UE, emergenza gas e stoccaggi
La Commissione REPowerEU del Parlamento Europeo è stata creata con l’obiettivo di ridurre di due terzi la domanda UE di gas russo entro la fine del 2022 e a rendere l’Europa completamente indipendente entro il 2030, nonché a ricostituire le riserve di gas per l’inverno e a garantire la fornitura di energia a prezzi accessibili, sicura e sostenibile. L’emergenza del gas non deve far perdere di vista il target che vuole portare la UE alla neutralità climatica entro il 2050, attraverso la riduzione delle emissioni nell’edilizia e nei trasporti. Già nel novembre 2019 il Parlamento aveva posto l’allarme sull’emergenza climatica chiedendo alla Commissione di assicurare che tutte le proposte siano in linea con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5° C e ridurre in modo significativo le emissioni di gas a effetto serra. Per fare in modo che l’UE possa raggiungere l’obiettivo fissato per il 2030, la Commissione nel 2021 ha proposto un pacchetto di norme riviste e aggiornate noto come Fit for 55 (Pronti per il 55%) che comprende 13 riforme legislative correlata e 6 proposte di legge sul clima e l’energia.
È necessario quindi coniugare la lotta al cambiamento climatico con la necessità di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e proteggere i cittadini dall’aumento dei prezzi dell’energia. Una delle misure a cui gli Stati membri dell’UE hanno lavorato è l’aumento delle riserve di gas a breve termine, e la Commissione ha presentato una proposta per garantire che le capacità di stoccaggio nell’Unione siano soddisfatte prima della stagione di riscaldamento e possano essere condivise in tutta l’Unione. Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulle nuove regole. La maggior parte degli Stati membri dell’UE dispone di impianti di stoccaggio del gas sul proprio territorio. Le capacità di stoccaggio in cinque paesi (Germania, Italia, Francia, Paesi Bassi e Austria) rappresentano i due terzi della capacità totale dell’UE. La nuova proposta prevede che i paesi che non dispongono di strutture di stoccaggio collaborino con gli Stati membri che possiedono tali strutture per garantire la sicurezza delle loro riserve.
Si è così giunti allo scorso 19 maggio, quando i colegislatori europei hanno siglato un accordo che stabilisce le soglie degli impianti di stoccaggio sotterraneo del gas nel territorio degli Stati membri. Questi dovranno essere riempiti a una capacità pari ad almeno l’80% prima dell’inverno 2022/2023, e del 90% prima dei periodi invernali successivi. L’Unione cercherà collettivamente di riempire a una capacità pari all’85% gli impianti di stoccaggio sotterraneo del gas già nel 2022. L’obbligo di riempimento sarà limitato a un volume pari al 35% del consumo annuo di gas degli Stati membri negli ultimi cinque anni, al fine di evitare un impatto sproporzionato su alcuni Stati membri con una notevole capacità di stoccaggio. Poiché non tutti gli Stati membri dispongono di impianti di stoccaggio sul loro territorio, si è convenuto che gli Stati membri privi di tali impianti avranno accesso alle riserve di stoccaggio del gas in altri Stati membri. Al fine di ripartire l’onere finanziario degli obblighi di riempimento, gli Stati membri privi di impianti di stoccaggio sotterranei utilizzeranno una capacità di stoccaggio corrispondente al 15% del loro consumo annuo di gas negli ultimi cinque anni. In alternativa, possono predisporre l’istituzione di un meccanismo alternativo di ripartizione degli oneri. I colegislatori hanno optato per un sistema di “traiettoria di riempimento”, che consentirà un monitoraggio continuo per tutta la stagione di riempimento. Nel 2022 le traiettorie saranno fissate nel regolamento con un margine di flessibilità del 5%. A partire dal 2023 le traiettorie saranno proposte dagli Stati membri e stabilite mediante atti di esecuzione adottati dalla Commissione.
Il Consiglio e il Parlamento hanno inoltre raggiunto un accordo su una certificazione obbligatoria per tutti i gestori dei sistemi di stoccaggio al fine di evitare potenziali rischi di influenze esterne sulle infrastrutture critiche di stoccaggio, che potrebbero compromettere la sicurezza dell’approvvigionamento energetico o qualsiasi altro interesse essenziale in materia di sicurezza. La certificazione darà la priorità agli impianti di stoccaggio di grandi dimensioni e a quelli che di recente sono stati riempiti a livelli costantemente bassi. Gli Stati membri disporranno di 150 giorni dall’entrata in vigore del regolamento per certificare le strutture prioritarie e di 18 mesi per certificare le altre strutture. Gli operatori non certificati saranno tenuti a rinunciare alla proprietà o al controllo degli impianti di stoccaggio. L’accordo provvisorio stabilisce inoltre che gli Stati membri potrebbero raggiungere parzialmente l’obiettivo del 90% contando le scorte di gas naturale liquefatto (GNL) o di combustibili alternativi stoccati negli impianti. Gli obblighi di riempimento scadranno il 31 dicembre 2025, mentre gli obblighi di certificazione continueranno a essere applicati oltre tale data. Hanno inoltre deciso di concedere una deroga a Cipro, Malta e Irlanda fintantoché tali paesi non siano direttamente interconnessi con il sistema del gas di altri Stati membri.
Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo della Commissione europea, ha affermato: “Dobbiamo essere responsabili del nostro futuro energetico e ciò significa che non possiamo permettere a un Paese terzo di destabilizzare i nostri mercati né di influenzare le nostre scelte energetiche”.
Il segretario di Stato francese per gli affari europei, Clément Beaune, in rappresentanza del Consiglio, ha sottolineato l’importanza dell’indipendenza energetica europea e della transizione verde: “Abbiamo bisogno che l’Europa sia indipendente dall’importazione di combustibili fossili dalla Russia. Abbiamo bisogno di accelerare a fondo i nostri sforzi per accrescere l’indipendenza europea dai combustibili fossili, a iniziare dal gas ovviamente. La diversificazione delle fonti e la transizione verso fonti di energia pulite e verdi è un imperativo”.
Jerzy Buzek (PPE, PL), alla guida del team negoziale del Parlamento, ha dichiarato: “Questo regolamento è la risposta alla situazione attuale. Gazprom sta usando l’approvvigionamento energetico come un’arma, quindi abbiamo il nostro scudo protettivo. Nessuno che usa l’energia come un’arma sarà responsabile delle nostre capacità di stoccaggio. Inoltre, possiamo iniziare formalmente il nostro acquisto congiunto di gas naturale nell’UE.”
Il relatore e Presidente della commissione parlamentare per l’industria, la ricerca e l’energia Cristian Buşoi (PPE, RO) ha dichiarato: “I Paesi con grandi capacità di stoccaggio saranno obbligati a stoccare almeno il 35% del loro consumo. I Paesi che non dispongono di una capacità di stoccaggio dovranno concludere accordi con gli altri Stati membri per stoccare le quantità di gas necessarie. Si tratta di un meccanismo di solidarietà incentivato da questo regolamento“.
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