Submergence (Film, 2017)
Wim Wenders è uno dei più importanti registi viventi, autore di pellicole fondamentali come Il cielo sopra Berlino e Paris, Texas, rinnovatore del cinema tedesco, cultore di Fabrizio De André (che contribuisce a far conoscere nel mondo), uomo dotato di un’intelligenza brillante e di un’arte cinematografica sopraffina. Abbiamo visto il suo ultimo film Submergence – che in Italia ha circolato poco per problemi di pandemia – grazie a Rai Movie, diretta da Alberto Farina, un vero cinefilo.
Wenders prende il romanzo di Ledgard e lo sceneggia per il cinema, raccontando una singolare storia d’amore tra un ingegnere idraulico (McAvoy) e una biomatematica (Vikander), che s’incontrano in un albergo della Normandia, immerso in paesaggi da sogno, ripresi con maestria da un regista grandissimo. Entrambi devono portare a termine due missioni pericolose, il primo deve andare in Somalia come agente segreto per individuare una base terroristica (la costruzione dei pozzi artesiani è un paravento), la seconda deve immergersi nelle profondità marine per studiare un ecosistema con un sommergibile sperimentale, unico al mondo. Il film vive di una tensione palpabile, con un alternarsi continuo di piani temporali e un montaggio non consequenziale, tra ricordi dell’incontro d’amore, sogni, speranze e paure, perché l’uomo non risponde ai messaggi della donna. L’ingegnere viene fatto prigioniero dai terroristi e non può comunicare con il mondo, mentre la biomatematica non riesce a concentrarsi sul lavoro perché è davvero innamorata. Non anticipo il finale, abbastanza a sorpresa, perché il film è visibile su RaiPlay e potete gustarlo in tutta la sua cinematografica bellezza, anche se il grande schermo avrebbe esaltato la fotografia delle coste della Normandia, dell’Oceano Atlantico e di un’Africa deserta e bruciata dal sole.
Un film che è costato molto, girato tra Francia, Germania, Spagna, Isole Faer Oer e Gibuti (finzione che sia Somalia). Presentato al Festival di Toronto, distribuito negli Stati Uniti e in Italia tra il 2018 e il 2019, avrebbe meritato maggior successo, non fosse altro per la splendida confezione cinematografica, per la regia solida e accorta, per una sceneggiatura perfetta, arricchita da dialoghi letterari, mai fuori luogo. Interpreti bravissimi, soprattutto i due protagonisti James McAvoy e Alicia Vikander. Produzione multinazionale tra Usa, Francia, Germania e Spagna. Colonna sonora bellissima di Fernando Velázquez. Una vera sinfonia nel film. Imperdibile.
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Regia: Wim Wenders. Soggetto: J.M. Ledgard (romanzo). Sceneggiatura: Erin Dignam. Fotografia: Benoit Debie. Montaggio: Toni Froschhammer. Musiche: Fernando Velázquez. Effetti Speciali: César Abades. Scenografia: Thierry Flamand. Costumi: Bina Daigeler. Trucco: Rubén Samos. Produttore: Cameron Lamb. Casa di Produzione: Lila 9th Productions. Distribuzione Italia: Movies Inspired. Lingua: inglese, francese, arabo. Paesi di Produzione: Usa, Francia, Germania e Spagna. Anno: 2017. Durata: 112’. Genere: sentimentale, thriller, drammatico. Interpreti: James McAvoy (James More), Alicia Vikander (Danielle Flinders), Mohamed Hakeemshady (Yusef M-Al-Afgghani), Celyn Jones (Thumbs), Jean-Pierre Lorit (cap. Anctil), Alexander Siddig (dott. Shadid), Loic Corbery (Etienne), Reda Kateb (Saif), Harvey Friedman (Bob), Audrey Quotori (Annie), Hans Torgaro (Jorn), Godehard Giese (Wolfgang), Clementine Baert (Beatrice), Jannik Schumann (Paul), Andrea Guash (Maria).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]