I giovani e il 25 Aprile oggi
La trasmissione “Fatti e commenti“ di questo fine settimana, condotta da chi scrive e da Gaetano Alaimo su una televisione del Lazio, è dedicata al tema “I giovani e l’attualità dei Valori del 25 aprile nel 77° Anniversario della Liberazione”.
Nostri ospiti due ragazzi dell‘Istituto d’Istruzione Superiore di Orte Liceo Scientifico e delle Scienze Umane, Francesco Saverio Riccardi della 5 C e Angelica Gallo della 5 D – con la collaborazione del dirigente scolastico dell’Istituto Omnicomprensivo, prof. Gianfranco Cherubini e della fiduciaria per il Liceo Scientifico e delle Scienze Umane, prof.ssa Angela Germana Fabbrica – e Letizia Tessicini, vice segretaria provinciale e segretaria della Sezione “Tito Bernardini, martire delle Fosse Ardeatine“ dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ANPI di Orte, in rappresentanza anche del presidente, Massimo Recchioni.
Nel corso dell’intervista sono state richiamate, in questo periodo di guerra e di orrori perpetrati su civili inermi (che richiamano alla memoria le sofferenze patite dalla popolazione civile italiana durante l‘occupazione nazifascista, il sacrificio di tanti martiri della Libertà durante la guerra di Liberazione) e le conquiste legate alla democrazia ed alla Costituzione Repubblicana del 1948, che non sono mai definitivamente acquisite: vanno difese e attualizzate giorno per giorno, nei nostri comuni, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle famiglie e negli ambienti associativi civili e religiosi.
L’esperienza del 25 Aprile 1945: i diritti di libertà e della partecipazione democratica vanno difesi giorno per giorno, e condivisi al di là delle partizioni politiche. Con i ragazzi del Liceo Scientifico e delle Scienze Umane di Orte abbiamo approfondito le tematiche del significato storico e civile che riveste per i giovani la Festa del 25 Aprile dopo 77 anni dalla Liberazione, sulle analogie e differenze riscontrate tra l’attuale conflitto Russia Ucraina e la Lotta partigiana per la liberazione e l’affermazione della libertà e della democrazia repubblicana.
Abbiamo trattato dell‘attualizzazione del significato dell’art. 11 della nostra Costituzione Repubblicana: “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la Pace e la giustizia tra le nazioni”.
Abbiamo chiesto, infine, ai ragazzi se per loro la diplomazia internazionale riuscirà a breve a far cessare la sanguinosa guerra tra Russia e Ucraina e come immaginano il futuro dei prossimi decenni, con la Pace riconquistata.
La riscoperta dei valori e dei diritti di libertà, di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e della partecipazione democratica vale tanto più per la nostra Costituzione, che è costata sacrifici personali e collettivi e sofferenze, sino al sacrificio della vita, ai nostri padri e che oggi, spesso, viene messa in discussione e, nei numerosi casi di corruzione e di malgoverno della cosa pubblica, di fatto svuotata nei suoi cardini fondamentali.
Sono state richiamate le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “la Resistenza, prima che fatto politico, fu soprattutto rivolta morale. Questo sentimento, tramandato di padre in figlio, costituisce un patrimonio che deve permanere nella memoria collettiva del Paese”.
I valori unificanti della Liberazione: l’eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, la libertà di pensiero ed espressione, il diritto ad un lavoro dignitoso, il diritto alla salute e ad una istruzione, qualificate, aperte a tutti e pubbliche. Non è un luogo comune, ma verità riconosciuta da studiosi di ogni estrazione ed orientamento che essa è una delle più avanzate del mondo. Se una critica può esser mossa è che, in oltre sessanta anni di vigenza alcuni principi fondamentali sono, talvolta, rimasti inattuati: l’eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, la libertà di pensiero ed espressione, il diritto ad un lavoro dignitoso, il diritto alla salute e ad una istruzione, qualificate, aperte a tutti e pubbliche.
La celebrazione del 25 Aprile è anche la “festa” della Costituzione, della Liberazione dell’Italia dalla dittatura e dall’occupazione nazifascista, della conquista dei diritti democratici in un’Italia repubblicana finalmente libera ed unita, come l’avrebbero voluta – come precoci anticipatori risorgimentali – pensatori come Giuseppe Mazzini e uomini d’azione come Giuseppe Garibaldi.
Dobbiamo, quindi, “tornare alla Costituzione” ai principi base della nostra convivenza civile, per difenderne lo spirito e attuarne compiutamente le parti non realizzate; pretendere da tutte le forze politiche il rispetto per la Carta fondamentale della nostra Repubblica, che ha reso possibile un dopoguerra ricco di conquiste per le classi popolari e di ampliamento degli spazi di solidarietà e di democrazia.
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