UE, aiuti alla Moldavia
Nel conflitto Russia-Ucraina è entrata, comunque, anche la Moldavia. Pur se non direttamente interessata dalla guerra appare in condizione di possibile pericolo per via della presenza ai suoi confini della repubblica fantasma della Transnistria. Si tratta di una zona cavallo del confine tra Moldavia e Ucraina sud-occidentale, a ridosso del fiume Dnestr. La regione si autoproclamò indipendente dalla Moldavia nel 1990 e nella primavera del 1992 fu scenario di una guerra che si risolse con un accordo tra Russia, Moldavia e la neocostituita Repubblica Moldava di Pridnestrovie, nome ufficiale della Transnistria. In questo Stato mai riconosciuto da nessuno, ma con un terzo della popolazione russa, Mosca è presente con truppe e una base militare, è comprensibile quindi l’importanza della zona per Putin e il pericolo che insiste su Chișinău.
La guerra scoppiata ai suoi confini ha creato varie situazioni critiche o pericolose per la Moldova, ad esempio i problemi di fornitura energetica dalla Russia diventa particolarmente importante, considerando che l’unica centrale nazionale si trova proprio in Transnistria. E Putin non ha mancato di esercitare pressioni su questo versante, minacciando di tagliare le forniture di gas a causa di un debito di circa 709 milioni di dollari contratto con la Russia. Il primo ministro moldavo, Natalia Gavrilița, ha dichiarato che mai prima d’ora la Repubblica Moldava “ha vissuto una tale incertezza riguardo al presente e al futuro”.
Il 3 marzo 2022, la Moldova ha presentato una domanda formale di adesione all’Unione europea, una decisione che ha seguito l’invasione russa dell’Ucraina. Il 5 maggio, il Parlamento ha accolto la domanda formale di adesione della Moldova all’UE, chiedendo di concederle lo status di candidato. La Presidente della Moldova, Maia Sandu, è intervenuta al Parlamento europeo dichiarando: “Circa mezzo milione di ucraini hanno attraversato i nostri confini e circa 90.000 di loro sono ancora con noi, ospitati dai miei concittadini, gente con un grande cuore. Oggi la metà dei rifugiati sono bambini. E questo costituisce il 10% del numero totale di bambini nel Paese. Vi chiedo di aumentare il supporto dell’UE alla Moldova – per il bene dei moldavi che vogliono preservare la loro democrazia e libertà, ma anche per il bene dell’Europa – per avere una stabilità, un partner prevedibile, affidabile e contributore alla pace nel suo vicinato orientale. La nostra indipendenza, lo sviluppo pacifico, le riforme economiche e politiche necessitano di un’ancora e questa ancora è una chiara prospettiva di adesione all’UE, lo status di paese candidato”.
La UE ha messo in campo varie iniziative per mettere la Moldova al sicuro dalle pressioni russe, come procedere all’integrazione delle reti energetiche, connettendo la repubblica alle reti europee. Ma gli euro-deputati hanno chiesto ulteriori passi avanti, chiedendo di aiutare gli Stati membri a sviluppare infrastrutture a duplice uso e interconnessioni di trasporto anche con i Balcani occidentali, la Moldova, la Georgia e l’Ucraina, integrando l’estensione della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) all’Ucraina e alla Moldavia. Il 24 marzo il Parlamento ha acconsentito al sostegno operativo di Frontex alla Moldova, anche ai suoi confini con l’Ucraina. Lo stesso giorno, i deputati hanno anche deciso di fornire alla Moldova 150 milioni di euro in aiuti macro-finanziari per coprire parte del suo fabbisogno di finanziamento esterno.
La Presidente Metsola ha affermato: “Sappiamo che la Moldova ci guarda con uno scopo. Ogni paese deve seguire il proprio percorso, una propria linea temporale, ma non dobbiamo aver paura di usare il potere dell’Europa per migliorare la vita delle persone, per cambiare le generazioni ed è per questo che l’Unione europea deve inviare un messaggio politico chiaro e fermo che riconosciamo le aspirazioni europee di Moldova e i tuoi sforzi nell’attuazione di riforme chiave che avvicinano il tuo paese a noi. La Moldova appartiene alla famiglia europea“.
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