Italia delle Regioni
Dialogo aperto tra Comuni e rete di assistenza per una reale prossimità e integrazione dei servizi sanitari con gli investimenti previsti dal Piano di Ripresa e Resilienza. Il PNRR come straordinaria opportunità di rilancio anche della centralità del tema della salute e della prossimità territoriale. Questa la prospettiva della giornata promossa da IFEL, ANCI e Federsanità dal titolo “Salute e Territorio nel PNRR. Le funzioni socio-sanitarie nelle Missioni 5 e 6” che si è svolta a Roma il 13 aprile scorso presso la Sala Conferenze ANCI.
L’introduzione è stata affidata a Pierciro Galeone, direttore IFEL, e Stefano Lorusso (direttore generale dell’Unità di missione per l’attuazione degli interventi del PNRR del Ministero della Salute), con relazioni tecniche di Antonio Fortino e Francesco Enrichens (Agenas) sul tema “La missione 6: il ruolo della sanità e quello dei comuni” e Samantha Palombo (Dipartimento Welfare ANCI) su “La dimensione sociale e sociosanitaria della missione 5”. Secondo Alessandro Canelli, Presidente Ifel e sindaco di Novara, “la pandemia in questi ultimi due anni ha dimostrato quanto la capacità di fare rete abbia avuto un ruolo determinante nella gestione dell’emergenza.
Le amministrazioni comunali e le loro strutture sociali hanno dato prova di una straordinaria capacità di coordinamento e di governance del territorio. Il modello di stretta collaborazione tra i vari livelli istituzionali che sono intervenuti sul territorio è stata la formula vincente per la gestione dei differenti bisogni espressi dai cittadini in un momento che non ha precedenti nella nostra storia. Questo modello va ripetuto con le case di comunità”. “Il PNRR è un’occasione straordinaria per imprimere un impulso deciso al percorso di potenziamento e qualificazione dell’offerta di servizi, soprattutto al Sud e in generale nelle aree interne del nostro Paese”, ha evidenziato Enzo Bianco, Presidente del Consiglio nazionale ANCI. “Dobbiamo superare gli eccessivi divari territoriali che spesso danno luogo alle cosiddette ‘migrazioni sanitarie’ da una Regione all’altra, favorendo ovunque l’accesso ai servizi, garantendo livelli essenziali delle prestazioni sociali e sanitarie omogenei tra i territori”.
Bianco ha quindi auspicato una “seria riflessione sulle vigenti attribuzioni di competenze in materia sanitaria e socio-sanitaria, a livello comunitario, nazionale, regionale e comunale”. “In questa fase di ripartenza dalle fragilità e dalle criticità emerse durante la pandemia – ha aggiunto il vice presidente vicario Anci e delegato alla Sanità Roberto Pella – i Comuni assumono, di concerto con tutti gli altri livelli di governo del territorio, un ruolo essenziale per la costruzione delle reti di prossimità. L’universalismo e l’equo accesso ai servizi che il nostro Servizio Sanitario Nazionale deve assicurare per la promozione e la tutela della salute non possono che passare dai territori e dalla centralità del cittadino”, assicurando l’equità e il rispetto dei diritti civili, sociali e sanitari dei cittadini. “Salute, territorio e rapporto con il PNRR è un tema di grandissima attualità. È un’agenda politicamente trasversale perché la lettura dei bisogni non ha colore politico”, ha precisato Luca Vecchi, Delegato al Welfare ANCI e Sindaco di Reggio Emilia.
“La pandemia ci dice che siamo nel pieno di un’emergenza che attraversa covid ma arriva fino all’Ucraina, con il tema dell’accoglienza e dei problemi energetici ed economici. Per la prima volta temi internazionali diventano locali e cambiano la vita dei cittadini portando i sindaci a ripensare il sistema socio-sanitario e il ruolo della medicina territoriale nelle comunità. La riforma attuale è di portata epocale”.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha approvato il 13 aprile scorso un documento relativo alle “prime valutazioni” sul Documento di Economia e Finanza 2022. Il documento delle Regioni tocca diversi aspetti: numeri chiave e indicatori di finanza pubblica DEF 2022; Indebitamento e debito; Politica di bilancio della manovra 2022; Quadro programmatico; Collegati alla manovra 2023 – 2025; Orientamento europeo sulla politica fiscale; Investimenti: PNRR e FSC; Gli investimenti degli enti territoriali; Sanità; Equilibrio di bilancio per le amministrazioni territoriali; Le riforme istituzionali.
Per quanto riguarda il Quadro programmatico, “Alla luce dell’abbassamento della previsione di indebitamento netto tendenziale al 5,1 per cento del PIL, il Governo – si legge nel documento – ha deciso di confermare l’obiettivo di rapporto tra deficit e PIL del DPB (5,6 per cento del PIL) e di utilizzare il risultante margine di 0,5 punti percentuali di PIL (circa 9,5 miliardi) per finanziare un nuovo provvedimento, da finalizzare nel mese di aprile. I restanti cinque miliardi saranno destinati a quattro ordini di interventi: ulteriori interventi per contenere i prezzi dei carburanti e il costo dell’energia; l’aumento delle risorse necessarie a coprire l’incremento dei prezzi delle opere pubbliche; l’incremento dei fondi per le garanzie sul credito; ulteriori misure che si rendano necessarie per assistere i profughi ucraini e per alleviare l’impatto economico del conflitto in corso in Ucraina sulle aziende italiane”.
Il tasso di crescita del PIL previsto nel quadro programmatico è pari al 3,1 per cento nel 2022 e al 2,4 per cento nel 2023, mentre le previsioni di crescita per i due anni successivi rimangono invariate al primo decimale. Per il resto, le differenze fra scenario programmatico e tendenziale sono limitate giacché il differenziale di deficit è ampio quest’anno ma si riduce nel prossimo triennio fino ad annullarsi nel 2025.
Le Regioni e le Province autonome – si legge nelle prime valutazioni della Conferenza delle Regioni – vedono con preoccupazione l’aggravarsi della crisi energetica e la conseguenza ricaduta sulla crescita. I temi che il Governo intende affrontare con il DL in emanazione hanno riflessi anche sui bilanci regionali per quanto riguarda: l’assistenza ai profughi ucraini, per cui è necessaria la copertura integrale dei maggiori oneri sanitari e sociali; l’aumento dei costi per gli investimenti sia per quanto riguarda gli interventi del PNRR per i quali sono soggetti attuatori delle opere, che degli investimenti a carico dei bilanci regionali oltre a dover considerare incrementi dei cofinanziamenti dei programmi UE-FSC per maggiori costi; aumento delle spese correnti per i rincari energetici anche per gli enti strumentali regionali, le aziende ospedaliere e sanitarie, le aziende di trasporto pubblico locale.
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