NATO, il nuovo concetto strategico

Il “concetto strategico” non costituisce per la NATO un adempimento rituale e inutile: è la base su cui orienta per i 10 anni seguenti l’organizzazione e la politica dell’Alleanza. Negli anni della Guerra Fredda, era facile identificare questa base, l’URSS era chiaramente una minaccia e la NATO serviva a contenerla, cosa che ha fatto con immenso successo. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica e del Patto di Varsavia, la strategia doveva adattarsi alle nuove circostanze, nelle quali la minaccia russo-sovietica era scomparsa, o almeno si era grandemente attuata. La NATO aggiornò la sua base, ampliandola a comprendere la sicurezza e la soluzione di crisi regionali (come la Bosnia e il Kosovo) e minacce nuove come quelle del crescente terrorismo.

Per molti anni è stato però una specie di luogo comune che ormai l’Alleanza non aveva più ragione di esistere. Personalmente, ho trovato questo giudizio estremamente superficiale e l’ho più volte scritto, anche rispondendo a certe un po’ affrettate conclusioni di certi presunti autorevoli “politologhi”. Ci voleva però la brutale aggressione russa all’Ucraina per dare una sveglia ai più scettici e a dare (non lo dico con soddisfazione) ragione a chi si batteva in tutti i modi per la permanenza del legame transatlantico.

Oggi questo legame è stato, non solo confermato, ma assai rinforzato dalla irresponsabile avventura putiniana. La guerra andrà come andrà. Il Donbass sarà russo o ucraino, ma una cosa è chiara: qualsiasi vantaggio che Mosca possa conseguire, è pagata, non solo in termini di isolamento diplomatico ed economico, ma di indebolimento militare. L’ingresso di Svezia e Finlandia costituisce un rafforzamento obiettivo del fianco nord, ma accanto a questo vanno considerate le decisioni prese da Stati Uniti e alleati di rafforzare sensibilmente il fianco est e nord dell’Alleanza e di portare da 40.000 a 300.000 la forza di spiegamento rapido della NATO.

La rabbiosa avventura di Putin ha trasformato l’Alleanza in chiaramente ostile a Mosca. Il concetto strategico approvato a Madrid (con il concorso, ricordiamolo, anche della Turchia) indica infatti con chiarezza la Russia come la minaccia alla sicurezza in Europa (per la Cina parla invece di “sfida”) e ribadisce le tre missioni chiave della NATO: difesa e dissuasione, prevenzione e gestione delle crisi, cooperazione tra i Paesi membri. Tutte le strutture alleate (che conosco per esperienza e so quanto siano poderose) agiranno nei prossimi anni su queste basi, almeno finché la Russia non ritrovi la strada della democrazia o almeno del buon senso.

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