Bene Di Maio

La fibrillazione interna al Movimento 5 Stelle è finita, per fortuna, con una risoluzione votata a stragrande maggioranza dal Senato, che rafforza la posizione del Governo nel prossimo Consiglio Europeo sull’appoggio all’Ucraina. Ma non toglie che il tutto abbia avuto un’apparenza quasi surreale. Si stava ad arzigogolare sulle armi all’Ucraina, con una posizione iniziale di Conte che era, o di estrema cecità o di consapevole malafede. Guardiamo alla realtà: nella guerra, c’è un chiaro e barbaro aggressore che distrugge, uccide, viola, ruba e c’è una vittima che si difende; ma, difendendo la propria sovranità, la propria indipendenza e la propria integrità territoriale, difende tutta l’Europa, la democrazia e i valori che sono alla base della nostra società.

Tutti si sgolano ad esaltare l’eroismo degli ucraini, e poi vorrebbero negare loro i mezzi per combattere e non essere sopraffatti. Si chiede la pace, come cani che abbaiano alla luna, e si sentenzia che i termini di essa debbono essere voluti dagli Ucraini, non imposti. E poi, come succede invariabilmente a tutti i “pacifisti”, si nasconde il fatto evidente che, senza armi per difendersi, l’Ucraina non ha che sottomettersi a un diktat russo.

Ma il senso di irrealtà è rafforzato anche da una considerazione fin troppo banale: le armi che l’Italia ha fornito o potrebbe fornire a Kiev sono, diciamolo una volta per tutte, per quantità e qualità assai poco rilevanti per la sua tanto richiesta “descalation”, in un conflitto in cui giocano ben altri protagonisti. E allora, di che ciancia questa gente? E a proposito di “descalation”, ma veramente questa gente non si rende conto che chi sta “escalando” la guerra è la banda di criminali del Cremlino?

In tutta questa ridicola zuffa si sono inserite le beghe interne dei 5Stelle. Non so bene quali siano i motivi veri e profondi della rottura di Di Maio, ma sono convinto che c’è sotto un conflitto di potere con Giuseppe Conte, un “imbucato” che pretende di comandare. Posso però dire tranquillamente che il Ministro degli Esteri ne esce a testa altissima. Dopo qualche scivolone passato (la richiesta di impeachment a Mattarella per la non approvazione di Savona all’Economia, il sostegno indebito ai “gilets jaunes” francesi), Luigi Di Maio è venuto crescendo e affermandosi come un politico serio e responsabile. In questa assurda vicenda, non ha esitato a dichiararsi “europeo ed atlantico”. Il che, nella sgangheratezza che da sempre caratterizza i 5stelle, non è davvero poco.

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