La vittoria di Pirro

Come era prevedibile (e l’avevamo previsto), Boris Johnson ha vinto il voto di fiducia promosso da una parte dei deputati del suo partito. Ha avuto 211 voti a favore e 148 contro. Una vittoria, ma che sa di vittoria di Pirro: 148 “no” sono più del 40% dei deputati conservatori. Segno che la popolarità del discusso Premier è calata molto. A fermare altri No c’è certamente la considerazione che a fine giugno ci saranno elezioni locali e molti esitavano a presentare un partito diviso e impegnato in una lotta interna per la leadership. Questo potrebbe dire, secondo quanto prevede la stampa “liberal” che la partita è solo rinviata.

Giudicando freddamente le cose, senza la minima simpatia possibile per Boris Johnson – che ha fatto e sta facendo molto male alle istituzioni del suo paese, e mette in pericolo il difficile capitolo delle relazioni con l’UE – non è male che per ora egli resti in sella. La guerra in Ucraina deve restare in cima ai pensieri e alle preoccupazioni di ogni persona sensata in Occidente e dobbiamo credere senza esitazioni che il solo modo di contenere l’aggressione putiniana (e un giorno, speriamo, arrivare alla pace) non è usare i guanti con il dittatore di Mosca (o preoccuparsi, come dice Macron, di “non umiliare la Russia”) ma aiutare in tutti i modi possibili l’Ucraina aggredita e tutti i giorni macellata da un esercito di barbari, perché l’aggressore non abbia totale vittoria  sul campo di battaglia.

Su questo terreno, Londra ha preso una posizione di punta e, se ora Boris Johnson avesse ceduto il posto a un leader meno deciso, si sarebbe fatto solo un regalo a Putin.

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