Un amore all’altezza (Film, 2016)
Pure i francesi di tanto in tanto toppano, mica va sempre bene anche a loro, capita che fanno un remake di un film argentino di successo (Corazon de leon) e tirano fuori una pellicola piena zeppa di luoghi comuni e di banalità come Un amore all’altezza. Protagonista Jean Dujardin che, da quando nel 2012 ha vinto un Premio Oscar (The Artist), interpreta di tutto, da prodotti eccellenti a conclamate sciocchezze, pur di cavalcare l’onda del successo. Laurent Tirard è il responsabile principale di questa commedia sentimentale – visto che è regista e sceneggiatore con la collaborazione di Grégoire Vigneron – che fa il verso alle stupide commedie americane meno compiute e ci riesce benissimo.
La storia d’amore è tra una donna di successo, separata da un marito puttaniere con cui manda avanti lo studio legale, e un uomo affetto da nanismo, galante e sentimentale, che per via del difetto fisico provoca situazioni imbarazzanti. Visto l’assunto abbastanza irreale si procede con una storia basata su situazioni goffe e scontate fino al prevedibile lieto fine con un colpo di teatro davvero sopra le righe, che non svelo per lasciare allo spettatore il piacere della scoperta. Non so come faccia la critica a promuovere all’unanimità questo sottoprodotto degno delle vecchie sale di Terza Visione, come non mi spiego il grande successo di pubblico.
Risibili gli effetti speciali usati per rendere Jean Dujardin un uomo alto un metro e trentasei, a base di soluzioni computerizzate davvero malfatte e imbarazzanti. Sceneggiatura e dialoghi degni del peggior romanzo d’appendice, con buona pace delle telenovelas colombiane che, al confronto, sono roba per letterati dal palato fine. Si salvano un’ottima colonna sonora a base di pezzi romantici e una fotografia ispirata di Jérôme Alméras, così come sono interessanti da un punto di vista cinematografico alcune sequenze aeree. Tutto il resto è teatro, ma del peggiore.
La storia fa acqua da tutte le parti, non basta la bravura degli interpreti a rendere piacevole un racconto che non fa né ridere né pensare. Jean Dujardin è molto bravo nei panni del nano, Virginie Efira non è da meno nel ruolo della donna di successo innamorata. Il tema della diversità viene sviscerato a dovere per dire che non conta l’aspetto fisico ma l’anima di una persona, i buoni sentimenti si sprecano, ma sono cose scontate che troviamo anche nel peggior cartone animato Pixar-Disney. Un film banale e abbastanza irrisolto. Se non avete di meglio da fare, potete vederlo sui canali Internet di Mediaset, dopo il recente passaggio su Iris.
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Titolo Originale: Un homme à la hauteur. Lingua: Francese. Paese di Produzione: Francia, 2016. Genere. Commedia sentimentale. Durata: 98’. Regia: Laurent Tirard. Soggetto: Marcos Carnevale. Sceneggiatura: Laurent Tirard, Grégoire Vigneron. Fotografia: Jérôme Alméras. Montaggio: Valérie Deseine. Musiche: Éric Neveux. Costumi: Valérie Artiges-Como. Produttori: Camille Bonvallert, Sidonie Dumas, Genevieve Lema, Vanessa van Zuylen. Produttori Esecutivi: Matthias Ehrenberg, José Levy. Case di Produzione: VVZ Productions, Gaumont, Creative Andina. Distribuzione Italia: Lucky Red. Interpreti: Jean Dujardin (Alexandre), Virginie Efira (Diane Duchêne), Cédric Kahn (Bruno Cassoni), Stéphanie Papanian (Coralie), César Domboy (Benji), Manöelle Gaillard (Nicole), Bruno Gomila (Philippe, patrigno di Diane), François-Dominique Blin (Sébastien), Christian Valsamidis (amico di Diane).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]