contrastare la disoccupazione e l’inattività dei giovani. L’Italia ha scelto di destinare ai giovani il 15% delle risorse Ue e non il 12.5 % come richiesto dal regolamento Fse plus. Si e’ deciso inoltre, di non prevedere un programma dedicato a loro, ma includere la priorità dedicata al sostegno all’occupazione giovanile nella quasi totalità dei programmi regionali, nonché del programma nazionale a titolarità di Anpal.
Nella legge di Bilancio si prevede la revisione dei tirocini extracurriculari con la ridefinizione di nuove linee guida in materia. Con riferimento a questo inserimento normativo, lo scorso 9 marzo, gli Assessori delle Regioni hanno incontrato il ministro Orlando. L’incontro ha avuto come principale intento quello di concordare l’avvio di un confronto tecnico e politico volto a migliorare e definire ambiti di previsione dell’applicazione delle previsioni contenute in legge di bilancio sui tirocini extracurriculari e una riflessione piu’ ampia su apprendistato, tirocini e, in generale, sugli strumenti di ingresso nel mercato del mondo del lavoro.
I comuni italiani e Slow Food Italia collaborano per promuovere sistemi alimentari locali più equi e sostenibili. È un’azione capillare lungo tutta la Penisola, con obiettivo la valorizzazione e la promozione dei sistemi alimentari locali, di qualità e sostenibili, quella intrapresa da Anci e Slow Food Italia, grazie al protocollo d’intesa appena firmato dai rispettivi presidenti, Antonio Decaro e Barbara Nappini. Tra i punti principali dell’accordo, l’ambizioso obiettivo di sviluppare Food Policies più eque, inclusive e sostenibili, a partire dalle attività di educazione alimentare nelle scuole. Al centro del protocollo anche le buone pratiche legate alla salvaguardia dei legumi e alla promozione del loro consumo come principale fonte proteica, grazie ai produttori della rete Slow Beans e alla campagna di realizzata dall’associazione della Chiocciola con diverse municipalità italiane, Let it Bean! E poi, attività che coniugano maggiormente un’idea di sviluppo economico, equità e coesione delle comunità, come la valorizzazione di progetti virtuosi di innovazione sociale in agricoltura, l’attuazione di iniziative di sensibilizzazione e contrasto del caporalato e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e quelle che favoriscono l’inclusione sociale di nuovi cittadini. Per Anci l’accordo si inserisce in una più ampia azione mirata a valorizzare le esperienze comunali di supporto alle filiere produttive dell’agroalimentare, di valorizzazione delle tipicità e di diffusione delle food policies urbane, dentro una più ampia strategia di sostenibilità e promozione del made in Italy. «Il protocollo tra Anci e Slow Food Italia costituisce un potenziale punto di svolta per rispondere alle sfide che ci impongono le attuali crisi climatiche, ambientali, economiche e sociali. È grazie allo sviluppo e la promozione di queste iniziative che possiamo agire localmente per determinare un effettivo cambiamento del sistema alimentare nel suo complesso e intervenire lungo tutta la filiera, dalla produzione alla distribuzione, al consumo. Per Slow Food, lavorare con Anci sulla base di principi condivisi, ci permette di raggiungere una fetta ancora più ampia della società civile, avviare e rafforzare iniziative di sensibilizzazione che hanno il cibo come chiave di volta per la costruzione di un futuro migliore» commenta Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia.
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