Cronache dai Palazzi

Governo alla prova a causa di scossoni a Cinquestelle, ius scholae e altri provvedimenti. Tensioni destinate ad aumentare in autunno quando il nostro Paese si troverà a faccia a faccia con il problema delle forniture energetiche. “Il copione è già scritto sarà un Vietnam”, dicono i dem. “D’altronde quando si avvicinano le elezioni ogni partito e meno propenso ai compromessi”. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha comunque le idee molto chiare: “Non sono disposto a guidare un esecutivo con un’altra maggioranza”. In effetti un’altra maggioranza sarebbe anche difficile da ricomporre. “In quel caso considereremmo finita la legislatura”, ha affermato il segretario del Pd Enrico Letta. “Decidano se intendono lavorare per il Paese o se vogliono far cadere Draghi”, ammoniscono i dem dopo le polemiche a proposito dello ius scholae – il diritto di cittadinanza per i minori stranieri residenti in Italia in base alla frequenza di un ciclo scolastico – e della coltivazione della cannabis. Montecitorio ha votato a favore del rinvio di ius scholae e cannabis alla prossima settimana, un rinvio tecnico che conferma l’approdo in Aula dei suddetti provvedimenti dopo l’approvazione del decreto Aiuti. Per quanto riguarda lo ius scholae il Pd parla di “una battaglia di civiltà, attesa dai compagni di classe che parlano la nostra lingua, amano la nostra cultura e tifano per le nostre squadre di calcio”. E per il M5S “bisogna andare avanti anche sulla cannabis”, come ha dichiarato il ministro Stefano Patuanelli.

“Sullo ius scholae non arretreremo di un millimetro. Il metodo della Lega e di Salvini non è comprensibile: è un tema parlamentare, non di governo”, ha affermato il segretario del Partito democratico, Enrico Letta sottolineando che “non c’è distanza tra i diritti sociali e i diritti civili”. Sulla stessa lunghezza d’onda il premier Draghi per il quale si tratta di “proposte di iniziativa parlamentare e quindi il governo non prende posizione né io commento”, ha affermato Draghi. In questo contesto i partiti di governo premono sulle “battaglie di civiltà” come a proposito dello ius scholae.

Enrico Letta preme inoltre su una svolta sociale per far fronte alla crisi economica e anche Giorgia Meloni dall’opposizione invita l’esecutivo ad occuparsi dei problemi concreti degli italiani, in primo luogo alla luce dei nuovi aumenti sia per quanto riguarda l’energia, sia per quanto riguarda gli incrementi di prezzo dei beni di prima necessità per cui si registrano dei pesanti aumenti che stanno generando una crisi inflattiva non trascurabile. Un’inflazione in aumento che riporta l’Italia al 1986.

Altre fibrillazioni all’interno dell’esecutivo dipendono dalle diverse posizioni di Lega e M5S ad esempio per quanto riguarda l’invio delle armi in Ucraina, mentre il premier Draghi non intende sottrarsi agli impegni atlantici. “È scritto nero su bianco nel documento del G7 e della Nato che noi sosterremo l’Ucraina per tutto il tempo necessario”, ha affermato il premier Draghi riferendosi anche al “sostegno militare”. E a proposito di emergenza energetica Draghi ha annunciato un incontro del governo per discutere della possibilità di estrarre gas dalle riserve italiane per poter ridurre le forniture straniere.

Anche il tema delle concessioni balneari rappresenta un ulteriore terreno di scontro. Il governo intende rispettare una direttiva europea, ma Lega e Forza Italia hanno dimostrato di non condividere il provvedimento. In definitiva la proposta di modifica chiede di escludere dalla direttiva Bolkenstein i balneari, in contraddizione con la legge sulla Concorrenza approvata in Senato. Altro nodo da sciogliere una eventuale riforma del fisco e del Catasto ma le differenze di vedute all’interno della maggioranza sono ancora troppo marcate.

Le Commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno invece dato il via libera al decreto Aiuti che verrà discusso in Aula a Montecitorio lunedì 4 luglio. Il decreto legge approderà successivamente a Palazzo Madama e dovrà essere convertito entro il 16 luglio. Non si esclude il ricorso alla fiducia per giungere all’approvazione in prima lettura ad inizio settimana.

Tra le ultime modifiche al testo emergono l’inserimento del decreto bollette, varato nel pomeriggio di giovedì dal Consiglio dei ministri con la messa a disposizione di 3 miliardi per fronteggiare gli aumenti e le ulteriori correzioni al meccanismo relativo alla cessione dei crediti fiscali conseguenti ai bonus edilizi, come il Superbonus 110%: la platea dei soggetti per la cessione si allarga, escludendo solamente i clienti “consumatori” con effetto retroattivo. Per i pentastellati si tratta di un traguardo importante “ma non basta”. I Cinquestelle auspicano lo sblocco totale dei crediti e le società controllate dallo Stato, come Poste e Cassa Depositi e Prestiti “ricomincino immediatamente a riacquistare i crediti derivanti dallo sconto in fattura. In più continueremo a chiedere l’esonero dalla responsabilità solidale del cessionario”, ha dichiarato il senatore pentastellato Agostino Santillo. Il risultato conseguito è positivo “verso l’allargamento della circolazione dei crediti fiscali, ma per ripristinare una vera cedibilità plurima dei crediti, e proteggere migliaia di imprese e posti di lavoro, servono altri due passi avanti”. Occorre evitare ulteriori fallimenti di aziende e fermare l’emorragia dei posti di lavoro che molte associazioni di impresa hanno ampiamente denunciato.

In discussione anche una stretta al reddito di cittadinanza per cui il “No” a un’offerta congrua a chiamata diretta da un datore di lavoro privato rientrerebbe nel calcolo dei rifiuti che possono determinare la perdita del beneficio. Offerte idonee possono essere proposte “direttamente dai datori di lavoro privati” a eventuali beneficiari che firmano il Patto per il lavoro. Il lavoratore dovrà accettare almeno una di tre proposte messe in campo e il datore di lavoro dovrà comunicare un eventuale rifiuto al centro per l’impiego ai fini della decadenza.

Novità positive anche per il mondo dello sport in quanto arriva una nuova proroga per il pagamento di imposte e contributi per il mondo dello sport. Un emendamento prevede un rinvio dei versamenti al 30 novembre 2022, predisponendo che il pagamento possa essere effettuato in un’unica soluzione entro il 16 dicembre di quest’anno, senza l’aggravante di sanzioni e interessi. Una maggiore liquidità favorirebbe in questo modo le società sportive nazionali, sia professionistiche sia dilettantistiche con sede legale in Italia.

Per fronteggiare il caro bollette, per il solo anno 2022 comuni, città metropolitane, unioni di comuni e province, potranno inoltre destinare i proventi incassati dalle multe e le entrate provenienti dalla riscossione delle somme dovute per la sosta dei veicoli nei parcheggi a pagamento a “copertura della spesa per le utenze di energia elettrica e gas”. Tali risorse saranno destinate a tagliare il costo delle bollette di scuole, illuminazione pubblica e degli altri servizi pubblici. Per quanto riguarda gli enti locali, infine, le nuove misure prevedono un tetto all’aumento delle tasse nei comuni più grandi che si trovano in situazioni di dissesto finanziario e che mettono in campo delle strategie per poter rientrare. Nelle grandi città metropolitane l’addizionale Irpef non potrà superare l’1,2% e l’incremento dell’addizionale comunale Irpef non dovrà oltrepassare lo 0.4%, mentre il limite attuale è pari allo 0.8%.

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