Abbasso la guerra
Non riesco davvero a rendermi conto che ancora ci siano guerre in atto; che uno sbruffone pieno di missili stia distruggendo città e uccidendo esseri umani senza tregua.
Mi rendo conto che quella in atto in Ucraina non è la sola guerra al mondo però è quella che mi colpisce di più. Nella miseria della situazione non ci sono solo le persone uccise dalle armi ci sono anche gli sfollati che scappano dalle macerie delle loro città cercando di salvare la vita loro e delle loro famiglie.
E poi c’è il baratro della cattiveria umana, della forza bruta esercitata dal forte verso il debole, ci sono le violenze sessuali. Le donne in guerra diventano spesso “un bottino” da rubare al nemico, un pezzo in più da conquistare. Purtroppo, si è visto in Siria, Nigeria, Somalia, Congo, lo vediamo oggi in Ucraina e lo abbiamo visto di recente in Afghanistan, dopo il ritorno dei Talebani.
Cosa c’è di più bestiale? Spesso questi stupri sono fatti davanti ai figli, quasi a sottolineare la situazione di dolore e sudditanza: “io sono quello forte tu sei niente ed io ti uso a mio piacimento”.
Pensavo che questo non si sarebbe visto più; eppure, scene così ci hanno catapultato nel nostro passato, nelle tragiche gesta dei marocchini durante la Seconda guerra mondiale. Chi non conosce il film La Ciociara tratto dal libro di Moravia? Chi non ricorda Sophia Loren In quel drammatico ruolo? Lo scrivo perché recentemente si è riparlato di marocchinate proprio in relazione degli stupri in Ucraina.
Ma cos’erano? Se ne parla poco, quasi a voler dimenticare. “Marocchinate”: così venivano chiamati gli stupri di gruppo, le uccisioni, i saccheggi e le violenze di ogni genere perpetrate dalle truppe coloniali francesi (Cef), aggregate agli Alleati, ai danni della popolazione italiana, dei prigionieri di guerra e perfino di alcuni partigiani comunisti.
La storiografia tradizionale, le poche volte che ne ha trattato, ha circoscritto questi orrori a qualche centinaio di episodi verificatisi nell’arco di un paio giorni nella zona del frusinate. Le proporzioni, tra numeri e gravità dei fatti, furono di gran lunga superiori.
Mentre si pensava che tutto questo fosse sepolto nella fossa delle atrocità della Seconda guerra mondiale, ecco invece risorgere dalle cenere la bestialità. Ed ecco allora il soldato che chiede alla moglie il permesso di violentare una donna ucraina; lei dice “Sì e magari già che ci sei ruba qualcosa”. Questo conferma il detto Dietro un uomo di guano c’è una donna di guano. Perché questi soldati sono figli e mariti; perché le persone normali e perbene non stuprano. Chi lo fa ha un marciume di fondo che aspetta solo di emergere alla prima occasione. Purtroppo, sono sempre i più deboli a soccombere.
Ogni mattina, svegliandomi, spero di leggere che la guerra sia finita. Purtroppo, ho paura che la conclusione non sarà così imminente.
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