Alessandro Nicosia: una vita a divulgare cultura
In occasione della presentazione dell’importantissima mostra su Lucio Dalla, che apre un biennio fondamentale per celebrare il grande artista, abbiamo intervistato il curatore Alessandro Nicosia. Attivo fin dagli anni universitari nel panorama artistico e istituzionale di Roma, è nella Capitale che nasce e si sviluppa il suo percorso manageriale alla guida di diverse società, alcune delle quali da lui fondate e tutte accomunate dalla medesima missione, ovvero la divulgazione e la fruizione al grande pubblico di grandi eventi culturali. Collateralmente all’accessibilità e alla divulgazione, si configura anche un progetto di riqualificazione degli spazi, ne è d’esempio la riapertura degli spazi di pertinenza dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano all’interno del Complesso del Vittoriano, con l’inaugurazione della grande mostra I 700 anni del Principato di Monaco alla presenza degli allora Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro, del Principe di Monaco Ranieri III e del figlio Alberto, del Ministro per i Beni e le Attività Culturali Walter Veltroni e del Sindaco di Roma Francesco Rutelli. L’esperienza segna la nascita della società Comunicare Organizzando che, nel corso di una collaborazione pluriennale con gli spazi del Vittoriano, organizzerà e produrrà alcune tra le più importanti mostre monografiche mai ospitate in Italia, dedicate ai più grandi artisti, quali: Marc Chagall, Claude Monet, Wassily Kandisky, René Magritte, Gustav Klimt, Egon Schiele, Oscar Kokoschka, Paul Cézanne, Gli Espressionisti, Gli Impressionisti, Henri de Toulouse-Lautrec, Paul Klee, Edgar Degas, Edvard Munch, Édouard Manet, Amedeo Modigliani, Henri Matisse e Pierre Bonnard, Paul Gauguin, Pablo Picasso, Giotto, Dadaismo e Surrealismo, Vincent van Gogh, Tamara de Lempicka, Piet Mondrian, Renato Guttuso.
Dal 2002, su concessione del Ministero per i beni e le attività culturali, Comunicare Organizzando, presieduta da Alessandro Nicosia, gestisce gli spazi espositivi e i servizi aggiuntivi del Vittoriano di pertinenza del Ministero, operando su precisi segmenti di riferimento. Per il suo impegno nella sua attività imprenditoriale, nel 2003 è stato insignito dall’allora Presidente Carlo Azeglio Ciampi dell’onorificenza di Commendatore al merito della Repubblica Italiana. Su incarico del Ministro degli Affari Esteri e del Ministro per i Beni e le Attività Culturali ha diretto il Museo nazionale dell’Emigrazione Italiana (Complesso Monumentale del Vittoriano) dal 2009 al 2016.
Buongiorno dott. Nicosia, grazie della disponibilità. Cosa ha pensato quando le hanno proposto di curare la mostra su Lucio Dalla? Quale conoscenza aveva del mondo di Dalla in quel momento?
È stato un grande privilegio poter raccontare, con uno sguardo attento e profondo, un artista geniale ed un uomo dotato di rara sensibilità e profondità d’animo. È stato un viaggio molto intenso ed emozionante. Ho sempre apprezzato la sua produzione musicale e già conoscevo personalmente Lucio, grazie al mio fraterno amico Vincenzo Mollica. Ero consapevole del suo spessore artistico ed intuivo la cifra umana, ma le ricerche che abbiamo svolto ci hanno svelato lati della sua personalità sconosciuti ai più.
Come ha raccontato in conferenza stampa, il materiale a disposizione, riguardo Dalla, si è rivelato praticamente sconfinato, quale criterio ha usato per scegliere quello da esporre?
Presentare l’Universo Dalla in uno spazio di 1000 metri quadri è stata un’impresa difficile, ma sicuramente affascinante; grazie alla sua capacità innata di dare forma a qualsiasi espressione musicale gli capitasse alle orecchie, ha dato vita a questa incredibile carriera, lunga, intensa, multiforme, sempre all’insegna di strade nuove e inesplorate. Per avere un quadro più attento e preciso, ho condotto un lungo e approfondito lavoro di ricerca, leggendo tantissimi libri, interviste, giornali, guardando filmati, ma soprattutto intervistando chi realmente l’ha amato e conosciuto: in questo modo mi è stato possibile raccogliere numerosissime testimonianze fondamentali per riuscire a comporre una lettura esaustiva di una personalità così sfaccettata. La scelta che abbiamo compiuto è stata quella di articolare la mostra in dieci sezioni che rappresentassero il flusso della sua evoluzione personale e artistica, a partire dall’infanzia. La linea narrativa della mostra prende e restituisce vita a tutta la raccolta espositiva.
Lei ha curato tante altre mostre di altissimo livello su questa falsariga, quali analogie o differenze ha trovato in questa su Lucio Dalla?
Nell’ambito della divisione mostre di C.O.R. dedicata ai grandi personaggi che hanno determinato, in vari ambiti, la grandezza del nostro Paese – penso ad esempio ad Alberto Sordi, Federico Fellini, Eleonora Duse, Luciano Pavarotti, Totò, i De Filippo, solo per citarne alcuni – non potevamo non dedicarne una al Maestro Lucio Dalla, artista multiforme semplicemente straordinario. “Lucio Dalla. Anche se il tempo passa” ha una sua specifica unicità in quanto ha potuto contare su una eccezionale ricchezza di materiali e di spunti, in particolar modo le tante interessantissime testimonianze, di chi lo ha conosciuto bene. Tutto ciò ci ha permesso di ricostruire e rappresentare il percorso artistico ed umano di Dalla.
La parte più difficile dei mille aspetti da raccontare? Qualcosa che ha scoperto dell’artista l’ha stupita in modo particolare?
Del famoso cantante si conosceva già molto, ma poco in realtà dell’uomo. Abbiamo quindi tentato di raccontarlo a tutto tondo, esplorando con molta attenzione il vissuto più personale e il percorso artistico che, soprattutto per gli anni iniziali, era stato sino ad ora poco noto. Di fatto, le scoperte sono state molte su entrambi i piani e ne sono rimasto stupito. Ma l’emozione più forte è stato capire che il ritmo e la musica fluivano in lui naturalmente sin dalla prima infanzia. Abbiamo quindi voluto raccontare degli anni degli esordi a soli sei anni con il teatrino organizzato dal maestro Dellos in giro per l’Italia, delle improvvisate nei localini di Bologna, degli spettacoli a Manfredonia come apripista alle sfilate della madre e poi tanto altro. Pensandoci bene, un talento così potente non poteva che essere innato e manifestarsi sin da subito con estrema spontaneità. Ciò che più mi ha colpito e per certi versi commosso è la sua profonda e sincera umanità che lo ha reso speciale ed unico.
Questa mostra può fare comprendere e conoscere Lucio Dalla quale patrimonio universale e non solo bolognese?
Certamente, il genio artistico non è confinabile in uno spazio o in un tempo. Chi visita la mostra ha l’opportunità di entrare nell’Universo Dalla e conoscere meglio l’artista internazionale, la profondità dell’uomo e tutto il suo mondo quotidiano. La sua arte, il suo talento e la sua specialissima umanità sono un patrimonio universale.
Il tratto più caratteristico, curioso, che l’ha colpita in Lucio Dalla, sia dal punto di vista artistico che umano?
La vivacità intellettiva e la sfrenata fantasia che lo hanno reso un artista multiforme ed una persona estremamente interessante, mai banale.
Ha dovuto affrontare dei problemi riguardo spazi e logistica nell’allestimento della mostra? Abbiamo affrontato recentemente i compiti di un curatore in un’altra intervista, e non sono certo semplici e immediati da percepire nel sentire comune.
Grazie alla lunga esperienza nel settore ed alle tante sfide già vissute in qualità di curatore, è stato possibile affrontarle al meglio.
Oltre il bellissimo volume che ha curato ed è imperdibile complemento alla mostra, c’è una sezione che si sente di consigliare ai visitatori su cui porre particolare attenzione?
Il catalogo è particolarmente curato e possiamo dire che nel raccontare la mostra ha anche una dimensione autonoma. Le sezioni sono il filo narrativo e si interconnettono, ma se proprio dovessi consigliarne una, evidenzierei Famiglia-Infanzia-Amicizie-Inizi musicali è lì che affondano le sue radici ed è da lì che Lucio prenderà la linfa che caratterizzerà la sua arte e la sua persona. Rivederlo bambino nelle foto con i genitori o nelle locandine dei primi spettacoli a soli sei anni, in spiaggia a Manfredonia con la famiglia, e gli amici, le foto di classe all’Istituto Pascoli, la pagella del ginnasio al Liceo Galvani di Bologna, le lettere private, il suo amatissimo clarinetto e tanti altri inediti rendono veramente interessante questa sezione.
Dopo Bologna la mostra proseguirà in altre sedi, il percorso espositivo sarà il medesimo o ci saranno variazioni?
La mostra proseguirà in altre città con le quali Dalla ha avuto, per motivi diversi, un legame speciale. Si tratta nello specifico di Roma (22 settembre 2022 – 6 gennaio 2023) presso il Museo dell’Ara Pacis e successivamente nel 2023, anno in cui cade l’ottantennale della nascita, a Napoli in primavera e a Milano in autunno. La struttura espositiva sarà la stessa contestualizzata ovviamente nei vari siti che ci ospiteranno ed arricchita via via di nuovi documenti, oggetti e contributi che arriveranno dai tanti artisti e non che lo hanno conosciuto. Possiamo dire che si tratta di una mostra assolutamente dinamica.
Una volta terminato il lavoro riguardo la mostra di cui stiamo parlando, ha già progetti futuri in cantiere?
Certamente, ci saranno altri eventi celebrativi. Il prossimo 9 aprile aprirà al pubblico la grande mostra “Vittorio Gassman. Il centenario” presso gli spazi espositivi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, AuditoriumGarage e dopo Roma inizierà un tour nazionale e internazionale. Dal 17 al 20 novembre p.v. si svolgerà la seconda edizione di “Roma Arte in Nuvola” che ha avuto lo scorso anno, nella sua prima edizione, uno straordinario successo di pubblico e di critica.
[Lucio Dalla. Anche se il tempo passa – Bologna, Museo Civico Archeologico fino al 17 luglio 2022 – Sito ufficiale al link]
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