Le fosse di Bucha
A chi ricorda la seconda guerra mondiale e poi la guerra in Bosnia degli anni Novanta, le fosse piene di cadaveri ucraini ritrovate a Bucha, presso Kiev, dopo il ritiro delle truppe russe, ricordano tragicamente le fosse di Katin, dove i sovietici seppellivano i combattenti polacchi, le fosse dove i nazisti seppellivano, su larga scala, ebrei, comunisti, omosessuali, disabili, nella stessa Ucraina e poi nel resto dell’Europa occupata, e poi le fosse di Goratze e Srebrenica, in Bosnia, dove le bande criminali serbe seppellivano i civili musulmani massacrati in nome della “pulizia etnica”. Queste ultime mi è toccato di vederle con i miei occhi e furono quelle che convinsero USA e Francia a far intervenire la NATO per vincere le bande criminali e riportare pace e sicurezza in Bosnia, il che avvenne dapprima con i bombardamenti dei nostri aerei sulle postazioni serbe, che liberarono Sarajevo, poi con gli Accordi di Dayton e l’invio sul terreno di una forza NATO di 65.000 uomini, inglesi, francesi, americani, italiani (e anche russi, perché erano i tempi di Eltsin). Ora l’orrore si ripete e ha anche questa volta un autore preciso e identificato: un battaglione russo proveniente dall’Estremo Oriente. Come stanno dicendo le donne di Bucha, i soldati russi sparavano su tutti quelli che vedevano.
Può darsi che Putin non sia materialmente responsabile del massacro, ma lo è moralmente e politicamente, perché questa guerra, con il suo contorno di distruzioni, morti, rifugiati, l’ha voluta lui, soltanto lui. Il fatto che alcuni stolti o in malafede continuano a declamare, che vi sia stato spinto dagli americani e dalla NATO, è una conveniente falsità. La cosiddetta “denazificazione” dell’Ucraina è un mito creato dalla propaganda di Mosca e che solo gli allocchi possono bersi. Zelenskiy è un ebreo, la sua famiglia paterna è stata decimata dalle SS. È forse un caso che a sostenere Putin in Occidente siano proprio i partiti neo-fascisti o neo-nazi? È un caso che continui ad appoggiarlo la Cina, che massacra ii musulmani dell’Uighur e reprime ogni concepibile libertà? È un caso che nel Donbass vi siano formazioni di “camice brune” nazional-comuniste che appoggiano l’invasione russa?
Volersi assicurare la neutralità dell’Ucraina poteva essere anche un obiettivo accettabile, ma è da tempo raggiunto, avendo Kiev formalmente rinunciato a entrare nella NATO. Proteggere i russofoni del Donbass poteva avere una remota giustificazione (v. Hitler nei Sudeti), ma bastava riconoscere le due repubbliche e magari inviare truppe a difenderle. Il resto è pura malvagità, è puro crimine.
Con tutte le ragioni Biden ha chiesto che Putin sia processato per crimini di guerra. Ricordiamo che i crimini sono già stati constatati dall’Alto Commissario dei Diritti dell’Uomo delle NU e condannati dalla Corte Internazionale di Giustizia. Ricordiamo che esiste un Tribunale internazionale per i crimini di guerra e contro l’Umanità, che ha sede all’Aja e ha già condannato i criminali serbi, da Mladic a Karazic e Milosevic.
Portare Putin e i suoi complici davanti a quel Tribunale è, certo, difficile, quasi impossibile allo stato delle cose. In mancanza, l’Occidente ha il dovere, gas o non gas, di isolare sempre di più il regime di Putin, di farne un paria agli occhi del mondo civile.
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